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“L’Organizzazione degli svizzeri all’estero deve ringiovanirsi”

"L'OSE è a disposizione di tutti gli svizzeri all'estero", sottolinea il suo presidente, Remo Gysin. swissinfo.ch

L'Organizzazione degli svizzeri all'estero (OSECollegamento esterno) nel prossimo fine settimana celebra il centenario di attività. Ma mai prima d'ora ha avuto così tanta difficoltà nel ricambio generazionale. Il presidente dell'OSE vuole quindi rivolgersi maggiormente ai giovani e allargare la base elettorale per rafforzare la democrazia nel parlamento della Quinta Svizzera.

swissinfo.ch: Oggi 760’000 cittadini svizzeri vivono all’estero, sia per alcuni anni o per sempre. Quali sono le loro necessità nei confronti della Svizzera?

Remo Gysin: L’immagine degli svizzeri all’estero ha molte sfaccettature. Taluni intensificano i rapporti con la Svizzera, altri – magari solo temporaneamente – prendono le distanze. Ma la maggioranza vuole restare parte della Svizzera ed essere informata degli sviluppi importanti in Svizzera. Molti partecipano alle votazioni e alle elezioni e sono grati se possono farlo tramite l’e-voting.

Anche gli svizzeri all’estero hanno bisogno di sicurezza sociale: cosa succede in caso di malattia, nell’età della pensione, nel caso di un ritorno in patria? In tali circostanze c’è bisogno di un’assistenza di specialisti e di consulenza. Molti svizzeri all’estero, soprattutto coloro che risiedono negli Stati Uniti, incontrano grosse difficoltà per poter aprire un conto bancario in Svizzera. Molto importanti sono anche i servizi consolari.

swissinfo.ch

swissinfo.ch: Vi sono esigenze diverse tra giovani e anziani?

R. G.: Certamente. C’è anche una grande differenza tra chi è nato in Svizzera ed è emigrato da adulto, e chi è partito da piccolo con i genitori o è nato e cresciuto all’estero.

Per i giovani l’Organizzazione degli svizzeri all’estero ha tre servizi speciali: educationsuisseCollegamento esterno è responsabile per le 17 scuole svizzere all’estero, che contano un totale di 7’500 bambini e adolescenti; la Fondazione per i giovani svizzeri all’esteroCollegamento esterno permette loro di fare delle vacanze indipendentemente dal reddito e dal patrimonio dei genitori; il Servizio giovani dell’OSE organizza campi estivi, soggiorni linguistici e corsi di formazione politica dei giovani.

La differenza tra giovani e anziani è visibile anche nei circoli degli svizzeri all’estero e nel Consiglio degli svizzeri all’esteroCollegamento esterno. Molti club hanno una penuria di nuove leve. I giovani svizzeri all’estero cercano proprie strutture. Così, con il supporto dell’OSE, un anno fa hanno fondato il Parlamento dei giovani svizzeri all’estero. L’incoraggiamento è venuto dallo sviluppo registrato in Italia, dove in pochi anni sono spuntati una sessantina di gruppi di giovani.

swissinfo.ch: L’OSE quest’anno festeggia cento anni di attività. Che sfide deve affrontare nel mondo odierno caratterizzato dalla crescente mobilità?

R. G.: Con l’anniversario uniamo il desiderio di riunire gli svizzeri all’estero e in patria e quello di aumentare la notorietà dell’OSE. La mobilità effettivamente cresce enormemente. Tutto diventa più veloce, le distanze si accorciano. L’andare e venire aumenta. Un tempo, la povertà era una delle ragioni principali dell’emigrazione. Oggi sono per lo più obiettivi professionali, che portano gli svizzeri a trasferirsi in circa 200 paesi diversi.

I servizi per gli svizzeri all’estero sono richiesti in tutto il mondo e 24 ore al giorno. Ci vogliono offerte dei servizi consolari, come la helpline (numero verde) internazionale, i centri di consulenza o le stazioni mobili che si recano nelle province.

L’OSE informa, consiglia, mette in contatto tra loro gli svizzeri all’estero e rappresenta i loro interessi. Una sfida particolare è il supporto per le elezioni e le votazioni. Affinché i diritti politici degli svizzeri all’estero siano tutelati, si deve estendere urgentemente il voto elettronico. Come già detto, un problema quotidiano riguarda il settore bancario: per gli svizzeri all’estero è molto importante avere un conto bancario elvetico, ma non è sempre facile ottenerlo. In questo campo ci stiamo impegnando a fondo.

swissinfo.ch: L’OSE difende gli interessi dei cittadini svizzeri all’estero. Si autodefinisce “portavoce della Quinta Svizzera”. Ma solo circa il tre per cento degli svizzeri all’estero aderisce a club membri dell’OSE. Si può ancora parlare di una vera e propria rappresentanza di interessi?

