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Firma di Infantino in un contratto sospetto, perquisizioni all’UEFA

L'italo-svizzero Gianni Infantino aveva fatto della trasparenza il suo cavallo di battaglia per l'elezione, lo scorso 26 febbraio, alla testa della Federazione internazionale di football. Keystone

"Sono costernato e non accetto che la mia integrità venga messa in dubbio da nessun tipo di media": il neo presidente della FIFA Gianni Infantino refuta con fermezza le accuse giornalistiche secondo cui, tra i cosiddetti "Panama papers" c'è un contratto di alcuni anni fa, firmato dall'allora dirigente dell'UEFA, che dimostrerebbe il suo coinvolgimento in transazioni sospette. Intanto la polizia federale ha perquisito la sede dell'UEFA.

Vari organi di informazione martedì hanno scritto che l’italo-svizzero, quando era capo dei servizi legali dell’UEFA, ha firmato un contratto con due uomini d’affari argentini, che successivamente sono stati incriminati negli Stati Uniti per reati finanziari. Sempre stando alle indiscrezioni giornalistiche, il contratto in questione riguarda i diritti televisivi per la trasmissione delle partite della Lega dei campioni in Sudamerica. Infantino e l’UEFA negano qualsiasi addebito.

Il documento è stato pescato tra gli 11 milioni e mezzo di file “sfuggiti” dallo studio panamense d’intermediazione legale e finanziaria Mossack Fonseca, che hanno evidenziato un gigantesco sistema di evasione fiscale tramite migliaia di società offshore. Dallo scandalo sono emersi nomi di personalità di primo piano di tutto il mondo. Il primo ad essere stato travolto è il premier islandese David Gunnlaugsson, che è stato costretto a dimettersi.

In seguito alle rivelazioni emerse su Infantino, le autorità svizzere non hanno tardato a reagire. La polizia federale ha infatti perquisito mercoledì la sede dell’UEFA a Nyon. In un comunicato trasmesso all’AFP, l’UEFA ha indicato che la polizia ha chiesto di avere accesso ai documenti tra l’organizzazione e Cross-Trading/Teleamazonas, le due società implicate nella transazione sospetta. «Naturalmente l’UEFA ha fornito alla polizia federale tutti i documenti in suo possesso e collaborerà pienamente», si legge nella nota.

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Non c’è tregua alla FIFA

2 dicembre 2010: I Mondiali di calcio sono assegnati alla Russia per il 2018 e al Qatar per il 2022. Le accuse di corruzione si fanno più forti.

17 dicembre 2014: L’ex procuratore federale statunitense Michael Garcia si dimette dal comitato etico della FIFA per protestare contro la gestione dubbia delle indagini per fare luce sull’attribuzione dei Mondiali 2018 e 2022.

27 maggio 2015: In ispezioni a sorpresa in un hotel di Zurigo, dove si tiene il Congresso mondiale del calcio, le autorità svizzere arrestano sette funzionari della FIFA con l’accusa di corruzione. Il Dipartimento di giustizia americano annuncia anche un’inchiesta per corruzione.

2 giugno 2015: Un paio di giorni dopo essere stato rieletto per un quinto mandato, sotto pressione Sepp Blatter annuncia che si dimetterà da presidente della FIFA per il febbraio 2016.

21 dicembre 2015: La Commissione etica sospende per otto anni il presidente della FIFA Sepp Blatter e quello dell’UEFA Michel Platini, che sembrava predestinato a succedere a Blatter. La sospensione sarà poi ridotta a sei anni. In causa c’era un versamento sospetto di 2 milioni di franchi, nel 2011, da parte della FIFA in favore di Platini, chiesto da Blatter.

26 febbraio 2016: il segretario generale dell’UEFA Gianni Infantino viene eletto nuovo presidente della FIFA, promettendo di “rilanciare l’immagine ed il rispetto della FIFA”. Il vallesano diventa il terzo presidente svizzero a presiedere la FIFA, dopo Blatter (1998-2015) ed Ernst Thommen (sei mesi di presidenza ad interim nel 1961).

4 aprile 2016: Tra i molti nomi che emergono dalla bufera dei Panama papers, c’è anche quello di Gianni Infantino. Il neo presidente della FIFA è costretto a difendere la sua reputazione, dopo che vari organi d’informazione internazionali affermano che quando lavorava per l’UEFA ha firmato un contratto con una società offshore per dei diritti di trasmissione televisiva.

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