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La Lega sulla cresta dell’onda e il Ticino vira a destra

Giuliano Bignasca festeggia con l'eletto Lorenzo Quadri il secondo seggio leghista nel Municipio di Lugano

Destra populista in netta crescita, partito socialista in difficoltà. Questo il verdetto delle elezioni comunali in Ticino, dove il movimento di Giuliano Bignasca ha emulato il successo della Lega Nord di Umberto Bossi.

La vittoria della Lega dei ticinesi pesa in modo particolare a Lugano, la maggiore città del cantone, dove il movimento di Bignasca strappa il secondo seggio in Municipio – ai danni dei socialisti – e diventa il secondo partito, dietro quello liberale radicale (PLR) che riconferma alla grande il sindaco uscente Giorgio Giudici.

Il verdetto delle urne è invece piuttosto amaro per il Partito socialista che lascia le piume in due centri importanti del Ticino: perde un seggio a Bellinzona, la capitale politica, e a Lugano, la capitale economica e finanziaria.

Se a livello di esecutivi si registra una sostanziale stabilità dei partiti storici – PLR e Partito popolare democratico (PPD) – il discorso è radicalmente diverso nei Consigli comunali dove si assiste a un crollo, che travolge anche il Partito socialista (PS).

I dati dei 102 legislativi ticinesi non lasciano dubbi: Lega e UDC guadagnano circa una cinquantina di seggi, PLR e PS ne perdono una cinquantina a testa, mentre il PPD limita i danni con un’erosione di una ventina di seggi. Buon risultato dei Verdi che si assicurano una ventina di poltrone e il primo municipale (a Balerna) della loro giovane storia. Sorprendente l’esito della lista civica “Il Noce”, del sindaco uscente di Bellinzona Brenno Martignoni, che nella capitale, solo contro tutti, mette in scacco liberali e socialisti.

A vele spiegate, come in Italia

Giuliano Bignasca assapora dunque il gusto della vittoria, con il quale si è riconciliato l’anno scorso quando, in occasione delle elezioni cantonali, il consigliere di Stato Marco Borradori aveva letteralmente trionfato. Oggi la conferma che quella vittoria non era un fuoco di paglia. La Lega cresce. Cresce bene a Chiasso e a Lugano, dove fa il pieno di voti nei quartieri popolari, e cresce anche nella cintura luganese.

Il successo della Lega nei quartieri popolari, spesso caratterizzati da maggiore disagio, è un dato estremamente significativo e rilevante, che dovrebbe fare riflettere la sinistra: perde laddove dovrebbe invece raccogliere consensi. Come non pensare, allora, all’esito delle recenti elezioni italiane e al trionfo della Lega Nord di Umberto Bossi, che ha conquistato realtà tradizionalmente rosse come la Toscana e l’Emilia Romagna e che è entrata nelle fabbriche.

Il vento politico che ha portato al successo del Carroccio in Italia, sembra aver soffiato anche in Ticino, spingendo il vascello di Bignasca verso una vittoria indiscutibile. Il radicamento territoriale e “la capacità di ascoltare i veri problemi della gente” sono, secondo il leader leghista, gli elementi cardine della crescita di consensi.

Il peso del populismo

Il populismo di soggetti politici come la Lega, al di qua e al di là della frontiera, è un dato politico incontrovertibile, denunciato dalle altre forze partitiche in modo piuttosto sbrigativo. A nessuno piace il populismo, eppure è con esso che occorre fare i conti. E varrebbe forse la pena chiedersi perché.

A Lugano, per esempio, la Lega è diventata il secondo partito e, con il 24,95% dei consensi (14,8% nel 2004) si posiziona ad un soffio dal PLR, che in queste elezioni esce con le ossa rotte. Se il “partitone” (così viene chiamato il PLR in Ticino) mantiene i tre seggi in Municipio, a livello di forza elettorale crolla al 27,68% rispetto al 40,2 del 2004.

