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Monito USA: pericolo rappresaglie di al Qaida

Negli Stati Uniti si festeggia la morte di Osama bin Laden Keystone

Istituzioni e cittadini degli Stati Uniti dovrebbero prepararsi a possibili attacchi di rappresaglia in seguito all'uccisione di Osama bin Laden. Segnalato dallo stesso presidente USA Barack Obama, il pericolo è evidenziato anche da un esperto svizzero di sicurezza.

Albert Stahel, professore di studi strategici all’Istituto di scienze politiche dell’università di Zurigo osserva pure che è probabilmente stato raggiunto un accordo segreto con il Pakistan. Un patto che collega la cattura di bin Laden con il ritiro americano dall’Afghanistan. Intervista.

swissinfo.ch: Quali sono le conseguenze della morte di bin Laden per la leadership di al Qaida e dei gruppi affiliati?

Albert Stahel: Verso la fine della sua vita bin Laden era solo una figura simbolica e non era più coinvolto nella gestione delle operazioni terroristiche di al Qaida.

Ora sarà dichiarato “martire” – ossia elevato a qualcosa di simile a un santo – e la sua morte invierà un segnale a coloro che rimangono di al Qaida, dando loro maggiore impulso per le prossime azioni.

swissinfo.ch: Quindi dobbiamo aspettarci attentati di rappresaglia in tutto il mondo?

A.S: Sì, certamente. Si tratterà principalmente di attacchi contro istituzioni e cittadini statunitensi. La macchina può ripartire, anche se sono stati tranquilli per qualche tempo.

Ora i gruppi hanno l’impulso. Nello Yemen, al Qaida è sempre stata molto importante e lo stesso vale per i gruppi del Nord Africa.

swissinfo.ch: Quali sono le conseguenze della morte di bin Laden per gli Stati Uniti?

A.S: Il periodo del ‘dopo attacchi dell’11 settembre’ è ormai concluso e gli Stati Uniti hanno trionfato. Le operazioni USA in Afghanistan stanno arrivando alla fine. Il presidente Obama ora può dire ‘abbiamo vinto al Qaida e possiamo andarcene dall’Afghanistan’.

Ho l’impressione che sia stato fatto un accordo fatto tra i pachistani e gli americani, perché senza i pachistani una simile operazione non sarebbe stata possibile.

swissinfo.ch: In passato il Pakistan è stato criticato per il ruolo ambiguo riguardo a bin Laden. Perché è sfuggito alla cattura per così tanto tempo?

A.S.: I pachistani lo proteggevano. Era una specie di moneta di scambio. Hanno avuto la possibilità di dire: ‘abbiamo bin Laden e fino a quando lo abbiamo possiamo fare pressione sugli americani e avere più influenza sulla situazione’.

Con in mano questo asso avrebbero potuto dire: ‘dimenticheremo bin Laden, lo potete avere, ma dovete fare qualcosa in cambio’. E ho l’impressione che l’elemento molto importante sia il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan. Il 2014 – ossia l’inizio del ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan – è uno dei fattori importanti che si deve tenere ben presente.

La Svizzera non è un obiettivo esplicito di Al Qaida e il nucleo del gruppo terroristico è stato fortemente indebolito dalla perdita di persone al comando. È quanto scrive il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) nel rapporto annuale 2010, per pura coincidenza presentato proprio nel giorno in cui è stata annunciata l’uccisione di Osama bin Laden.

Il documento ripercorre gli avvenimenti fino al febbraio 2011. Già prima della morte di bin Laden, Al Qaida ha infatti subìto diversi duri colpi: numerosi elementi chiave sono stati uccisi nel corso del 2010, scrive il SIC, che dal primo gennaio 2010 raggruppa i servizi di intelligence federali.

Il SIC sostiene che non esistono prove di contatti fra Al Qaida e persone che vivono in Svizzera. La minaccia terroristica è debole e non è quindi tale da pregiudicare l’ordinamento statale, anche se un singolo attentato non può essere completamente escluso.

Fonte: Ats

(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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