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Chi era Frieda Hauswirth?

una donna seduta al tavolo mostra il volantino su cui è raffigurata una donna
Claire Louise Blaser con il volantino con cui ha cercato informazioni su Frieda Hauswirth. Bild: Christine Blaser

Quando morì all'età di 88 anni, l'altra non era nemmeno nata. Eppure le due donne svizzere hanno qualcosa in comune: l’interesse per l'India. La laureanda Claire Louise Blaser è sulle tracce della scrittrice, pittrice e attivista anticoloniale Frieda Hauswirth, ormai in gran parte dimenticata.

“Era una donna coraggiosa, ostinata, creativa e intellettuale che andò contro tutte le convenzioni del suo tempo”, dice Claire Blaser. Nell’estate del 2017, la giovane bernese ha scoperto per caso il libro ‘Colonial SwitzerlandCollegamento esterno’ nella biblioteca universitaria di Londra e ha trovato un articolo sulla Svizzera d’inizio Novecento in rapporto al movimento anticolonialista indiano. In questo articolo veniva menzionata anche Frieda Hauswirth di GstaadCollegamento esterno, nell’Oberland bernese. Blaser voleva saperne di più su questa donna, ma lì per lì non trovò nulla. Così ha iniziato a setacciare i registri e gli archivi pubblici.

La donna del Saanenland nell’India coloniale ha iniziato a ossessionarla. Divenne ben presto chiaro che sarebbe stata l’argomento della tesi del suo Master in ‘Religione nella politica globale’. Per saperne di più sulla famiglia e sui discendenti della Hauswirth, la studentessa si è recata da Londra fino al Saanenland, ha indagato per le strade e nelle osterie del paese e ha distribuito volantini con la domanda: “Chi sa qualcosa di Frieda Hauswirth?”

Tuttavia quasi nessuno sapeva dell’avventurosa migrante. Grazie al consiglio di un locale, Blaser è entrata finalmente in contatto con due nipoti dell’illustre donna. Si ricordavano ancora che “la loro prozia veniva di tanto in tanto a trovarli di ritorno da posti lontani”. Claire Blaser ha trovato articoli, lettere, libri, bozzetti e disegni nell’archivio di Saanen e dipinti a olio nel locale Museo del territorio.

La partenza

Frieda Hauswirth nacque nel 1886, seconda figlia più giovane di una famiglia di agricoltori composta da dieci figli. Nel suo villaggio, “il suo temperamento ribelle non era ben accetto ed era considerata un po’ strana”, dice Blaser. “Frieda desiderava un’educazione, voleva studiare, visitare il mondo in lungo e in largo e non condurre una vita da casalinga, come era usuale per una giovane donna di allora”.

vecchia foto di famiglia in bianco e nero
Famiglia Hauswirth: in basso a sinistra è Frieda. Quelle: Altes Archiv Gemeinde Saanen

All’età di 21 anni arrivò a Stanford, Stati Uniti, con soli 2 dollari e 50 in tasca, studiò inglese e rimase a galla con diversi lavori. Si unì a una setta spirituale occulta, sposò un americano, divorziò qualche anno dopo e si risposò con l’agronomo e chimico indiano Sarangadhar Das, che apparteneva a una delle caste ai vertici della società. Insieme si trasferirono in India nel 1920.

Osservatrice critica

Anche se Frieda Hauswirth ebbe molti amici tra artisti e nazionalisti, la vita nell’India coloniale della coppia interculturale fu difficile. Spesso i due vivevano separatamente. La donna di Saanen decise deliberatamente di non avere bambini perché “i figli di matrimoni misti in India sono visti con sospetto e avversione sia dagli indiani, sia dagli europei”, come scrisse in uno dei suoi libri.

Bild einer Zeichnung (Aquarell) mit Menschen von hinten.
Acquarello ‘Donne’ di Frieda Hauswirth. Quelle: Altes Archiv Gemeinde Saanen

Hauswirth si impegnò per i diritti delle donne, mise in discussione l’imperialismo occidentale, i missionari cristiani, ma anche alcuni costumi indù, il sistema delle caste indiane e il dominio maschile nel paese.

“Era molto consapevole, relativizzava la prospettiva occidentale, aveva una forte coscienza dei rapporti di potere in relazione alle donne, ma anche al dominio coloniale”, racconta Blaser. “Era più vicina agli indiani che agli inglesi, ma come occidentale rimaneva ai margini”.

Frieda Hauswirth dipingeva e disegnava, per lei questo era un mezzo per entrare in contatto con il popolo. Con un disegno a carboncino del Mahatma Gandhi sul filatoio nel 1927, creò uno dei primi ritratti del leader indipendentista indiano.

disegno di un uomo seduto di fronte a un filatoio
Mahatma Gandhi in un disegno di Frieda Hauswirth del 1927. Quelle: “A Marriage to India”

Dopo nove anni lasciò disincantata l’India. Come donna bianca, si sentiva un peso nei confronti del marito. Si trasferì in un quartiere di artisti a Brooklyn, New York, tornando però regolarmente in India. Suo marito, un politico socialista, contribuì alla Costituzione dell’India indipendente.

Autrice di successo

Il primo libro di Frieda Hauswirth fu pubblicato negli Stati Uniti nel 1930. ‘A Marriage to India’ è un’autobiografia sulle sue esperienze e la vita quotidiana in India.  Due anni dopo seguì il libro di saggistica ‘Purdah’ sulla condizione delle donne indiane. “Nei suoi libri, Frieda si rivolge direttamente al pubblico occidentale. Voleva decostruire le immagini razziste e imperialiste dell’India incivile e le visioni romantiche che la consideravano come regno della pace e della spiritualità”, sottolinea Claire Blaser.

I libri di Frieda Hauswirth, tutti scritti in inglese, conobbero il successo e furono tradotti in diverse lingue (tedesco, olandese, svedese, lettone, ceco, ungherese). “In Svizzera”, afferma la laureanda, “la sua autobiografia e ‘Purdah’ hanno avuto una grande influenza sull’immagine dell’India fino alla seconda metà del XX secolo – erano quasi dei classici”. Seguirono altre cinque opere, tra cui ‘Hanuman’, una storia sulle scimmie sacre. I suoi libri si trovano ancora oggi in molte biblioteche svizzere.

Frieda Hauswirth morì nel 1974 in California. La sua proprietà è stata trasferita a Saanen nel 1991 da un’amica americana – a casa sua, dove quasi nessuno la ricorda.

Traduzione dal tedesco di Mattia Lento

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