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La Svizzera punta sui parchi naturali

La Biosfera Val Müstair, un valore aggiunto per il patrimonio paesaggistico nazionale biosfera.ch

La Confederazione ha dato il via libera alla realizzazione di nove parchi naturali di importanza nazionale. Un nuovo marchio che intende conciliare protezione della natura e sviluppo sostenibile.

Presentate in febbraio, tutte le candidature hanno ottenuto il nullaosta dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), sulla base delle qualità naturali e paesaggistiche, dell’integrazione regionale e della credibilità economica. La Svizzera potrebbe così veder nascere otto parchi regionali e un parco naturale periurbano, ripartiti prevalentemente nei cantoni svizzero-tedeschi.

Il condizionale è comunque d’obbligo visto che – come sottolineato dal direttore dell’UFAM Bruno Oberle – finora il marchio non è ancora stato attribuito, ma si tratta soltanto di candidature, la cui realizzazione si protrarrà sull’arco di diversi anni e dovrà coinvolgere tutte le regioni. I criteri ancorati nella legge sono piuttosto severi e non sempre di facile attuazione: un parco naturale d’importanza regionale deve garantire la conservazione di natura e paesaggio e l’incremento di un’economia sostenibile. Il tutto in un’ottica di sensibilizzazione ed educazione ambientale.

Principi che finora si riscontrano soltanto nella biosfera UNESCO dell’Entlebuch, nel canton Lucerna, che nel mese di luglio ha ottenuto il primo marchio di questo tipo in Svizzera. Senza contare, naturalmente, il Parco nazionale svizzero, unico nel suo genere e fondato nei Grigioni nel 1914.

Un valore aggiunto per il turismo elvetico

Dall’entrata in vigore delle modifiche della legge sulla protezione della natura e del paesaggio, il 1° dicembre 2007, i progetti di creazione di nuovi parchi d’importanza nazionale hanno riscosso molto successo, anche se il loro ruolo turistico ed economico resta per ora piuttosto vago.

“L’utilità dei parchi nazionali devono prima di tutto riconoscerla, trovarla e volerla gli abitanti della regione”, ammette Oberle. “Ci sono zone che hanno il vantaggio di avere un politecnico, una grande banca o una multinazionale. Altre invece si caratterizzano per la bellezza del paesaggio, per una qualità di vita particolarmente alta, per dei prodotti quasi unici sul mercato”.

Con il nuovo marchio, spiega Oberle, si tratta dunque di offrire a questi territori uno strumento per consolidare oppure rafforzare le particolarità del territorio e sfruttare così al meglio il loro potenziale.

Per raggiungere questi obiettivi, i diversi progetti potranno contare su un sostegno finanziario da parte della Confederazione di 7,4 milioni di franchi sull’arco di quattro anni (2008-2012). Le regioni riceveranno dunque da un minimo di 0,28 a un massimo di 1,42 milioni di franchi. Un importo giudicato insufficiente da alcuni cantoni, che dovranno cercare altrove i finanziamenti necessari.

Già in fase di progetto, i parchi avranno comunque la possibilità di sfruttare il marchio “candidatura” – che ne certifica l’approvazione da parte dell’UFAM – per le prime attività di commercializzazione. Potranno inoltre partecipare alla campagna “Viaggi naturali”, che verrà lanciata il prossimo anno da Svizzera Turismo.

Conciliare ecologia e economia: un progetto ambizioso

Il concetto di parco naturale, associato a una riserva ad uso didattico e scientifico, è stato ampliato nel corso degli anni. Oggi queste aree protette devono infatti conciliare la conservazione dell’ambiente naturale e del paesaggio con gli obiettivi di promozione socioeconomica. Una sfida quantomeno ambiziosa per queste regioni, chiamate a trovare un giusto equilibrio tra due aspetti a prima vista incompatibili.

“Credo non ci sia una concorrenza fondamentale tra economia e protezione della natura”, precisa Oberle. “Al contrario, un’utilizzazione sensata, razionale e parsimoniosa delle risorse naturali è una condizione necessaria per lo sviluppo sostenibile di una regione”.

Un ottimismo non sempre condiviso però dalle associazioni ambientaliste. “Nella valutazione di alcuni dei dieci progetti presentati a febbraio, la protezione del paesaggio non è stata presa sufficientemente in considerazione, a favore di aspetti più economici”, ammonisce Otto Sieber, segretario generale di Pro Natura. “Nei prossimi anni bisognerà dunque restare vigili affinché i criteri stabiliti dalla legge siano effettivamente rispettati”.

I dieci progetti approvati dall’UFAM, unitamente al parco nazionale svizzero, coprono il 7% circa del territorio svizzero, pari alla superficie del canton Ticino. Un’area protetta destinata comunque ad aumentare. Entro il 9 gennaio sono infatti attese numerose candidature, provenienti questa volta anche dai cantoni latini, come il parco del Locarnese, quello dell’Adula o quello giurassiano.

swissinfo, Stefania Summermatter

Parchi naturali regionali:
·Binntal (Vallese)
·Chasseral (Berna e Neuchatel)
·Diemtigtal (Berna)
·Ela (Grigioni)
·Gantrisch (Berna e friburgo)
·Thal (Soletta)
·Thunersee-Hohgant (Berna)
·Val Müstair (Grigioni)

Il progetto Sihlwald (ZH) aspira invece all’istituzione di un parco naturale periurbano.

La regione dell’Entlebuch, nel canton Lucerna, è stata la prima in Svizzera a ricevere il marchio di parco naturale regionale di importanza nazionale. Dal 2001, questo territorio è una riserva della biosfera riconosciuta dall’UNESCO.

Dopo la revisione della legge sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN) nel 2006, in Svizzera sono previste tre categorie di parchi di importanza nazionale.

Nei parchi nazionali la priorità viene data al libero sviluppo della natura, ma possono anche inglobare villaggi e attività agricole in periferia. Per il momento, la Svizzera ne conta uno solo di questo genere, realizzato nei Grigioni nel 1914.

I parchi naturali regionali puntano a garantire un equilibrio armonioso tra la conservazione del paesaggio e il progresso economico, in una prospettiva di sviluppo sostenibile. Questi territori possono inoltre accedere allo statuto di riserva di biosfera, definito dall’UNESCO.

Situati in prossimità di agglomerati, i parchi naturali periurbani hanno quale scopo la sensibilizzazione della popolazione, offrendo ai visitatori un po’ di verde a pochi passi da casa.

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