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Premio svizzero di letteratura ad Alberto Nessi

Il Gran Premio svizzero di letteratura 2016 è stato attribuito al 76enne scrittore ticinese Alberto Nessi. Nato a Chiasso, Nessi è il primo autore di lingua italiana a ricevere il prestigioso riconoscimento.

Il premio alla carriera, che ha sostituito dal 2013 il Gran Premio Schiller, è stato conferito giovedì a Berna dal ministro svizzero della cultura Alain Berset. La cerimonia di premiazione si è svolta alla Biblioteca nazionale svizzera, dove dal 2010 è conservato il fondo NessiCollegamento esterno, ovvero l’archivio dell’autore ticinese.

Con questa decisione la giuria ha voluto ricompensare «la sua lirica riservata e la sua prosa dalle sfumature oniriche e realistiche». Il consigliere federale Berset ha sottolineato come Alberto Nessi sia il primo autore di lingua italiana ad essere insignito del Gran Premio svizzero di letteraturaCollegamento esterno, dotato di 40’000 franchi.

Secondo il ministro, «questo riconoscimento non soltanto ricompensa l’opera di uno scrittore e poeta stupefacente, ma dimostra anche l’importanza che la Confederazione accorda alla pluralità linguistica e culturale».

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Alberto Nessi, nato il 19 novembre del 1940 a Chiasso, è uno dei maggiori scrittori svizzero-italiani contemporanei ed è uno degli scrittori svizzeri più tradotti e apprezzati nelle altre regioni linguistiche.

Letterariamente è “nato” come poeta: dopo il suo esordio “I giorni feriali” (1969), ha pubblicato tra l’altro “Ai margini (1975), “Rasoterra” (1983), “Il colore della malva” (1992). Alla poesia ha poi intercalato racconti in prosa, riscuotendo successo con “Terra matta” (1984) e “Fiori d’ombra” (1997). Nel 2015, la sua raccolta di racconti “Milò” è entrata nella terna finalista al Premio Chiara.

La scrittura di Alberto Nessi, che dopo gli studi alla Scuola Magistrale e all’Università di Friburgo è diventato docente di letteratura italiana, «si concentra sull’esistenza di donne e uomini comuni, che rimangono nell’ombra, esclusi dalla storia e trascurati dalla memoria collettiva», si legge in una nota dell’Ufficio federale della cultura (UFC).

Membro del Gruppo di Olten, lo scrittore ticinese è molto noto anche per il suo impegno in favore di una Svizzera più aperta al mondo e si esprime con regolarità sui temi dell’attualità. Ha in particolare criticato lo sviluppo economico e urbanistico che ha sventrato i paesaggi ticinesi e le vite delle persone semplici che ci vivevano.

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