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L’orologeria svizzera si lancia sul mercato degli smartwatch

Swatch Group lancerà prossimamente un orologio connesso di nuova generazione. Eppure, fino a poco tempo fa, iI suo patron, Nick Hayek, si mostrava alquanto scettico di fronte a quelli che considerava dei «gadget elettronici». AFP

Soltanto un anno fa, nessuno o quasi dei grandi nomi dell’orologeria credeva nell’orologio connesso. Nel momento in cui l'Apple Watch è presentato ufficialmente, le cose stanno però cambiando. In questa annunciata lotta tra giganti, l’industria svizzera ha qualche atout da far valere.

Oramai è una certezza: l’orologio connesso „Swiss Made“ è in arrivo. Rimane soltanto da sapere quando. I primi modelli, tra cui quello del gruppo Festina Svizzera, saranno verosimilmente esposti alla prossima edizione di BaselworldCollegamento esterno, la più grande fiera orologiera del mondo, che apre i battenti il 19 marzo a Basilea.

A lungo reticente, pure Nick Hayek, il CEO di Swatch, numero uno mondiale dell’orologeria, ha deciso di lanciarsi in quest’avventura: in febbraio ha annunciato l’uscita di una linea di smartwatch nei prossimi tre mesi.

Apple Watch: un orologio da “personalizzare”

Apple ha svelato ufficialmente il suo atteso orologio connesso, l’Apple Watch, il 9 marzo 2015. Primo nuovo prodotto presentato dall’azienda dopo l’iPad nel 2010, sarà disponibile il 24 aprile in nove paesi (Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, Hong Kong, Giappone, Gran Bretagna e Stati Uniti).

Questo orologio connesso, il cui schermo tattile potrà essere «personalizzato», dispone di molte funzioni. Si potrà ad esempio ascoltare musica, controllare la propria attività fisica, ricevere SMS e telefonare.

L’orologio è dotato di: un microfono che permette di utilizzare il sistema di riconoscimento vocale Siri, una funzione Uber X per chiamare un taxi e un sistema di videosorveglianza che diffonde le immagini in diretta sull’orologio.

La sua autonomia è di 18 ore durante l’utilizzo. L’orologio potrà essere portato tutto il giorno senza che la batteria si scarichi completamente, afferma Apple. Il modello di base costerà 349 dollari (343 franchi).

Fonte: AFP

Anche altre case orologiere svizzere sono ai blocchi di partenza. Ad esempio Tag Heuer, che prevede di lanciare il suo orologio connesso a Internet entro la fine dell’anno. Jean-Claude Biver, patron a interim, è tra quelli che hanno cambiato idea. «Rimango convinto che l’orologio meccanico svizzero di oltre 1’000 franchi non ha nulla da temere. Nella gamma di prezzi inferiore, invece, gli orologi connessi sono una reale concorrenza per l’orologeria svizzera», afferma.

Capacità di reazione sottovalutata

Appena un anno fa, Xavier Comtesse, creatore del gruppo di riflessione “Watch Thinking”, faceva parte degli osservatori che giudicavano severamente l’indifferenza degli orologiai svizzeri nei confronti dell’orologio connesso. Oggi è rassicurato. «Tutti i capi aziendali o quasi hanno cambiato opinione. Non si trattava di un bluff. Negli ultimi mesi, hanno semplicemente constatato che la Svizzera disponeva di conoscenze tecnologiche enormi e che era meglio attrezzata della California per imporsi su questo mercato».

Al Centro svizzero di elettronica e di microtecnica (CSEM) di Neuchâtel, dove da una quindicina d’anni si lavora sulla miniaturizzazione delle tecnologie destinate a essere portate dall’uomo, prevale lo stesso parere. «I media e gli analisti finanziari sottovalutano la capacità di reazione dell’orologeria elvetica. La Svizzera possiede tutte le competenze microtecniche ed elettroniche per produrre orologi connessi di alta qualità», sottolinea Jens Krauss, responsabile di questo progetto di ricercaCollegamento esterno presso il CSEM.

Il microcosmo orologiero ha preferito aspettare di vedere quali contorni avrebbe assunto questo mercato, per il momento ancora riservato a una piccola frangia tecnofila della popolazione, prima di lanciarsi. Un atteggiamento «piuttosto intelligente» secondo Jens Krauss.

Malgrado gli annunci dei giganti dell’elettronica, nessun orologio connesso è infatti riuscito a davvero convincere gli utilizzatori. «I prodotti come quelli presentati da Samsung e da Apple sono semplici smartphone che si portano al polso. Ciò non ha nulla di rivoluzionario e le funzioni di questi orologi non rispondono veramente ai bisogni dei consumatori», ritiene l’ingegnere del CSEM.