Affermazione della Lega (+ 6%) anche a Chiasso: nella cittadina di confine ha fatto leva sugli elettori scagliandosi in modo virulento contro il centro di registrazione dei richiedenti l’asilo. La ripartizione dei seggi in Municipio rimane invariata, ma la candidata leghista ha raddoppiato i propri voti personali rispetto alle elezioni di quattro anni fa. Complessivamente queste elezioni comunali regalano al partito di Bignasca oltre venti municipali in più.

Il Partito socialista scornato

Può partire da Chiasso la delusione del Partito socialista (PS), dove il vicesindaco è stato sorpassato dalla candidata leghista. Ma la sconfitta più amara si misura negli esecutivi dei due grandi centri: a Lugano il seggio perso viene conquistato dalla Lega mentre a Bellinzona i socialisti devono cedere una poltrona alla lista civica “Il Noce” di Brenno Martignoni.

Il PS si salva a Locarno, dove nella stanza dei bottoni entra con due rappresentanti soffiando un seggio alla Lega. Ma l’ingresso di un secondo socialista è piuttosto legato al demerito altrui, ossia alla mancata alleanza tra Lega e UDC. Il PS diventa comunque il secondo partito, dietro il PLR che riconferma sindaca Carla Speziali.

Il risultato di Locarno non basta però a mettere balsamo sulle ferite del PS confrontato con un chiaro spostamento a destra dell’asse politico, ampiamente confermato dal risultato dei consigli comunali. La storia di questa pagina elettorale è scritta a chiare lettere. Il tempo dei bilanci, soprattutto per i perdenti, non può più essere rimandato.

swissinfo, Françoise Gehring

Ecco la situazione complessiva nei Municipi dei principali centri del canton Ticino.

A Lugano la Lega dei ticinesi, diventata il secondo partito cittadino, raddoppia il seggio a scapito dei socialisti: mantengono i seggi il PLR (3) e il PPD (1)
A Bellinzona, il PS cede uno dei due seggi alla lista civica “Il Noce”, guidata dal sindaco uscente Brenno Martignoni, che diventa la seconda forza politica del comune dopo il PLR. Mantengono il numero dei seggi il PLR (3) e il PPD (2)
A Chiasso invariata la distribuzione dei seggi (2 PLR, 1 Lega, 1 PPD, 1 Alleanza di sinistra), ma chiara crescita della Lega/UDC in termini percentuali (+6,2%) e chiara erosione dei consensi nella sinistra (-6,9%).
A Locarno il PLR mantiene 3 seggi e il PPD 2, mentre il PS ne guadagna uno a scapito della Lega e diventa la seconda forza politica cittadina.

Lo sguardo d’oltre San Gottardo sulle elezioni ticinesi si specchia nei principali media nazionali che, sebbene con accenti diversi, sottolineano la vittoria della Lega dei ticinesi, lo scarso risultato del Partito socialista e il complessivo spostamento a destra sullo scacchiere politico.

Sotto il titolo “Im Tessin lacht die Lega, und die Linke weint” (In Ticino ride la Lega, piange la sinistra), il foglio zurighese Tages Anzeiger passa in rassegna i principali cambiamenti emersi domenica in base allo spoglio dei voti per i municipi. Primo fra tutti il dato di Lugano, dove la Lega trionfa.

La “Neue Zürcher Zeitung” analizza invece la sconfitta del PS sottolineandone la perdita di consensi. Stessa angolazione nelle letture della “Basler Zeitung” – secondo cui in Ticino avanza la destra – e in quella del foglio della capitale “Der Bund”, dalla cui colonne viene evidenziata la sconfitta del PS e l’avanzamento di Lega e UDC.

Ticino più a destra anche secondo “La Tribune de Genève” e “24 heures”, mentre “Le Temps” mette in relazione l’avanzata della destra con il calo del partito socialista.

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