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«La piazza finanziaria ci metterà a dura prova»

Eveline Widmer-Schlumpf fa parte del governo svizzero dal 2007. Dukas

Si sarebbe potuta immaginare una vita anche fuori dal governo federale. La presidente della Confederazione Eveline Widmer-Schlumpf parla con swissinfo.ch, delle maggiori sfide politiche del 2012 e della sua collocazione fra destra e sinistra.

Ancora poche settimane fa la sua rielezione in Consiglio federale era tutt’altro che certa.  Il 14 dicembre scorso, la 55enne ministra è stata però eletta con un buon risultato per una seconda legislatura nel governo federale. E, dal 1° gennaio, Eveline Widmer-Schlumpf assume per un anno la presidenza della Confederazione.

swissinfo.ch: Prima della rielezione si è chiesta cos’altro avrebbe fatto in caso di insuccesso?

Eveline Widmer-Schlumpf: Sì, certo. Ora mi chiederà sicuramente cosa avrei fatto, ma non glielo dirò. Non sarei rimasta disoccupata e avrei trovato senz’altro il modo di occuparmi perché sono motivata a cominciare sempre qualcosa di nuovo.

Non sarei stata prostrata. Ma dopo l’elezione mi è capitata un’altra cosa. In qualche modo ho perso il controllo, perché mi ero preparata bene alla possibilità di non essere rieletta. Ho avuto bisogno di un paio di ore per riprendermi.

swissinfo.ch: Quali saranno le sue priorità nell’anno presidenziale?

EWS: La priorità spetterà ai principali progetti del Consiglio federale. Senza dubbio nei prossimi anni ci dovremo occupare della situazione economica. Anche i problemi della nostra piazza finanziaria, che hanno sempre effetti anche sull’economia produttiva, ci metteranno alla prova.

Un problema molto ampio e complesso è quello della politica energetica. Nel quadro della strategia energetica 2050 abbiamo il compito di presentare proposte concrete che indichino la via per arrivare a quella scadenza. Dobbiamo fornire le basi per una discussione approfondita.

Nel rapporto con l’Unione europea dovremo occuparci di diversi problemi fiscali. Mi riferisco in particolare alla questione delle regole cantonali per la tassazione delle aziende. Inoltre dobbiamo rispondere a molte domande in relazione all’evoluzione dell’Europa.

Nel settore sanitario siamo di fronte a una votazione – quella sul sistema di managed-care – che vogliamo vincere come squadra. In futuro il Consiglio federale vuole esprimersi più spesso come autorità collegiale, per mettere in chiaro che i temi in votazione sono sostenuti dall’intero governo e non solo dai singoli dipartimenti.

swissinfo.ch: Il 1° gennaio il consigliere federale Didier Burkhalter passerà a dirigere il dipartimento degli esteri. La scelta è stata discussa dal Consiglio federale?

EWS: In governo ci siamo chiesti chi dovesse assumere questa funzione nella situazione attuale, in cui la questione dei rapporti e della collaborazione con l’Unione europea e globalmente anche con stati non europei diventerà cruciale.

La disponibilità degli stati esteri nei nostri confronti tende a diminuire. Ci sono situazioni che vanno chiarite. Negli ultimi due anni Didier Burkhalter ha seguito e partecipato alle discussioni su questi temi. La scelta di affidargli la guida del Dipartimento degli esteri è apparsa evidente al governo.

swissinfo.ch: Il suo partito sta riflettendo su una collaborazione più stretta con il Partito popolare democratico. Come si immagina una collaborazione istituzionale tra i due partiti?

EWS: La forma per me non è decisiva. L’importante è che ci si trovi sui temi e ci si lavori insieme. Ci sono questioni sulle quali i partiti di centro propongono soluzioni molto simili e qui una collaborazione mi pare sensata.

Ho un’idea su quella che potrebbe essere una forma di collaborazione, ma su questo tema non mi voglio esprimere. Della questione si occupa un gruppo di lavoro formato da membri di entrambi i partiti, che nei prossimi sei mesi farà delle proposte.

Sono dell’opinione che il nostro partito, al contrario di altri partiti, non debba e non possa orientare le sue scelte in base alle esigenze di un solo rappresentante. Per questo prima delle elezioni al Consiglio federale ero contraria a una discussione su una fusione o altre forme di collaborazione più stretta. Alla fine la decisione dovrà essere presa dalla base di entrambi i partiti.

swissinfo.ch: Dopo la sua rielezione, la Svizzera ha ora un governo di centro-sinistra o di centro-destra?

EWS: Credo che non sia cambiato nulla rispetto alla situazione precedente alle elezioni. La composizione partitica del governo è rimasta uguale e a seconda del tema ci posizioneremo piuttosto a centro-sinistra o a centro-destra.

Rispetto alla questione energetica, siamo già stati tacciati di essere un governo di centro-sinistra. Dipende da cosa si considera di destra o di sinistra nell’ambito della politica energetica.

Per quel che mi riguarda, sulla questione energetica avevo già le mie posizioni prima di essere eletta in governo. Ancora da esponente dell’UDC mi sono impegnata a favore delle energie rinnovabili. Come membro dell’associazione delle donne di campagna grigionesi, ero in ogni caso sensibile alle questioni ecologiche. Non credo che tutto vada qualificato con l’etichetta “destra” o “sinistra”.

swissinfo.ch: A seconda dei punti di vista, lei viene definita una borghese convinta o una donna di sinistra. Lei dove si colloca?

EWS: Il problema è che non è facile collocarmi in una categoria precisa. Nella politica economica e finanziaria sono borghese. Nell’ambito energetico sono sensibile agli aspetti ecologici. Nei temi che riguardano la società e la famiglia, mi definirei piuttosto progressista e liberale.

Mi sono sempre impegnata affinché i diversi modelli di vita siano accettati. Non mi sono mai lasciata etichettare come buona madre o cattiva professionista. Ho sempre detto che le possibili soluzioni devono essere accettate dalla società in cui si vive. È difficile collocare questa posizione sull’asse destra-sinistra.

Ho invece un approccio conservatore alla questione del federalismo. Non credo che dobbiamo creare delle macroregioni al posto dei 26 cantoni. Considero il federalismo un’ottima forma di convivenza all’interno di uno stato.

Eveline Widmer-Schlumpf è nata il 16 marzo 1956. È cresciuta a Felsberg, nel canton Grigioni, insieme a due sorelle. Dopo gli studi di giurisprudenza a Zurigo, nel 1981 è tornata nel suo cantone di origine, dove ha conseguito la patente di notaio e avvocato. Nel 1990 ha ottenuto il dottorato all’Università di Zurigo.

In quegli anni Eveline Widmer-Schlumpf si è spostata e ha avuto tre figli. Il 15 marzo 1998 è stata eletta sulle liste dell’Unione democratica di centro (UDC) nel  governo cantonale dei Grigioni. Il 12 dicembre 2007 è stata eletta dal parlamento nel Consiglio federale al posto del leader UDC Christoph Blocher.

In seguito a quell’episodio, la sezione grigionese dell’UDC è stata espulsa dal partito cantonale. Anche Eveline Widmer-Schlumpf è stata così allontanata dal suo partito. Da quella scissione è nato il Partito borghese-democratico, a cui hanno aderito anche esponente bernesi e glaronesi dell’UDC.

Il 14 dicembre scorso, Eveline Widmer-Schlumpf è stata rieletta in Consiglio federale. In seguito è stata eletta alla carica di presidente della Confederazione per il 2012.

Traduzione di Andrea Tognina

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