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Italia: rientro capitali, si punta a ok prima di legge stabilità

(Keystone-ATS) Portare a casa la legge sul rientro dei capitali prima della legge di Stabilità. Non solo per poter contare anche su questo ‘tesoretto’ per la manovra sul 2015 , ma anche per stringere sul negoziato in corso con la Svizzera e arrivare nel più breve tempo possibile all’accordo sullo scambio automatico di informazioni. È l’obiettivo della maggioranza (e del governo) italiano che vuole accelerare sulla proposta all’esame della commissione Finanze della Camera e che il Pd (Partito democratico) ha chiesto di calendarizzare entro la fine di settembre.

Si punta a dare il primo via libera di Montecitorio (camera dei deputati italiani) prima della sezione di bilancio (la legge di Stabilità dovrebbe iniziare il suo iter dalla Camera), in modo da procedere spediti anche al Senato, che sarà impegnato con la legge di bilancio solo in seconda battuta.

Il nodo che aveva inceppato i lavori della commissione è quello dell’autoriciclaggio, che verrebbe introdotto con la legge: il nuovo reato infatti era già contenuto nel Decreto di legge (ddl) Grasso già all’esame del Senato e compare ora anche nel ddl Orlando. Ma l’autoriciclaggio è il cuore della via italiana all’emersione dei capitali che punta, come spiega il capogruppo Pd in commissione Marco Causi, “sulla carota degli sconti” su pene (per i soli reati finanziari) sanzioni e interessi per chi si autodenuncia, e “sul bastone del nuovo reato” in cui rischia di incorrere chi non decide di mettersi in regola con il fisco.

Quindi l’autoriciclaggio dovrebbe arrivare insieme alla ‘voluntary disclosure’, con un successivo coordinamento con il pacchetto giustizia. Intanto questa settimana la struttura del nuovo reato sarà ritoccata, probabilmente seguendo i suggerimenti del parere della commissione Giustizia della Camera, che ha indicato pene da 2 a 8 anni di carcere e multe da 2mila a 25mila euro ma prevedendo la non punibilità “quando il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate alla utilizzazione o al godimento personale”.

La commissione chiede anche che si revochino i benefici per chi non dichiara il vero nella sua autodenuncia. Chi sceglie di fare emergere i capitali nascosti illegalmente sia all’estero sia in Italia (ci sarà tempo fino al 15 settembre 2015 per i capitali occultati fino a fine 2013) deve infatti non solo dichiararsi (non più adesioni anonime come fu per i capitali scudati) ma anche spiegare da dove provengono i capitali, oltre a pagare integralmente quanto dovuto al fisco.

L’incentivo alla Svizzera per arrivare all’intesa sullo scambio di informazioni sta nella previsione di sanzioni più morbide per chi riemerge da Paesi white list, visto che tali saranno considerati anche quei Paesi ‘black list’ che sigleranno accordi entro 60 giorni dall’ok alla legge.

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