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Un esame medico per tutti i richiedenti l’asilo?

La metà dei richiedenti l'asilo di origine eritrea soffre di schistosomiasi, una malattia molto diffusa nell’Africa orientale. Keystone

Quasi la metà degli esuli eritrei giunti in Svizzera sono affetti da un parassita. È quanto risulta da uno studio. Secondo i ricercatori, i richiedenti l’asilo dovrebbero essere sottoposti sistematicamente a controlli sanitari. Una proposta respinta dall’Ufficio federale della sanità pubblica. 

Lo stato di salute di un centinaio di richiedenti l’asilo eritrei, che vivono da meno di un anno in Svizzera, è stato per la prima volta sottoposto ad uno studio scientifico. La ricerca è stata condotta da Afona Chernet, dottorando presso l’Istituto di medicina tropicale dell’Università di Basilea, fuggito a sua volta alcuni anni fa dall’Eritrea. 

I richiedenti l’asilo sono stati sottoposti a esami del sangue, dell’urina e delle feci, allo scopo di accertare, in particolare, la presenza di malattie infettive o parassitarie, molto frequenti in diversi paesi africani. 

“I risultati del nostro studio dovrebbero servire innanzitutto a agevolare il lavoro dei medici generalisti. Sono soprattutto loro a entrare in contatto con i richiedenti l’asilo”, indica Chernet. 

Carenza di vitamina D e infezioni 

Dallo studio, il primo di questo genere condotto in Europa, emerge che circa il 80% degli esuli eritrei evidenziano una carenza di vitamina D, legata alla minor esposizione alla luce del sole in Svizzera, che provoca un indebolimento del tessuto osseo e muscolare. 

Inoltre, quasi la metà degli esuli soffre di disturbi post-traumatici e di schistosomiasi, una malattia molto diffusa nell’Africa orientale. L’infestazione si contrae attraverso il contatto con acque dolci, contaminate dalle feci o dalle urine di individui parassitati. I parassiti, vermi di forma piatta, riescono ad infiltrarsi nel corpo umano attraverso la pelle e si insediano nelle vene e in organi vitali, quali il fegato e gli intestini. Senza cure appropriate, questa malattia è non di rado mortale. 

Secondo Chernet, la maggior parte dei richiedenti l’asilo eritrei non erano a conoscenza della loro malattia. Un fatto, a suo giudizio, sorprendente. “Non mostrano neppure dei sintomi. Tendendo conto del fatto che questi parassiti colpiscono la metà degli esuli eritrei, sarebbe sensato sottoporre tutti i nuovi arrivati ad un test di depistaggio”. 

Nessun pericolo per la Svizzera 

La malattia non si trasmette direttamente da uomo a uomo. La popolazione svizzera non ha quindi nulla da temere, sottolineano i ricercatori di Basilea. 

Il responsabile dello studio, Niklaus Labhardt, ritiene tuttavia che la Confederazione dovrebbe emanare delle direttive e pubblicare delle informazioni, destinate innanzitutto ai medici generalisti che curano i richiedenti l’asilo. 

A suo avviso, tutti i nuovi richiedenti l’asilo che giungono in Svizzera dovrebbero essere sottoposti sistematicamente a esami medici. In tal modo le persone colpite da schistosomiasi potrebbero venir curate in modo più facile e meno caro. 

Proposta respinta 

Finora i richiedenti l’asilo sono chiamati a rispondere a molte domande, che non riguardano però il loro stato di salute. Al loro arrivo sono sottoposti soltanto ad un test sulla tubercolosi. Una misura sufficiente, a detta di Daniel Koch, specialista dell’Ufficio federale della pubblica sanità.

Traduzione di Armando Mombelli

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