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Procedure più rapide per i richiedenti l’asilo

I richiedenti l'asilo potrebbero veder le loro richieste trattate in quattro mesi. Keystone

Il piano della ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga per accelerare le procedure di asilo e affidare maggiore competenza alle autorità federali suscita reazioni contrastanti. Alla soddisfazione dell'organizzazione per i rifugiati si oppone lo scetticismo della destra conservatrice.

Le proposte presentate lunedì a una commissione del Consiglio degli Stati (camera alta del parlamento), favorevole alle nuove misure, prevedono di sbrigare l’80% delle procedure per l’esame delle richieste di asilo in 120 giorni, ha detto Sommaruga. Per il restante 20% si dovrà giungere a una decisione entro un anno dall’inoltro della domanda.

Per espletare l’intera procedura, ha spiegato la consigliera federale, i richiedenti l’asilo dovrebbero essere ospitati in centri di accoglienza gestiti non più dai cantoni,come finora, bensì dalla Confederazione.

«Avremo bisogno della collaborazione dei cantoni», ha puntualizzato Sommaruga, aggiungendo che il sistema attuale è troppo complesso.

La ministra di giustizia e poliziaha inoltre proposto di migliorare la protezione giuridica dei richiedenti l’asilo. Ha invece respinto le richieste di inasprimento della legge sull’asilo e di creazione di centri d’internamento.

La riforma potrebbe richiedere cinque anni. Il parlamento ha però già sollecitato il governo a presentare, entro l’autunno, una lista di proposte che potranno essere implementate a breve termine.

Reazioni

In una prima reazione, l’Unione democratica di centro (UDC) ha accusato Simonetta Sommaruga e la Commissione delle istituzioni politiche della Camera dei cantoni di voler ritardare la revisione della legge sull’asilo.

«Sommaruga si concentra su strutture nuove e costose invece di accelerare le procedure con misure semplici e rapide», indica il partito di destra in un comunicato.

Per l’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR), il piano della ministra di giustizia è al contrario giustificato e corretto. «Tutte le parti coinvolte ne beneficeranno», si legge in una nota. Disporre di procedure più abbreviate, scrive l’OSAR, sarà vantaggioso per i rifugiati, per i richiedenti la cui domanda è stata respinta e pure per lo Stato, che potrà così ridurre le spese.

«Contribuirà inoltre a migliorare la credibilità del sistema di asilo», aggiunge l’OSAR.

Beat Meiner, segretario generale dell’organizzazione, fa però notare che l’obiettivo posto da Sommaruga è assai «ambizioso» e «difficile da raggiungere». Trovare il posto in cui creare i nuovi centri federali e persuadere i diversi attori attivi nei centri a lavorare in modo coordinato non sarà facile, ritiene Meiner sulle pagine del Bund.

Scadenze difficili da rispettare

Il giornale bernese sottolinea in particolare che non sarà facile integrare i collaboratori del Tribunale amministrativo federale (TAF) in seno ai centri.

«Avere i giudici all’interno dei centri, i quali saranno chiamati a intervenire in caso di ricorso dei richiedenti respinti, potrebbe compromettere l’indipendenza della giustizia in quanto verrebbe a mancare la separazione fisica tra il tribunale e le autorità di prima istanza», spiega a swissinfo.ch Andrea Arcidiacono, portavoce del TAF.

Per valutare i ricorsi più complessi , osserva poi Arcidiacono, ci potrebbe volere più tempo dei quattro mesi previsti dalla revisione. «Per i casi più difficili dobbiamo richiedere informazioni supplementari, ciò che può allungare i tempi. Il rischio è di dover giungere a una decisione senza aver condotto le necessarie verifiche».

Storia di riforme

Negli ultimi trent’anni sono state diverse le proposte di riforma avanzate nel settore dell’asilo. Quella di questa settimana non è però direttamente legata all’aumento dei richiedenti l’asilo dal Nord Africa. Per far fornte a questa emergenza, il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha annunciato la creazione di uno Stato maggiore Asilo (dettagli a fianco).

Nel 2006, la proposta di inasprimento della politica svizzera di asilo formulata dal governo quattro anni prima è stata accettata in votazione popolare.

La legge consente così di respingere i richiedenti che non sono in grado di presentare documenti di viaggio e di identità validi entro 48 ore dall’inoltro della domanda. Prevede inoltre la detenzione fino a due anni per le persone respinte che si rifiutano di lasciare il paese. I richiedenti respinti possono poi ricevere un aiuto d’urgenza, ma non hanno diritto all’aiuto sociale.

Christian Blocher, tra le figure di spicco dell’UDC e alla testa del DFGP dal 2004 al 2007, si era spinto oltre, ordinando una riduzione del personale e dei centri di accoglienza, basandosi sul presupposto che la Svizzera non avrebbe trattato più di 12’000 richieste di asilo all’anno.

In realtà il trattamento delle pratiche ha accumulato sempre più ritardo e i cantoni si sono trovati confrontati a un numero insufficiente di posti per accogliere i richiedenti.

Tre anni fa, l’allora ministra di giustizia Eveline Widmer-Schlumpf ha suggerito di ridurre il numero di richiedenti l’asilo eliminando la possibilità di presentare la propria richiesta presso le ambasciate svizzere. Una proposta poi respinta da una commissione parlamentare l’anno successivo.

Il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha annunciato mercoledì la creazione di uno Stato maggiore Asilo per far fronte a eventuali situazioni straordinarie in relazione alle recenti sovversioni nel Nord Africa.

Lo Stato maggiore Asilo, che interverrà soltanto su richiesta del governo, riunirà tutti gli attori di rilievo, gli uffici interessati e i Cantoni.

Il DFGP ha poi affidato all’attuale comitato di esperti “Procedura di asilo e alloggio” il compito di elaborare un piano di emergenza.

Con l’adozione di provvedimenti a livello operativo, ha indicato la ministra Simonetta Sommaruga, la Svizzera intende farsi trovare pronta nel caso di un forte afflusso di profughi e migranti.

Da gennaio a marzo 2011, 4’371 persone hanno presentato una richiesta di asilo in Svizzera.

Si è trattato di un aumento del 18% rispetto allo stesso periodo del 2010.

La maggior parte delle richieste è stata formulata da persone provenienti da Eritrea, Nigeria e Tunisia.

Nel mese di aprile 2011, ha indicato l’Ufficio federale della migrazione, le domande di asilo sono state 1’495, in calo del 20% rispetto al mese precedente.

Il Dipartimento federale di giustizia e polizia ha reso noto che la Svizzera potrebbe accogliere i rifugiati in fuga dal conflitto in Libia. I rifugiati economici dalla Tunisia non saranno al contrario ammessi.

Traduzione e adattamento di Luigi Jorio

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