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Ruth e Pascale: storie di generazioni

Ruth Dreifuss e Pascale Bruderer: due generazioni a confronto swissinfo.ch

Dirige l’arena politica oggi. L’ha lasciata qualche anno fa. Due donne, due socialiste di due generazioni diverse. In margine al Festival di Locarno, Pascale Bruderer e Ruth Dreifuss hanno, insieme, impartito una lezione di politica molto speciale.

Una lezione soprattutto di vita e di umanità dialogando attorno al tema “La trasmissione del sapere tra generazioni in politica”. Un’occasione fornita dal Coordinamento donne della sinistra che da anni invita a Verscio (nel Locarnese), e proprio come appuntamento fisso durante il Festival, personalità femminili della politica nazionale.

La trasmissione del sapere tra generazioni è un dato scontato? E’ un valore che deve essere rafforzato e riscoperto? Ruth Dreifuss, ex consigliera federale, e Pascale Bruderer, presidente del Consiglio nazionale, ne sono convinte.

Argomentando le loro posizioni, hanno concretamente dimostrato che per trasmettere il sapere ogni occasione è buona. Basta volerlo e lasciarsi guidare dal desiderio di lavorare insieme, di condividere le esperienze. Più il sapere è frutto della passione e delle proprie convinzioni, maggiore è la sua forza divulgativa.

Due punti di partenza diversi

“Nella mia storia personale, la passione per la politica e la voglia di impegnarmi politicamente – spiega Ruth Dreifuss – sono legate a due eventi: l’orrore del nazismo e la paura della bomba atomica. Le motivazioni sono state dunque estremamente drammatiche e hanno animato in me il bisogno urgente di agire per evitare la distruzione totale, la barbarie”.

“Forse quando Pascale ha cominciato a fare politica – continua Dreifuss – il mondo era meno minaccioso e le ha permesso di passare più direttamente alla politica quotidiana”. Pascale Bruderer l’ascolta, attenta. E sorridendo ricorda. “Quando sono stata eletta in Consiglio nazionale, Ruth era in Consiglio federale e per me è stata una figura importante, un modello”.

Bruderer non ama fare nomi, ma non può impedirsi di sottolineare che Dreifuss è stata un modello per le sue grandi qualità di umanità e cordialità. “Vi assicuro – evidenzia la prima cittadina del Paese – che si tratta di due qualità eccezionali in politica”. Cerca lo sguardo di Dreifuss e pubblicamente le dice: “Grazie Ruth”!

Se per Dreifuss l’impegno politico è coinciso con la necessità di resistere a venti di distruzione, per Bruderer il punto di partenza è stato diverso. “Non sono stati i drammi del mondo, ma i drammi personali. Sono cresciuta in una famiglia con persone sorde, l’andicap della comunicazione è dunque molto importante. I miei familiari non hanno avuto le stesse opportunità di altri. Non ne hanno adesso. Non ne hanno in Svizzera. Un dato scioccante che mi ha spinto ad entrare in politica per dare voce a chi non ne ha. Per me è un dovere quotidiano”.

L’importanza dei modelli

Entrambe hanno sottolineato il valore dei modelli. “E’ molto importante conoscere la storia e le esperienze fatte dagli altri – sottolinea Dreifuss – per trovare la propria strada. Io, in fondo, ho ereditato le ultime lotte delle prime femministe che si sono battute per il diritto di voto femminile. Avevo vent’anni quando ho votato per la prima volta, mi era sembrato un fatto quasi normale. Sono andata insieme a mia madre e per lei era la prima volta”.

“Mia madre – continua l’ex consigliera federale – faceva parte di quella generazione che si è battuta per quarant’anni in favore del voto alle donne e che quando ha infine potuto esercitare questo diritto ha sentito di avere raggiunto lo scopo della sua vita. Io faccio parte della generazione che ha avuto a disposizione lo strumento per continuare il lavoro. Ma intanto abbiamo perso per strada delle persone”.

Se oggi le donne possono avere molte porte aperte, è proprio grazie a chi le ha precedute. Pascale Bruderer ne è perfettamente cosciente e riconosce con senso di gratitudine quanto è stato fatto. “Ma c’è ancora molto lavoro da fare. La realtà non rispecchia sempre il principio di parità sancito dalla legge e nella Costituzione. E qui occorre lo sforzo di tutti per poter davvero parlare di parità realizzata, che passa inevitabilmente dalla possibilità di conciliare, vita privata e vita professionale”.

Il ruolo del lavoro collettivo

Soffermandosi sulla storia delle donne in politica, si notano differenze tra la politica rivendicata e la politica praticata. Nel primo caso le alleanze sono quasi immediate, nel secondo caso, quando si tratta di confrontarsi con la concorrenza elettorale, il meccanismo sembra incepparsi, diventare più conflittuale.

