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La giornata della birra svizzera

Il consumo pro capite, nel Paese, è calato di un quinto in 25 anni, ma il numero di birrifici è notevolmente aumentato

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Lo scorso fine settimana in Germania si sono festeggiati i 500 anni del decreto sulla purezza della birra, tuttora in vigore. Oggi, venerdì 29 aprile, è invece il giorno della birra svizzera. Una data che molte birrerie celebrano con porte aperte e festeggiamenti.

Come sta cambiando il settore? Il consumo pro capite è calato di un quinto in 25 anni, ma il numero di birrifici è notevolmente aumentato. Un bene per i consumatori e per l’economia delle regioni che le ospitano. Come la bassa Engadina.

Il mastro birraio della Birra Engiadinaisa Andreas Merk è al lavoro dalle prime ore dell’alba. Ogni ingrediente e ogni gesto hanno la loro importanza. “Produciamo 800 litri ogni giorno”, spiega. “Ogni anno fanno 1200 ettolitri di birra”.

È solo una piccola parte degli oltre 3,4 milioni di ettolitri prodotti in Svizzera. Prodotti da un numero sempre maggiore di piccole e medie birrerie. Se 25 anni fa i produttori iscritti erano solo 32 e nel 2010 già dieci volte di più, oggi le birrerie sono 659.

Come quella di Martina. Creata nel 2004 ,ora è una certezza per la Bassa Engadina ed è sostenuta non solo dal comune ma anche da centinaia di azionisti, molti della regione. Che è il tratto distintivo.

“Molte grandi birrerie sono state acquistate da grossi gruppi stranieri e ciò ha portato alla nascita di nuove realtà”, osserva il direttore della Biera Engiadinaisa Reto Rauch. “Inoltre anche in Svizzera nel frattempo i clienti hanno sviluppato una cultura della birra che prima non c’era. Allora si è cominciato a sperimentare e provare nuove qualità.”

Qualità che dipendono soprattutto dai cereali utilizzati. Tra i contadini che riforniscono lo stabilimento basso-engadinese, di materia prima c’è anche Victor Peer, sindaco del comune di Valsot.

“La birreria è un bene per il Comune di Valsot”, dice. “È un datore di lavoro importante. Ma non solo. È una realtà che valorizza i prodotti della regione, come i nostri cereali, ed è positiva anche per la catena agricola, perché permette di mantenere il valore aggiunto qui”.

“I turisti che sono qui in vacanza”, aggiunge Reto Rauch, “cercano qualità di birra che contengano prodotti regionali. È una tendenza che non riguarda solo la birra, ma tutta la gastronomia.”

Regionalità. Ecco l’ingrediente che ha cambiato il mercato della birra e che ha fatto la fortuna di quella engadinese.

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