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Israele era pronto ad abbattere aereo per uccidere Arafat

Yasser Arafat. KEYSTONE/AP/LAURENT REBOURS sda-ats

(Keystone-ATS) Israele era pronto ad abbattere un aereo commerciale nei cieli del Mediterraneo per uccidere Yasser Arafat, leader dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) considerato un terrorista nemico dello Stato. Lo riferisce il New York Times Magazine.

Ma nonostante il via libera dal ministro della difesa Ariel Sharon e dal capo delle forze armate Rafael Eitan, i caccia F15 decollati per l’operazione non ricevettero mai l’ordine di aprire il fuoco, ma quello di rientrare alla base. In caso contrario sarebbe stata una strage di bambini.

Era il 23 ottobre 1982 e l’operazione era stata messa a punto dal Mossad, i servizi segreti israeliani, dopo una segnalazione che Arafat sarebbe partito dall’aeroporto di Atene per recarsi al Cairo, racconta il New York Times Magazine.

Furono mandati sul posto alcuni emissari e due informatori dell’OLP che confermarono la presenza di Arafat visto mentre stava esplicando le operazioni di imbarco. Tutto era pronto, con i caccia già in volo. Ma se le cose sono andate diversamente lo si deve al generale David Ivry, comandante dell’aviazione israeliana che avrebbe dovuto dare l’ordine di aprire il fuoco e colpire l’aereo. Ma l’alto ufficiale – si racconta nell’articolo in base a decine di testimonianze – esitò fin dal primo momento, conscio di quali sarebbero state le conseguenze, sopratutto se a bordo non ci fosse stato davvero il leader dell’OLP.

Per questo prese tempo, e nonostante da Tel Aviv lo incalzassero per dare l’atteso ordine, chiese ulteriori verifiche. Anche perché non si capiva bene il motivo per cui Arafat da Atene avrebbe dovuto dirigersi al Cairo. L’ultima richiesta di Ivry, oggi a capo della Boeing in Israele, fu fatta agli uomini del Mossad, che alla fine ammisero: su quell’aereo effettivamente non c’era Yasser Arafat ma il fratello più piccolo Fathi Arafat, che assomigliava molto al presidente dell’OLP e all’aeroporto di Atene aveva ingannato tutti per questo.

Fondatore della Croce Rossa palestinese, Fathi stava trasportando 30 bambini feriti, sopravvissuti al massacro nei campi di Sabra e Shatila, perpetrato dalle falangi libanesi e dall’esercito del Libano del sud, in cui morirono il 18 settembre 1982 tra 762 e 3500 civili palestinesi e sciiti libanesi. Abbattere quell’aereo sarebbe stata un altro eccidio che la freddezza del generale Ivry – come racconta il Times Magazine – evitò.

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