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Luce verde per esperimenti all’aperto con OGM

Malgrado una moratoria di 5 anni sull'uso di OGM nell'agricoltura, la ricerca è ancora permessa Keystone

L'università e il politecnico di Zurigo potranno sperimentare all'aperto la coltivazione di piante geneticamente modificate. L'Ufficio federale dell'ambiente ha autorizzato tre esperimenti.

I test con grani geneticamente modificati e con un incrocio tra graminacee e grano avverranno a Zurigo-Reckenholz e Pully dal 2008 al 2010. Greenpeace ha criticato duramente la decisione.

“Abbiamo approvato questi esperimenti basandoci sulla Legge sull’ingegneria genetica (LIG), che è molto restrittiva. Inoltre, la moratoria sugli OGM non impedisce agli scienziati di effettuare delle ricerche”, spiega a swissinfo Bruno Oberle, direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM).

I lavori dei due atenei zurighesi, che costituiscono una ricerca di base, intendono sostanzialmente studiare se piante di grano geneticamente modificate mostrino un’accresciuta resistenza a funghi patogeni anche in campo aperto e come questa resistenza si manifesti in condizioni naturali.

Misure di sicurezza

Nel contempo verranno chiariti aspetti relativi alla “biosicurezza”: si cercherà di verificare se non vi siano effetti rilevabili anche su altri esseri viventi (diversi dai funghi patogeni che sono il bersaglio della modifica genetica) quali vari organismi del suolo e insetti.

Si studieranno infine le possibili conseguenze di una trasmissione alle piante selvatiche (ad esempio graminacee attorno ai campi) di proprietà ottenute per modificazione genetica.

L’UFAM fa notare che le proteine prodotte a partire dai geni introdotti nel grano OGM (organismo geneticamente modificato) sono già presenti nell’ambiente, dato che il DNA (patrimonio genetico) utilizzato proviene da piante correntemente coltivate nella Confederazione.

“Pertanto queste sperimentazioni non creano un nuovo contesto ecologico. Se soddisfano i requisiti previsti dalla LIG, l’UFAM è tenuto ad autorizzarle, ma può imporre condizioni supplementari volte ad aumentarne la sicurezza”, indica un comunicato dell’ufficio.

E infatti i ricercatori sono tenuti ad attuare una serie di provvedimenti: recinzione del terreno e, durante la fase di germogliazione, protezione supplementare contro l’intrusione di volatili; distanza di sicurezza dai campi circostanti di grano, segale e triticale; analisi di campioni di grano dai campi limitrofi; pulizia di macchinari dopo l’utilizzo sul posto e consegna all’impianto d’incenerimento per rifiuti in contenitori a parete doppia del materiale vegetale non più utilizzato.

“Siamo arrivati alla conclusione che questi esperimenti non presentano nessun pericolo per la salute”, sottolinea Bruno Oberle.

Diritto di ricorso

L’UFAM ha anche deciso chi, fra gli oppositori, ha diritto di ricorso contro l’autorizzazione. A tal fine, intorno ai campi delle sperimentazioni è stato definito un perimetro di 1000 metri entro il quale i ricorrenti devono risiedere.

Mentre i due oppositori di Zurigo non risiedono entro questo perimetro, a Pully questo requisito viene soddisfatto da undici dei 27 ricorrenti. I reclami vanno inoltrati al Tribunale amministrativo federale di Berna entro 30 giorni dalla notifica della decisione.

Gli esperimenti in dettaglio
Due domande di ricerca con OGM provengono dall’Istituto di biologia vegetale dell’Università di Zurigo. Le sperimentazioni in questione vertono sullo studio di grano con un’accresciuta resistenza a una malattia fungina, l’oidio, e di un incrocio tra il grano e un’erba selvatica, l’egilope cilindrica (Aegilops cylindrica).

La sede prevista per l’emissione deliberata è l’Istituto di ricerca Agroscope Reckenholz-Tänikon (ART), ubicato nella città di Zurigo. Alcune delle piante di grano con resistenza specifica sono incluse anche nella domanda relativa alla sperimentazione prevista a Pully.

La terza domanda è stata inoltrata dall’Istituto di scienze delle piante del politecnico di Zurigo. Anche in questo caso la sperimentazione verte sulla coltivazione di piante di grano con un’accresciuta resistenza a funghi patogeni, ma non a una sola specie come all’ART. Le sperimentazioni si terranno all’ART e all’Istituto di ricerca Agroscope Changins-Wädenswil (ACW), che ha sede a Pully, presso Losanna.

Critiche degli ambientalisti

L’associazione ambientalista Greenpeace ha criticato la decisione, ritenendo che in Svizzera non siano necessarie sperimentazioni all’aperto per valutare i rischi degli OGM per l’uomo, gli animali e l’ambiente.

Gli effetti per gli altri organismi dovrebbero essere studiati dapprima in laboratorio o in serra. Questioni urgenti e possibili conseguenze per la salute dovrebbero essere analizzate sul lungo periodo.

Greenpeace intende ora studiare a fondo l’argomentazione dell’UFAM e valutare le possibilità di “combattere la semina di OGM”.

swissinfo e agenzie

In Svizzera sono state finora condotte tre sperimentazioni in campo aperto con piante geneticamente modificate. Per questo tipo di esperimento è necessaria un’autorizzazione federale.

Nel 1991 e nel 1992 la Stazione federale di ricerche agronomiche di Changins aveva piantato in campo aperto patate geneticamente modificate.

Due domande inoltrate nel 1998 per la coltivazione sperimentale di mais e di patate geneticamente modificati sono state rifiutate.

Una sperimentazione con grano resistente a funghi patogeni è stata infine condotta dall’Istituto di scienze vegetali del Politecnico federale di Zurigo nel 2004.

Il 27 novembre del 2005, il popolo svizzero ha accettato con il 55,7% dei voti una moratoria di cinque anni per la produzione di organismi geneticamente modificati (OGM) in agricoltura.

La moratoria era stata richiesta attraverso un’iniziativa popolare denominata «Per alimenti prodotti senza manipolazioni genetiche». Governo e parlamento si erano pronunciati contro l’iniziativa.

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