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Ricchezza mondiale aumenta, svizzeri più benestanti al mondo

Ricchezza mondiale aumenta, svizzeri più benestanti al mondo (foto simbolica) Keystone/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Nel 2016 la ricchezza mondiale ha continuato a crescere, anche se a ritmi meno sostenuti rispetto a quelli registrati prima della crisi finanziaria.

Lo rivela l’ultima studio in materia pubblicato da Credit Suisse, che vede gli svizzeri saldamente in testa alla graduatoria mondiale: il patrimonio medio per adulto si attesta 591’000 dollari (596’000 franchi).

I cittadini della Confederazione mantengono il sostanziale distacco con gli australiani, che si piazzano al secondo posto, nonostante un calo di 27’000 dollari subito rispetto al 2015. Dal 2000 – emerge dal Global Wealth Report pubblicato oggi dalla banca – la sostanza media per adulto in Svizzera è cresciuta del 142%: il dato va però relativizzato tenendo conto dell’apprezzamento del franco sul dollaro dal 2001 al 2013. Misurata nella valuta elvetica, la ricchezza delle famiglie nel paese è aumentata del 44% tra il 2000 e il 2016, ossia a un tasso medio annuo del 2,3%.

Nei 26 cantoni vive il 2,3% dell’1% delle persone più facoltose al mondo: una cifra ragguardevole – annotano gli specialisti di Credit Suisse – per un paese con appena lo 0,1% della popolazione mondiale. Quasi due terzi degli svizzeri possiedono patrimoni superiori a 100’000 dollari e il 12% è milionario in dollari.

Nell’anno in rassegna la ricchezza mondiale complessiva ha raggiunto 256’000 miliardi di dollari: rispetto al 2015 vi è stato un incremento dell’1,4% (ossia 3500 miliardi), del tutto in linea con l’aumento della popolazione adulta mondiale. La ricchezza media per adulto, pari a 52 800 dollari, è rimasta così allo stesso livello dello scorso anno.

Nel Regno Unito si è registrato un calo significativo della ricchezza: le famiglie hanno perso un patrimonio pari a 1500 miliardi di dollari per il voto sulla Brexit, che ha avuto come conseguenza una netta flessione dei tassi di cambio e dei valori borsistici.

“L’impatto della Brexit viene perlopiù considerato in termini di PIL, ma meritano attenzione anche gli effetti sulla ricchezza delle famiglie”, commenta Michael O’Sullivan, Chief Investment Officer di International Wealth Management presso Credit Suisse, citato in un comunicato. “Dalla data del voto, il patrimonio delle famiglie nel Regno Unito è diminuito di 1500 miliardi di dollari. La ricchezza per adulto dalla fine di giugno è già scesa a 289’000 dollari, ossia di 33’000 dollari. In dollari di fatto 406’000 britannici non sono più milionari”.

Il rapporto evidenzia anche l’impatto di movimenti valutari divergenti, che hanno provocato un calo della ricchezza in tutte le regioni tranne in Asia. Tra i singoli paesi il Giappone ha registrato il maggiore incremento della ricchezza, pari a complessivamente 3900 miliardi di dollari, seguito dagli Stati Uniti, dove l’aumento è stato di 1700 miliardi.

“Le conseguenze della recessione del 2008-2009 continuano a pesare in misura rilevante sulla crescita, che si sta indirizzando sempre più verso una stagnazione di lungo termine”, afferma Loris Centola, specialista di Credit Suisse, pure citato nella nota. “La nascita di un mondo multipolare, confermata dall’impatto del voto sulla Brexit nel Regno Unito e delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, finirà probabilmente per accentuare questa tendenza, che potrebbe portare il tasso di crescita della ricchezza a una nuova normalità”.

Il rapporto cerca di guardare anche al futuro e avanza previsioni. Gli esperti dell’istituto puntano su una moderata accelerazione entro il 2021 della ricchezza mondiale, che raggiungerà 334’000 miliardi. La Cina dovrebbe contribuire per oltre il 50% all’incremento previsto nelle economie emergenti, mentre oltre il 7% proverrà dall’India.

Il tema specifico affrontato nel 2016 dallo studio – giunto alla settima edizione – è la base della piramide della ricchezza. Si sa relativamente poco su questo gruppo di persone, in parte a causa dei dati incompleti e in parte perché le analisi tendono a concentrarsi sui vertici della piramide, ricordano gli specialisti. La metà più povera in termini di distribuzione della ricchezza mondiale è composta in gran parte dalla popolazione adulta di India, Africa e parti della regione Asia-Pacifico. Negli ultimi 20 anni si è tuttavia assistito a una presenza sempre maggiore di bassi livelli di ricchezza anche in paesi ad alto reddito.

Si stima che il 9% della popolazione adulta globale sia da considerare debitore netto: un dato che gli esperti della banca giudicano preoccupante, tenendo conto dei tassi d’interesse ai minimi storici.

Per quanto riguarda le disuguaglianze, l’1% superiore possiede attualmente il 50,8% del patrimonio globale delle famiglie, al di sopra dei livelli del 2000. Secondo Credit Suisse questo è dovuto probabilmente al valore degli investimenti finanziari, soprattutto in titoli societari.

Le implicazioni future di questa correlazione vengono ritenute particolarmente significative: se i corsi azionari non aumenteranno altrettanto rapidamente negli anni a venire e la quota di patrimonio finanziario si stabilizzerà – o addirittura diminuirà – l’aumento delle disparità nella distribuzione del reddito potrebbe cessare e forse invertire la tendenza.

Global Wealth Report si definisce la più completa e attendibile fonte di informazioni disponibile sulla ricchezza delle famiglie a livello mondiale. Viene compilato con dati sulla ricchezza di 4,8 miliardi di adulti in più di 200 paesi: dai miliardari ai vertici della piramide alle fasce centrali e inferiori, che spesso altri studi trascurano, affermano gli estensori dello ricerca.

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