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13 presunti finanziatori delle Tigri tamil a processo in Svizzera

soldati delle Tigri per la liberazione della patria tamil che stanno marciando
Per finanziare i miliziani delle Tigri tamil nello Sri Lanka, gli imputati al Tribunale penale federale di Bellinzona hanno hanno attuato estorsioni, coazioni, riciclaggio di denaro e truffe in Svizzera? Keystone

Tredici persone accusate di aver convogliato oltre 15 milioni di franchi di finanziamenti al gruppo secessionista delle Tigri per la liberazione dell'Eelam tamil (LTTE), in guerra contro il governo dello Sri Lanka, sono processate da oggi al Tribunale penale federale a Bellinzona. I dibattimenti dovrebbero concludersi l'8 marzo.

Gli imputati provengono da Svizzera, Germania e Sri Lanka. Alcuni erano membri del World Tamil Coordinating Committee (WTCC), l’organizzazione che ha rappresentato le LTTE in Svizzera fino al 2009, quando la guerriglia secessionista è stata definitivamente sconfitta dall’esercito dello Sri Lanka. Tra loro vi sono il fondatore del WTCC, il suo vice e il responsabile delle finanze.

A vario titolo, devono rispondere di partecipazione o sostegno a un’organizzazione criminale, truffa, estorsione, falsità in documenti, riciclaggio di denaro. Poiché le LTTE non sono mai state dichiarate un’organizzazione terroristica in Svizzera, gli accusati non devono invece rispondere di finanziamento di un gruppo terroristico, a differenza dei casi riguardanti l’autoproclamato Stato islamico (ISIS o DAECH) e Al-Qaeda.

Secondo l’atto d’accusa, tra il 1999 e il 2009, gli imputati avrebbero creato una complessa struttura per raccogliere fondi per le LTTE che consisteva nel persuadere i membri della comunità tamil in Svizzera ad ottenere prestiti dalle banche per poi consegnarli al WTCC. Per ottenere somme più elevate, il WTCC avrebbe creato società fittizie che rilasciavano falsi certificati di salario a nome di richiedenti di prestiti, da presentare alle banche e altri istituti di credito. In tal modo

Il Ministero pubblico della Confederazione sospetta fortemente l’organizzazione sotto inchiesta “di aver raccolto le somme in questione ricorrendo a minacce nei confronti della comunità tamil, o perlomeno instaurando un regime di paura per indurre i tamil a effettuare i pagamenti”, si afferma in un documentoCollegamento esterno del tribunale.

I fondi raccolti in Svizzera sarebbero stati trasportati in contanti da corrieri a Singapore e Dubai, da dove sarebbero poi stati fatti pervenire alle LTTE nello Sri Lanka. Queste avrebbero utilizzato il denaro per acquistare armi. Il sistema di finanziamento è crollato nel 2009 dopo la sconfitta militare delle LTTE ad opera delle forze armate dello Sri Lanka.

“Circa l’80% dei tamil che vivevano in Svizzera all’epoca avevano effettuato pagamenti a sostegno delle LTTE per sostenere la lotta contro il genocidio. Questo non rende i tamil sostenitori del terrorismo”, afferma Kuruparan Kurusamy, ex presidente del Consiglio svizzero dell’Eelam tamil, contattato da swissinfo.ch.

Una lunga saga

Al processo si è giunti dopo un lunghissimo procedimento iniziato nel 2009, quando la Procura federale ha avviato un’indagine contro “ignoti” per estorsione, coercizione, riciclaggio di denaro e criminalità organizzata.

Nel 2011, una vasta operazione condotta dalla polizia giudiziaria federale in collaborazione con le polizie cantonali, nel corso della quale erano state eseguite 23 perquisizioni di immobili in dieci cantoni, che aveva portato all’arresto di dieci presunti membri delle Tigri tamil. Questi erano poi stati rilasciati nei due mesi successivi. Nel 2012, una delegazione del Ministero pubblico della Confederazione e della polizia giudiziaria federale si è anche recata nello Sri Lanka per interrogare una quindicina di testimoni.

Il processo era originariamente in calendario nel giugno 2017. È tuttavia stato rinviato in seguito alla richiesta di ricusazione della giudice responsabile, presentata dal legale di uno degli imputati. L’avvocato difensore rimproverava alla magistrata di non aver dato prova di sufficiente diligenza, perché non aveva citato in giudizio tra gli imputati anche una banca svizzera coinvolta nelle transazioni finanziarie.

Kuruparan Kurusamy sostiene che la banca in questione è il Credit Suisse. Sempre stando all’ex presidente del Consiglio svizzero dell’Eelam tamil, la grande banca svizzera avrebbe accettato di concedere 135 prestiti a nome di un cittadino dello Sri Lanka domiciliato in Germania. Il quotidiano romando Le Temps precisa che si tratta di Bank Now, una filiale del Credit Suisse, ad aver accordato dei prestiti a 182 persone, con un tasso d’interesse del 12%.

Nel frattempo Corte dei reclami del Tribunale penale federale ha respinto la richiesta di ricusazione. Ciò ha dunque consentito di svolgere il processo che si apre oggi, il cui verdetto è atteso verso la metà di marzo.

Da notare comunque che uno degli imputati è un ex impiegato della banca in questione. L’istituto partecipa invece al processo in qualità di accusatore privato.

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Comunità numerosa

In Svizzera vivono circa 50’000 persone originari dello Sri Lanka. In maggioranza si tratta di tamil fuggiti dalla trentennale guerra civile nell’isola, conclusasi nel 2009. In molti hanno domandato e ottenuto la cittadinanza svizzera. Cosicché, nel 2016 nella Confederazione c’erano soltanto poco più di 28’000 persone con la cittadinanza dello Sri Lanka in Svizzera. Nel 2016 il governo svizzero ha annunciato che avrebbe applicato criteri più severi per la concessione dello status di rifugiato ai cittadini dello Sri Lanka.

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(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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