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L’ira di Trump per l’audio rubato, ‘non ho fatto nulla’

(Keystone-ATS) L’ira di Donald Trump è affidata al solito tweet mattutino, in quello che sarebbe dovuto essere un tranquillo weekend di luglio nella sua tenuta di Bedminster, in New Jersey.

Ma alle spalle il presidente lascia una delle settimane più nere da quando si è insediato alla Casa Bianca, tra le feroci polemiche sul suo incontro con Vladimir Putin e la tegola dell’audio rubato dal suo ex avvocato ed amico Michael Cohen.

Una vicenda quest’ultima – raccontano nel suo entourage – che lo ha amareggiato moltissimo, mandandolo su tutte le furie. Anche perché cresce la preoccupazione per le altre registrazioni, potenzialmente compromettenti, che sarebbero da tempo nelle mani dell’Fbi.

Così su Twitter arriva lo sfogo su quella conversazione rivelata dal New York Times e che risale al settembre 2016, due mesi prima delle elezioni presidenziali. Una registrazione di circa 120 secondi in cui Trump discute col suo legale di soldi.

Denaro da versare per comprare il silenzio di Karen McDougal, la ‘coniglietta’ di Playboy che afferma di avere avuto una relazione col tycoon dal 2006 al 2007, il periodo in cui la first lady Melania diede alla luce Barron Trump. E lo stesso periodo in cui Trump avrebbe avuto una relazione anche con la pornostar Stormy Daniels. Tutte storie che il presidente americano ha sempre negato.

“La buona notizia è che il vostro favorito presidente non ha fatto nulla di sbagliato”, si difende Trump, che si sente tradito da Cohen, indagato dal procuratore speciale del Russiagate, Robert Mueller, e quasi certamente in procinto di collaborare con gli investigatori per spuntare uno sconto di pena.

Trump definisce “inconcepibile” e “senza precedenti” il fatto che un avvocato registri un suo cliente, e si spinge a parlare di un atto “illegale”. Anche se la legge dello stato di New York, spiegano gli esperti, in determinate circostanze consente a un legale di registrare le conversazioni con i propri assistiti.

Dagli ultimi dettagli emersi Cohen e Trump nell’audio registrato segretamente discuterebbero in particolare sulla possibilità di comprare la storia che Karen McDougal stava offrendo al National Enquire per 150 mila dollari.

Una storia che però non fu mai pubblicata dal tabloid scandalistico, il cui proprietario è una vecchia conoscenza di Donald Trump e che – raccontano diversi media – spesso acquista storie solo per insabbiarle. Quella che in gergo viene chiamata la pratica del ‘catch and kill’.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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