R. G.: L’OSE è a disposizione di tutti gli svizzeri all’estero. Lo esigono gli scopi della fondazione e il contratto di prestazioni. Abbiamo organi di informazione come la Schweizer Revue che ha una tiratura di 400’000 copie. Con essa raggiungiamo circa 700-800mila persone.

Circa 600 associazioni di svizzeri all’estero costituiscono la base organizzativa rispettivamente i gestori statutari dell’OSE. Sono il nostro sostegno e la nostra forza, ma complessivamente i membri sono solo tra il 2 e il 4% di tutti gli svizzeri all’estero. Perciò si pone effettivamente la questione di come si può aumentare il numero dei membri dei club svizzeri e delle loro organizzazioni ombrello.

swissinfo.ch: Questo 2-4% degli svizzeri all’estero elegge il parlamento della Quinta Svizzera, che rappresenta gli interessi di tutta la comunità. Da dove trae la sua legittimità il Consiglio degli svizzeri all’estero? Recentemente lei ha parlato a swissinfo.ch di una “questione capitale”…

R. G.: La “questione capitale” si riferisce da un lato alle associazioni e dall’altro al Consiglio degli svizzeri all’estero. Nei circoli osserviamo sviluppi molto diversi. Ci sono sempre nuove fondazioni, ma purtroppo anche scioglimenti a causa del numero troppo esiguo di membri. Una caratteristica generale è la mancanza di giovani. Un problema centrale, che determina il futuro e che pertanto si deve risolvere.

Il Consiglio degli svizzeri all’estero si compone di 120 membri residenti all’estero e 20 nella Confederazione. I membri provenienti dall’estero sono delegati dai circoli. Più svizzeri all’estero e membri di questi club partecipano alle elezioni, più rappresentativo ed efficace diventa il Consiglio degli svizzeri all’estero.

swissinfo.ch: C’è la possibilità di allargare la base elettorale del Consiglio con un’apertura a tutti gli svizzeri all’estero?

R. G.: La visione di una elezione diretta del Consiglio degli svizzeri all’estero, alla quale possono partecipare tutti gli svizzeri all’estero, è da decenni un tema di discussione. Ciò richiede il voto elettronico e la volontà dei circoli e del Consiglio degli svizzeri all’estero.

In diversi paesi, come il Belgio e la Gran Bretagna, c’è già l’apertura, in modo che anche gli svizzeri all’estero che non sono membri di un club possano partecipare alle elezioni. Gli svizzeri in Gran Bretagna hanno un modello che potrebbe indicare la strada per una soluzione transitoria: Sui quattro seggi che detengono al Consiglio degli svizzeri all’estero, due sono riservati a membri dei circoli svizzeri, mentre per gli altri due possono candidarsi tutti gli svizzeri residenti in Gran Bretagna.

Vogliamo conseguire progressi democratici già alle prossime elezione del Consiglio degli svizzeri all’estero del 2017. Un gruppo di lavoro, composto di membri del Consiglio, è all’opera.

swissinfo.ch: Soprattutto i giovani e coloro che risiedono all’estero per un breve periodo non sembrano essere interessati a partecipare ai circoli svizzeri. I giovani utilizzano molto poco tali strutture. Come vuole attrarli?

R. G.: Come dimostra l’istituzione del Parlamento dei giovani svizzeri all’estero, stiamo lavorando intensamente per aumentare l’attrattiva e l’attenzione per i giovani. È qualcosa che sta crescendo e si sta sviluppando. Il successo della promozione dei giovani in Italia incoraggia anche quelli in altri paesi.

È importante che siano i giovani stessi a definire le loro visioni e i loro desideri. Le “associazioni madri” possono offrire loro sostegno nella realizzazione. Tra l’altro, anche la nostra piattaforma SwissCommunity.orgCollegamento esterno è interessante per i giovani.

Remo Gysin

Nato a Basilea nel 1945, ha ottenuto il titolo di dottore in scienze economiche all’università di Basilea.

L’economista e consulente aziendale ha fatto parte dell’esecutivo del cantone di Basilea Città dal 1984 al 1992. Membro del Partito socialista, è stato deputato alla camera bassa del parlamento svizzero (Consiglio nazionale) dal 1995 al 2007.

Remo Gysin è stato tra i promotori dell’adesione della Svizzera alle Nazioni Unite e ha partecipato a missioni internazionali in qualità di osservatore elettorale in Sudafrica, Indonesia e Azerbaigian.

Membro del Comitato dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) dal 2001, è stato nominato alla presidenza dell’OSE il 14 agosto 2015.


Voi cosa ne pensate: il Consiglio degli svizzeri all’estero deve essere composto solo di membri di circoli elvetici nei vari Paesi o deve essere aperto a tutti gli svizzeri che risiedono fuori dalla Confederazione? Fateci sapere il vostro parere!

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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