L’Apple Watch, presto sul mercato. Keystone

Gestire l’Internet degli oggetti

Dopo aver visitato per due mesi numerose società orologiere e ditte attive nelle tecnologie numeriche negli Stati Uniti, Xavier Comtesse si è fatto un’idea più precisa di come potrebbe essere l’orologio connesso del futuro. «Sarà una sorta di telecomando per gestire gli oggetti che ci sono vicini, come la propria automobile, il proprio computer o la domotica della propria casa, ma che permetterà anche di effettuare pagamenti in banca o al supermercato», prevede.

È precisamente in questa direzione che sembra orientarsi Swatch, che ha annunciato di essere in discussione con Coop e Migros, i principali attori della grande distribuzione in Svizzera, in vista di un partenariato in materia di pagamenti mobili. Jean-Claude Biver rimane dal canto suo enigmatico sulle sue intenzioni. «Il nostro orologio connesso dovrà distinguersi dalla concorrenza offrendo altre funzionalità, conservando al contempo il DNA della marca Tag Heuer», si limita ad affermare.

Di fronte alla potenza finanziaria dei giganti del 2.0, l’orologeria svizzera ha tre atout principali da far valere, ritiene Xavier Comtesse: la padronanza dell’energia, la durabilità e il savoir-faire nell’industria del lusso. «Bisogna lasciare la Due Cavalli a Apple e offrire una Ferrari connessa. La gente ne ha abbastanza di oggetti che vanno continuamente caricati e sostituiti».

Il futuro nell’orologio ibrido?

Il Gear di Samsung, un’estensione dello smartphone. Keystone

In merito alla questione, centrale, del consumo energetico, in Svizzera si stanno delineando numerose soluzioni. Presso Vaucher ManufactureCollegamento esterno, azienda specializzata nella produzione di movimenti, si è dell’idea che il futuro passi dall’associazione di movimenti meccanici e di interfacce elettroniche dell’orologio. Questo permetterebbe di conservare il savoir-faire unico dell’orologeria svizzera, senza per questo rinunciare a considerare l’orologio uno strumento, come lo è sempre stato.

«Analogamente alla dinamo di una bicicletta, il movimento automatico, azionato dal polso, alimenterebbe in modo quasi ininterrotto una batteria o una pila, la cui energia permetterebbe di far funzionare l’interfaccia software dell’orologio. Il problema dell’autonomia limitata degli smartwatch sarebbe quindi risolto», spiega Takahiro Hamaguchi, responsabile dello sviluppo presso l’azienda di Neuchâtel.

Generatori di energia di questo tipo sono già stati sviluppati da Vaucher Manufacture, assicura Takahiro Hamaguchi. «Non resta che trovare partner interessati, in Svizzera o all’estero, per sviluppare questo orologio ibrido».

Brevetti aggirati

Sony è già alla sua terza versione di orologio connesso. Keystone

L’energia solare, già utilizzata sul quadrante del T-Touch di Tissot, rappresenta anch’essa un’alternativa, così come le pile di lunga durata sulle quali sembra puntare Swatch. Ma per la maggior parte degli specialisti, è soprattutto operando una scelta giudiziosa tra la moltitudine di applicazioni disponibili e riducendo il consumo di energia che si riuscirà a migliorare l’autonomia dello smartwatch. E quindi a renderlo più attrattivo.

Al CSEM, un centro interamente dedicato al trasferimento delle tecnologie verso l’industria, le richieste giungono da ogni parte. «Delle multinazionali, ma pure degli orologieri svizzeri, manifestano un interesse crescente per le nostre tecnologie e i nostri brevetti», afferma Jens Krauss.

L’ingegnere ha constatato che alcuni giganti dell’elettronica avevano aggirato i brevetti del CSEM per produrre il loro orologio connesso. «Non ci lanceremo in battaglie legali, non è il nostro ruolo», afferma. «Queste grandi aziende non riescono più a innovare. Acquistano così delle tecnologie esistenti, delle piccole start-up e dei portafogli di brevetti. È in questo settore che la Svizzera, con la sua tradizione d’innovazione, possiede le sue migliori carte da giocare».

10 miliardi di dollari nel 2018

In un rapporto pubblicato nel settembre 2014, gli analisti di Citi Research ritengono che il mercato degli orologi connessi, che vale oggi quasi 2 miliardi di franchi, raggiungerà i 10 miliardi nel 2018. Secondo uno studio della banca UBS pubblicato in dicembre, nei primi nove mesi del 2015 verranno venduti 24 milioni di Apple Watch. Le vendite del Samsung Gear, più apprezzato rispetto al suo concorrente californiano, saranno ancora maggiori, prevede l’UBS.

A titolo di paragone, l’orologeria svizzera ha esportato 28,6 milioni di orologi nel 2014. «I mercati europei sembrano adottare a rilento questi nuovi orologi intelligenti. È sul continente asiatico che avverrà il passaggio definitivo del mercato dall’orologio tradizionale a quello connesso», prevede il giornalista Grégory Pons, editore della newsletter “Business montres & joaillerie”.

Traduzione dal francese di Luigi Jorio

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