La trasmissione del sapere tra le donne funziona veramente? “Credo che la trasmissione del sapere passi estremamente bene – commenta Ruth Dreifuss – fintanto che si continua a lavorare insieme. Il miglior modo per trasmettere il sapere è quello di stare insieme e insieme cercare di risolvere i problemi. C’è chi porta l’esperienza, chi le conoscenze teoriche; mettendo questo sapere in comune, è come essere a tavola, dove tutti possono prendere ciò che serve”.

Pascale Bruderer ritiene che a volte manca la consapevolezza di quanto sia importante trasmettere la conoscenza e le esperienze tra generazioni. Convinta di questo valore, ha deciso di sostenere pubblicamente un progetto comune insieme alla Società svizzera di utilità pubblica: Intergénération. “La nostra società non approfitta abbastanza dalla ricchezza di convivenza tra quattro generazioni. Purtroppo – evidenzia Bruderer – si attribuisce a questo fatto un valore negativo. Con questo atteggiamento di chiusura si spreca però un enorme potenziale”.

Non si smette mai di imparare

Altra qualità messa in campo nel dibattito da Ruth Dreifuss: la modestia. “Non si smette mai di imparare, ma occorre fare prova di modestia, di capacità di ascolto. E, soprattutto, essere se stessi. Ciascuno di noi è marcato dalla propria esperienza, dunque quello che possiamo trasmettere agli altri è ciò che siamo. Ma non bastano le parole per fare passare il sapere. Occorre metterlo in comune lavorando insieme. Per me fare politica significa darsi a fondo, mettersi interamente in gioco. E’ forse l’unico mestiere i cui si possono usare tanto i difetti quanto le qualità”.

In politica occorre allora dare tutto quello che si è e che si ha? “Ruth tu l’hai sempre fatto –commenta Pascale Bruderer –ma ci sono politici che non sono così, forse per proteggersi, forse per calcolo, per non essere criticati o per non essere bersaglio di attacchi. Ma ora, in questo momento, realizzo che tu sei un modello per me anche su questo piano. Anche io vorrei seguire le tue tracce, perché sono contenta di potere dare tutto quanto ho”.

Sì, perché per Bruderer e Dreifuss la politica è anche cuore ed emozioni. Il passaggio del testimone – ed è davvero il meno che si possa dire – è dunque assicurato. Riconoscere una parte dell’opera compiuta da chi è venuto prima, è meglio che ignorarla. La ricchezza è anche questa.

Françoise Gehring, swissinfo.ch, Verscio

In occasione del suo bicentenario, la Società svizzera di utilità pubblica (SSUP) crea nel 2010 una piattaforma internet a livello svizzero col nome intergeneration.ch, per favorire i rapporti tra le generazioni.

La SSUP promuove l’utilità pubblica e il volontariato, lo scambio d’idee e il dibattito sulle questioni essenziali della convivenza, crea nuovi progetti e programmi e sostiene chi si occupa del bene comune.

La presidente del Consiglio nazionale Pascale Bruderer Wyss ha scelto il tema del dialogo e della solidarietà tra le generazioni come leitmotiv del suo anno presidenziale 2010 e sostiene questo progetto con il suo patronato.

Intergeneration.ch è la prima piattaforma a livello svizzero a cui le persone e le organizzazioni interessate si possono rivolgere per ottenere informazioni, avere uno scambio d’idee e trovare dei contatti nell’ambito dei rapporti tra le generazioni. Si rivolge in più lingue al pubblico interessato e agli specialisti.

Nata a San Gallo nel 1940, Ruth Dreifuss è entrata nel partito socialista nel 1965.

Nel 1970 ha conseguito la licenza in scienze economiche all’Università di Ginevra.

Ruth Dreifuss ha lavorato presso la Direzione della cooperazione allo sviluppo e dell’aiuto umanitario del Dipartimento federale degli affari esteri ed ha ricoperto la carica di segretaria dell’Unione sindacale svizzera (1981-93).

Il 10 marzo 1993 è stata eletta in Consiglio federale. Responsabile del Dipartimento federale dell’interno, Dreifuss ha seguito in particolare l’introduzione della legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal), la decima revisione dell’AVS, il dossier di ricerca nell’ambito degli accordi bilaterali Svizzera-UE del 1999 e l’assicurazione maternità.

Nel 1999 è diventata il primo presidente donna della Confederazione. Ha rassegnato le dimissioni dal governo alla fine del 2002.

Pascale Bruderer nasce a Baden il 28 luglio 1977.

Deputata del Partito socialista svizzero, entra in Consiglio nazionale nel 2002 a soli 24 anni.

Nel mese di dicembre del 2009 viene eletta alla presidenza del Consiglio nazionale per il 2010.

Minore di cinque figli, dopo essersi diplomata nel 1997 a Wettingen ha iniziato a studiare scienze politiche presso l’Università di Zurigo e alla Linnaeus University di Växjö, completando il suo percorso universitario nel 2005 con un master in Scienze Politiche sempre presso l’Università di Zurigo.

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