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Migranti e salute: gli ospedali corrono ai ripari

All'Inselspital di Berna, un paziente su cinque è un migrante Keystone

Nei nosocomi svizzeri l'assistenza medica nei confronti dei pazienti stranieri deve essere migliorata.

A Berna lunedì sono stati presentati un manuale e un film ricchi di consigli e suggerimenti per migliorare le relazioni con i migranti. L’obiettivo è di superare i problemi di comprensione.

Un manuale e un filmato per rispondere ai bisogni dei migranti in tema di sanità: il materiale divulgativo, destinato al personale sanitario, è stato elaborato dall’Associazione nazionale degli ospedali H+ e dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

Svizzeri e migranti di fronte alla malattia non hanno le stesse “chances”, ha indicato lunedì in un incontro con i giornalisti Thomas Spang, responsabile della sezione “pari opportunità” dell’UFSP.

I migranti – ha detto – appartengono agli strati sociali più sfavoriti. Sono esposti a rischi sanitari più elevati e incontrano maggiori difficoltà a far valere i propri diritti: per ragioni linguistiche, ma anche perché devono abbattere barriere socio-culturali.

Le campagne di prevenzione raggiungono peraltro solo in modo marginale queste persone.

Formazione e qualità

Il manuale “Diversità e pari opportunità” e il filmato “Quando capire è guarire”, che si rivolgono al personale di ospedali, cliniche e centri terapeutici, tentano appunto di dare una risposta a questo problema.

Entrambi formulano raccomandazioni nell’intento di migliorare la qualità delle cure e -a più lunga scadenza- di comprimere i costi sanitari.

Corsi di formazione dovranno peraltro permettere al personale ospedaliero di meglio assistere pazienti di origine, lingua e religione diversa.

Uno su cinque

Al riguardo la direzione dell’Inselspital di Berna ha comunicato che dei 27’036 pazienti curati nel corso del 2005, ben un quinto erano migranti. L’istituto investe ogni anno circa 300’000 franchi in traduttori e interpreti, ma la somma è insufficiente e non è rimborsata dalle assicurazioni.

Il materiale informativo presentato lunedì rientra nell’ambito del progetto “Migrant-Friendly Hospitals”, che ha preso avvio nel 2002 e per il quale la Confederazione ha stanziato 25,8 milioni di franchi su un periodo di cinque anni.

Il progetto sarà portato avanti, ha indicato Thomas Spang: obiettivi e strategia saranno illustrati dal Consiglio federale nella prossima primavera.

swissinfo e agenzie

La strategia “Migrazione e salute 2002 – 2007” della Confederazione è scaturita da un’ampia indagine condotta nel settore della migrazione. La strategia ricalca l’obiettivo “Salute per tutti nel 21° secolo” dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

L’obiettivo perseguito a lungo termine è quello di creare un sistema sanitario in grado di rispondere ai bisogni di una società e di un’utenza mutate in seguito ai movimenti migratori.

Per rendere meglio accessibili i servizi sanitari e per fornire prestazioni specifiche, dovranno essere attuate misure in cinque settori d’intervento: formazione, informazione e prevenzione, fornitura di prestazioni sanitarie, offerte terapeutiche destinate a rifugiati e ricerca.

Il progetto prevede la creazione di una rete di ospedali, cliniche psichiatriche, cliniche di riabilitazione e istituzioni di lungodegenza, che si distinguono per la loro particolare competenza nell’assistenza ai migranti

Prevede inoltre la divulgazione di conoscenze attraverso lo scambio di esperienze fra medici, personale di cura ed esperti dell’amministrazione. L’elaborazione di raccomandazioni e standard, la promozione e il sostegno finanziario di misure concrete nelle istituzioni figurano anche tra gli obiettivi.

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