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Nuoto e religione: giurisprudenza cambia

La libertà di religione non dispensa gli alunni dai corsi di nuoto misti alle elementari. Lo ha stabilito la Corte suprema, respingendo il ricorso di un padre musulmano.

Con questa decisione, il Tribunale federale modifica la sua giurisprudenza del 1993, quando aveva dispensato dai corsi di nuoto una ragazza musulmana.

La sentenza pubblicata venerdì riguarda due allievi di quarta e quinta elementare di Sciaffusa. Il padre, un tunisino, l’anno scorso aveva chiesto alla commissione scolastica comunale di dispensarli dai corsi di nuoto misti. La richiesta era stata respinta, così come il suo ricorso al Tribunale cantonale.

Il ricorrente si è allora rivolto alla Corte suprema elvetica. Invano, poiché ora i giudici federali gli hanno a loro volta dato torto. Nella sentenza, l’Alta corte spiega che negli ultimi 15 anni i comportamenti e i punti di vista socio-culturali sono cambiati. L’insegnamento del nuoto è diventato obbligatorio in molti cantoni.

Dispensare i ragazzi da tali corsi sarebbe contrario agli sforzi di integrazione. L’interesse pubblico di frequentarli prevale su quello religioso dei singoli.

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