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Polonia: retromarcia sulla legge sull’Olocausto

Il premier Mateusz Morawiecki annuncia una retromarcia sulla controversa legge sull'Olocausto. KEYSTONE/AP/ALIK KEPLICZ sda-ats

(Keystone-ATS) Colpo di scena oggi in Polonia, dove il governo del premier Mateusz Morawiecki ha annunciato una clamorosa retromarcia sulla controversa legge sull’Olocausto.

Adesso Varsavia intende depennare il paragrafo che permetteva di penalizzare (anche con la prigione fino a tre anni) i cittadini polacchi e stranieri che attribuiscano alla nazione polacca i crimini del Terzo Reich tedesco.

Una svolta accolta con forte apprezzamento anche da Israele, dove il premier Benjamin Netanyahu ha detto di felicitarsi che “il governo polacco il Parlamento, il Senato e il presidente abbiano deciso di annullare quei paragrafi, che avevano scatenato una tempesta e malumore in Israele e nella comunità internazionale”.

Il provvedimento che ha portato a molte discordie consiste nell’emendamento alla legge sull’Istituto della memoria nazionale (Ipn) accolta dal parlamento polacco il 26 gennaio scorso (un giorno prima della Giornata mondiale della memoria sull’Olocausto) e firmata dal presidente polacco il 6 febbraio.

Dopo la firma il capo di stato ha sottoposto la nuova legge all’analisi della Corte costituzionale, per verificare se sia compatibile con la Legge suprema della stato ma la risposta di quest’organo, finora, non è arrivata. La legge era stata ideata inizialmente, per protestare contro chi, ricordando la tragica storia della seconda guerra mondiale usava – spesso per errore o incompetenza – la formula “campi polacchi di sterminio” nel ricordare i lager nazisti.

Ma l’iniziativa di Varsavia ha suscitato proteste e guastato le relazioni con Israele, con gli Stati Uniti e tanti altri paesi del mondo, preoccupati per il tentativo di far tacere i testimoni dell’Olocausto, che accusando i tedeschi non dimenticano però le sofferenze subite dagli ebrei anche da parte di alcuni rappresentanti della popolazione polacca.

I polacchi sono fieri per il fatto che Yad Vashem ha riconosciuto 6620 di loro (il numero più alto fra tutte le nazioni del mondo) come “Giusti fra i popoli” , proprio per gli aiuti offerti agli ebrei durante l’Olocausto. Ma le ricerche scientifiche recentemente realizzate da Barbara Engelking e Jan Grabowski mettono in luce anche l’altra faccia della verità storica: dai documenti ritrovati in alcune province del paese, risulta che due su tre ebrei salvatisi dai campi o dai ghetti morivano per mano dei polacchi o con loro complicità.

La legge sull’Olocausto è servita alla “verità storica”, secondo il premier che ha affermato: “La saggezza di questa tappa consiste nel capire la realtà internazionale”. Morawiecki ha espresso la speranza in una normalizzazione dei rapporti con Telaviv e Washington. Secondo l’opposizione la retromarcia (accolta in giornata da ambedue rami del Parlamento) è arrivata troppo tardi e non riuscirà a far recuperare al paese il prestigio internazionale di alcuni anni fa.

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