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“Il voto online fa parte delle nostre missioni strategiche”

La Posta intende svolgere un ruolo determinante nello sviluppo dell'e-vote in Svizzera. Marcel Bieri

La Posta svizzera l'anno prossimo lancerà, in collaborazione con il Cantone di Neuchâtel, una propria piattaforma di voto online. Il "gigante giallo" si prefigge di convincere rapidamente altri Cantoni ad adottare il suo sistema, che permetterà potenzialmente a tutto l'elettorato di votare via internet, spiega Claudia Pletscher, responsabile dello sviluppo e dell'innovazione presso La Posta.

swissinfo.ch: Perché La Posta si lancia nel mercato del voto elettronico?

Claudia Pletscher: Con 19 milioni di lettere spedite ogni anno nell’ambito delle votazioni e delle elezioni, siamo il partner numero uno dei cantoni in questo campo. E abbiamo intenzione di rimanerlo anche in futuro. Il voto elettronico si iscrive nella trasformazione del nostro core business, che si sposta sempre più dal mondo fisico a quello digitale. Ogni anno, il volume totale di lettere spedite per posta diminuisce tra l’1 e il 2%.

La Posta è già un’azienda altamente digitalizzata e la trasmissione di dati riservati fa parte delle nostre attività di base. Abbiamo dunque tutte le carte in mano per avere successo. Ciò, partendo dal principio che il voto elettronico e il voto per corrispondenza coesisteranno ancora per molti anni in parallelo.

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Lotta aperta sul futuro dell’e-voting in Svizzera

Questo contenuto è stato pubblicato al Sin dalle prime prove nel 2003, vi sono due visioni contrapposte su come implementare il voto elettronico in Svizzera. Da un lato, Ginevra, dove lo Stato svolge tradizionalmente un ruolo importante, si è subito orientata verso un sistema pubblico, realizzato dalla A alla Z dai servizi informatici cantonali. Questo modello ha finora convinto altri tre…

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swissinfo.ch: Il governo federale vi ha comunque dato una bella mano bocciando il consorzio di nove cantoni aderenti al progetto zurighese…

C. P.: Non abbiamo stabilito il nostro calendario in base alla decisione del Consiglio federale. Siamo in discussione con il nostro partner spagnolo Scytl già dal 2014. Abbiamo iniziato a sviluppare la nostra piattaforma all’inizio di quest’anno, poi abbiamo concluso una partnership con il cantone di Neuchâtel, con l’obiettivo di effettuare le prime prove nel 2016. Era dunque il momento ideale per annunciare questa collaborazione, a prescindere dalle circostanze esterne.

swissinfo.ch: Oltre a Neuchâtel, vi sono altri cantoni interessati alla vostra piattaforma di voto online?

C. P.: Non posso esprimermi sulle discussioni in corso con altri clienti. Posso però garantirle che c’è grande interesse. Sono convinta che con la nostra soluzione nei prossimi anni attireremo altri cantoni.

swissinfo.ch: In Svizzera sono già stati testati tre sistemi. È veramente utile svilupparne un quarto?

C. P.: Abbiamo concepito un sistema di seconda generazione che a nostro avviso soddisfa al 100% i requisiti di sicurezza della Cancelleria federale affinché tutto il corpo elettorale, in Svizzera e all’estero, sia autorizzato a partecipare a una elezione o una votazione online. Sia la verificabilità individuale, sia quella universale sono garantite.

Ciò significa che gli elettori, come pure le autorità, possono verificare in qualsiasi momento la correttezza della registrazione e dell’elaborazione dei voti espressi. Questa è una grande novità.

La piattaforma sarà completamente gestita dalla Posta nei suoi centri di calcolo ad alta sicurezza in Svizzera e tutti i dati saranno trattati in modo confidenziale. L’integrazione nei sistemi informatici dei cantoni sarà peraltro estremamente facile.

swissinfo.ch: Cosa rispondete a chi vi accusa di fare soldi sulle spalle dei diritti popolari?

Già oggi, la Posta non trasporta gratis il materiale di voto. Lo sviluppo dell’e-post, quindi anche del voto elettronico, fa parte delle nostre missioni strategiche. La Posta realizza l’86% dei propri ricavi nel mercato di libera concorrenza e ha il diritto di investire le proprie risorse laddove ritenga opportuno. Questo fa parte del mandato conferitole dal Consiglio federale. Siamo dunque assolutamente al nostro posto in questo mercato.

swissinfo.ch: Ma perché fare appello a una società informatica estera per sviluppare il vostro progetto?

C. P.: La Scytl è da 15 anni nel mercato e leader mondiale nel voto online. Ha fatto della crittografia la sua specialità e quindi soddisfa le elevate esigenze che ci siamo prefissati. Inoltre La Posta non è una semplice cliente della Scytl: abbiamo i diritti di proprietà intellettuale sulla piattaforma di e-voting progettata congiuntamente.

Il codice sorgente è in un certo senso la ricetta di fabbricazione di un programma informatico. Si presenta sotto forma di istruzioni impartite al computer da un programmatore. Un codice sorgente aperto – o open source – permette a chiunque di verificare le caratteristiche del programma e di controllare, per esempio, se sono state installate backdoor al fine di raccogliere dati. In un sistema open source, la comunità dei programmatori può partecipare al miglioramento del codice. Così sono individuati più rapidamente i problemi di sicurezza.

swissinfo.ch: Non sussiste nondimeno il rischio che la segretezza del voto degli svizzeri finisca nelle mani di un servizio di intelligence come l’NSA?

C. P.: In tal caso, non si dovrebbe più utilizzare alcun sistema informatico sviluppato all’estero. Ciò non è realistico. Siamo chiari: né la Posta, né la Scytl hanno accesso ai dati di voto, che del resto sono tutti anonimizzati. La chiave per aprire le urne elettroniche è nelle mani dei Cantoni.

swissinfo.ch: Sareste disposti a pubblicare il codice sorgente del sistema, come intende farlo presto il cantone di Ginevra?

C. P.: Sì, non abbiamo nulla da nascondere. Posso già annunciare che pubblicheremo il codice sorgente della nostra piattaforma in occasione delle prime prove di voto elettronico che effettueremo l’anno prossimo con il cantone di Neuchâtel.

swissinfo.ch: Gli svizzeri all’estero si lamentano regolarmente di non ricevere in tempo il materiale di voto, poiché al momento non è possibile inviarlo elettronicamente. Ci si può aspettare un cambiamento in questo campo?

C. P.: La flessibilità è appunto un vantaggio offerto dal nostro sistema. Se i cantoni lo desiderano, potranno inviare il materiale di voto ai propri cittadini per via elettronica. Diversi di essi hanno del resto già inserito questo progetto nella loro road map.

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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