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Banche e intermediari svizzeri in prima linea nei “Panama Papers”

Lo studio legale Mossack Fonseca a Panama. Keystone

È la più grande fuga di notizie nella storia della finanza. L’analisi di undici milioni e mezzo di file ha evidenziato un gigantesco sistema di evasione fiscale attraverso decine di migliaia di società offshore. La Svizzera figura tra i paesi più attivi secondo l’inchiesta, che mette sotto accusa anche UBS, Credit Suisse e la filiale elvetica di HSBC. 

Contattata da swissinfo.ch, l’Associazione svizzera dei banchieri (ASB), afferma che gli istituti elvetici “aderiscono a tutti gli standard internazionali e hanno accettato già da tempo lo scambio automatico di informazioni, come nuovo standard globale”.

“La Svizzera ha una base giuridica molto severa per quanto riguarda il riciclaggio di denaro e l’identificazione dei proprietari e dei beneficiari effettivi dei conti bancari”, afferma in una risposta scritta la portavoce dell’ASB per l’America latina Daniela Flückiger.

“Gli istituti finanziari devono rispettare queste disposizioni e leggi in Svizzera e negli altri paesi in cui operano. Le autorità finanziarie hanno il compito di verificare se tali disposizioni e leggi vengono rispettati”. 

I documenti provengono da uno studio legale con sede a Panama, il Mossack Fonseca, e offrono uno sguardo inedito sulla gestione dei flussi di denaro a livello internazionale. Miliardi e miliardi di dollari sarebbero stati dirottati verso discrete isole off-shore per evadere il fisco.

Grazie a un informatore, il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (ICIJ), di cui fanno parte anche diverse testate svizzere, ha avuto accesso a 11,5 milioni di carte segrete – che coprono il periodo dal 1977 al 2015.

Si tratta della più grande fuga di notizie o indiscrezioni nella storia della finanza e della politica, persino più vasta di quelle di Wikileaks nel 2010 e delle intercettazioni della NSA americana svelate da Edward Snowden nel 2013.

Nei Panama Papers compaiono i nomi di almeno 140 politici, inclusi il premier islandese, il presidente ucraino, il re dell’Arabia Saudita, ma anche imprenditori e sportivi. Sarebbero coinvolte circa 215mila società offshore. 

Secondo l’ICIJ, la Svizzera è tra i paesi maggiormente coinvolti: oltre 1200 enti svizzeri figurano tra le 14’000 banche, studi di avvocati e intermediari che hanno contribuito a creare le società offshore oggetto dell’indagine giornalistica. Solo Hong Kong e la Gran Bretagna ne contano di più.

Anche gli intermediari elvetici sono tra i più attivi: secondo l’ICIJ hanno contribuito alla creazione di 34’300 delle circa 214’000 società offshore individuate, ossia il 16% del totale.

UBS, Credit Suisse (tramite una filiale) e HSBC Svizzera figurano inoltre tra le banche maggiormente implicate nella registrazione di società-schermo.



Gli amici di Putin

Diversi quotidiani, in particolare il Guardian, si concentrano sulle attività di Vladimir Putin. Il presidente russo sarebbe coinvolto in questi trasferimenti di denaro attraverso la figura di Sergei Roldugin, musicista e amico intimo di Putin. Secondo il quotidiano svizzero “Tages-Anzeiger”, Sergei Roldugin avrebbe nascosto milioni presso la filiale zurighese dell’istituto finanziario Gazprombank – denaro che difficilmente avrebbe guadagnato come violoncellista e direttore d’orchestra.

“Le registrazioni mostrano che Sergei Roldugin è una delle pedine della rete clandestina gestita dalla cerchia di Putin, che ha trasferito almeno 2 miliardi di dollari su conti bancari e compagnie offshore”, affermano l’ICIJ e altri media partner.

I documenti rivelano che il violoncellista possiede il 12,5% della principale agenzia pubblicitaria televisiva russa, che ha un fatturato annuo di più di 800 milioni di dollari, e ha acquistato anche una quota di minoranza del più grande produttore di autocarri del paese.

“È possibile che Sergei Roldugin – che pubblicamente ha dichiarato di non essere un uomo d’affari – non sia il vero beneficiario di questi beni. Al contrario, i documenti suggeriscono che il musicista stia agendo come uomo di facciata per conto del clan di Putin – e forse per Putin stesso”, sostiene l’ICIJ.

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Altri guai per la FIFA

Ma non è solo la Russia al centro dei Panama Papers. Ad essere toccate sono anche personalità del mondo dello sport, come Lionel Messi – tra i più famosi calciatori al mondo – e il presidente dell’UEFA Michel Platini.

I Panama Papers rivelano anche che un membro del comitato etico della FIFA, l’avvocato uruguaiano Juan Pedro Damiani ha fornito assistenza legale a diverse compagnie offshore collegate a Eugenio Figueredo, un ex funzionario della FIFA sotto indagine per frode e riciclaggio di denaro. Un’altra tegola che va ad aggiungersi alle indagini per corruzione che vedono coinvolti diversi alti dirigenti dell’organizzazione mondiale del calcio. 

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