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La Svizzera attraverso gli occhi degli altri

Svizzera e Ticino nelle guide turistiche internazionali (foto: USI) swissinfo

Dodici guide turistiche internazionali passate al setaccio per cogliere come gli altri ci vedono. Immagini e descrizioni possono essere anche del tutto sorprendenti.

“La Svizzera è una cabina sospesa nello spazio”. “Tutti la visitano e nessuno la capisce”. “Un involtino di tre paesi”. Tre esempi reali che propongono, per la verità, un’idea della Svizzera perlomeno esotica.

Il fatto è che per molti autori delle guide turistiche la Svizzera, esotica, lo è davvero, seppure “molto bene organizzata”. “La Svizzera – si legge per esempio nella ‘Guide du routard’ – è un mosaico stupefacente. Ma c’è un aspetto ancora più incredibile: funziona tutto e anche piuttosto bene (…)”.

Autore della singolare ricerca è il professore Claudio Visentin, docente all’Università della Svizzera italiana che, appunto, ha analizzato come Svizzera e Ticino vengono illustrati nelle fitte pagine delle guide, inseparabili compagne di viaggio anche nell’era di internet.

La Svizzera, sostanzialmente, è apprezzata e quasi tutti gli autori concordano nell’affermare che, veri o falsi che siano, il peso degli stereotipi pregiudicano una comprensione più profonda del paese, ritenuto molto complesso, interessante e stimolante per la sua grande diversità.

Comunque e sempre montagne

C’è chi sostiene che gli svizzeri siano molto abili nel trasformare questi “cliché”(Heidi, cioccolata, orologi a cucù, Emmental, jodel, banche, ecc…) in buoni argomenti di marketing, tanto più che la Svizzera è come se portasse sulle spalle gli stereotipi di tre culture: tedesca, francese e italiana (le guide, la parte romancia, non la citano praticamente mai).

A dire il vero negli stereotipi ci sguazzano anche alcuni autori. Un esempio preso da “The Xenophobe’s Guide to the Swiss” (una guida inglese): “La Svizzera è l’unica nazione che fa sembrare i tedeschi inefficienti, i francesi poco diplomatici e i texani dei poveracci…”.

La Svizzera – e basta guardare le copertine delle guide esaminate – è comunque e sempre intimamente associata alle montagne. Il Cervino, poi, appare come un patriarca protettore che troneggia, inamovibile e con il suo candore, in tutti i ricordi di viaggio.

La trasparenza è un valore che paga

Se è vero che le guide puntano molto sull’aspetto naturalistico della Svizzera, molta attenzione viene prestata anche ai fatti legati alla storia recente: i fondi ebraici in giacenza, il “grounding” di Swissair, “Expo 02”, l’adesione all’ONU (2002), le imprese sportive di Alinghi.

La guida tedesca Baedeker, per esempio, evidenzia il lavoro di autocritica del nostro Paese rispetto al suo passato, affermando che la trasparenza paga: “La Svizzera non è un paese di cartapesta, ma un paese reale e coraggioso”.

Apprezzati anche altri aspetti come la multiculturalità, la protezione sociale e la sicurezza. Elogiativo il giudizio dei vicini di casa italiani che, sulla guida Touring, scrivono: “La Svizzera è un Paese evoluto e civilissimo, nel quale ciò che più interessa a chi vi si reca in visita – l’organizzazione di ciò che ha a che fare con la cultura, l’arte e il turismo – funziona nel migliore dei modi”.

Il Ticino nel cuore o alla periferia

E il Ticino? Malgrado lo smisurato amore dei tedeschi, nelle guide internazionali rimane un po’ alla periferia, marginalizzato. “La passione per il cantone da parte dei tedeschi – spiega a swissinfo Claudio Visentin – si appiattisce però sul lato naturalistico e paesaggistico. Australiani e americani sono forse meno romantici, ma mostrano maggiore senso critico e sforzo di comprensione”.

Anche se, nelle guide anglofone, non mancano le classiche associazioni: “efficienza svizzera e dolce vita italiana”, “la Svizzera con l’accento italiano”, “tranquillità svizzera e passione italiana”, “cantone così italiano ma che non ha nulla a che vedere con l’Italia”.

“Nelle guide internazionali – commenta Visentin – questa doppia identità viene quasi vissuta come se il migliore pezzo dell’Italia fosse uscito dall’Italia stessa e che questa contaminazione italo-elvetica dia esiti piuttosto positivi”.

Certo è che il Ticino per molti italiani è stato il primo viaggio all’estero. “La prima guida estera del Touring – sottolinea Visentin – è stata dedicata alla Svizzera e al Ticino. E da primo paese da esplorare, oggi il Ticino è diventato il giardino sulla porta di casa”.

Se nelle guide turistiche il Ticino viene apprezzato moltissimo – i superlativi si sprecano – negli itinerari di viaggio dedicati alla Svizzera è relativamente marginalizzato. “Il fatto di essere l’unico cantone a sud delle Alpi – osserva il ricercatore – in una nazione spesso identificata con il Cervino, è un elemento che pesa. Di fatto il Ticino rientra spesso in gioco solo in seconda battuta, in un secondo viaggio o in una seconda visita”.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

Commissionata da “Hotellerie Suisse Lugano”, la ricerca condotta all’Università della Svizzera italiana, ha esaminato come le principali guide turistiche italiane, francesi, tedesche, inglesi, americane e australiane – scelte anche in base alla provenienza dei turisti – descrivono la Svizzera e il Ticino.

Anche se nuovi strumenti stanno acquistando maggiore spazio sul mercato editoriale, la tradizionale guida turistica rimane il principale intermediario tra il turista e i luoghi visitati. Per questo una guida mal realizzata può penalizzare una destinazione, svalutandone le risorse, diffondendo informazioni datate o errate, alimentando pregiudizi e luoghi comuni.

Touring Club Italiano (Italia), guida nata nel 1961.
Guide du Routard (Francia), nata nel 1973 (viaggio a basso costo).
Baedeker (Germania), sinonimo di guida turistica dal 1829.
Marco Polo, ADAC, Polyglott (Germania)
Dorling Kindersley (Regno Unito), la più globalizzata delle guide: prodotta in Polonia, elaborata a Singapore, stampata in Cina, pubblicata in Gran Bretagna.
Rough Guide (Regno Unito), creata da Mark Ellingham, nel 1982.
Frommer’s (USA), nata nel 1957, 75 milioni di guide vendute.
Fodor’s (USA), nata nel 1936.
Let’s Go (USA), nata nel 1960 e scritta ancora adesso esclusivamente dagli studenti di Harvard.
Lonely Planet (Australia), nata nel 1973, oggi è la più importante casa editrice indipendente di guide al mondo.

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