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Spazzacamini da tutto il mondo in Ticino

Uno dei disegni del romanzo illustrato "I Fratelli Neri". Hannes Binder/Lisa Tetzner/zoolibri

All'inizio di settembre la Valle Vigezzo diventa la patria degli spazzacamini, per il loro raduno internazionale. Quest'anno sconfinano anche in Svizzera.

Ad Intragna e Sonogno, tra feste e canti, ricordano anche la triste storia dei piccoli spazzacamini ticinesi, costretti ad emigrare in Italia tra il XIX e il XX secolo.

Ogni anno, armati di raspe, scope, spazzole, funi e altri attrezzi del mestiere, gli spazzacamini di tutto il mondo sfilano per le strade della Valle Vigezzo, facendo dimostrazioni di pulitura dei camini. Un evento che quest’anno tocca anche il Canton Ticino.

Attraversato il confine tra Italia e Svizzera, più di 300 spazzacamini di 14 nazioni diverse, di cui molti quest’anno dagli Stati Uniti, visitano la Val Verzasca, accolti da feste, risottate, canti e dal musical «I fratelli neri».

Dimitri canta la canzone dello spazzacamino

Ad accogliere in Ticino gli spazzacamini in raduno, anche il famoso clown Dimitri, che con Roberto Maggini canta la tradizionale canzone dello spazzacamino.

Una canzone che i bambini imparavano a scuola, ma che Roberto Maggini, musicista e uomo di teatro, da piccolo sentiva intonare anche dal padre e dagli zii.

«Mio papà è partito a sette anni da Intragna per andare a Torino a fare lo spazzacamino. Il primo giorno si prese una pedata nel sedere, perché non voleva salire su per il camino.»

La paura del buio, la claustrofobia, i maltrattamenti, la fuliggine sulla pelle e nei polmoni per mesi, senza potersi lavare, la fame. Un destino che come il padre di Maggini, conobbero centinaia di piccoli «rüsca», i raschiatori di camini, come venivano chiamati in dialetto.

Piccoli e magri per entrare nei camini

Con un sacco di juta in testa, per filtrare un po’ la fuliggine, i bambini dovevano arrampicarsi su per i camini, raspando con la spazzola. Un lavoro che riuscivano a fare solo i più piccoli, perché passavano bene nelle strette canne fumarie.

Anche se non sapevano mai se il padrone cui affidavano i propri figli era cattivo o no, in certi casi le famiglie non avevano scelta, proprio come quella del padre di Maggini.

«Nella famiglia di mio padre erano in diciassette, tutti della stessa madre. Per questo li mandavano via, a fare lo spazzacamino. Almeno in inverno avevano una bocca in meno da sfamare».

Per mesi i bambini restavano senza potersi lavare, perchè più erano sporchi e più davano l’impressione di essere diligenti. Oltre a svolgere un lavoro massacrante, a volte i padroni li costringevano al digiuno, perché non si irrobustissero.

Poi però a Natale o a Capodanno venivano invitati a pranzo dalle famiglie borghesi, per un senso di finta carità: lo spazzacamino a tavola portava bene.

Dopo mesi di stenti, di pasti molto frugali a base di qualche pezzo di pane, un po’ di brodo e saracche (pesce salato), o elemosine, i piccoli avevano lo stomaco talmente contratto, che non riuscivano nemmeno a gustarsi tutto quel ben di dio. Anzi, a volte i lauti pasti facevano loro più male che bene.

Lo daremo all’uomo nero che lo tiene un anno intero…

All’inizio del ‘900 erano diventate popolari le cartoline e i calendari con foto patetiche del bambino nero con la sua raspa e i vestiti laceri.

Le mamme di città additavano i piccoli valligiani ai loro figli per richiamarli alla disciplina: se non facevano i bravi, li avrebbero fatti portar via «dall’uomo nero».

Il fenomeno dei piccoli «rüsca» termina da solo, tra il 1940 e il 1950, con la scomparsa dei caminetti, sostituiti dalle stufe e dai moderni sistemi di riscaldamento.

Come tanti ticinesi, anche gli zii di Maggini, una volta cresciuti emigrarono in America, soprattutto in California. Solo uno di loro continuò il mestiere di spazzacamino fino all’età di 84 anni.

Basandosi sulla storia della sua famiglia, Maggini ha scritto negli anni ’80 la sceneggiatura del film «L’Oro nel camino», per la regia dell’italiano Nelo Risi, in cui ha anche interpretato una parte.

swissinfo, Raffaella Rossello

XXIV°Raduno Internazionale degli Spazzacamini, Santa Maria Maggiore, Val Vigezzo (Italia) 2-4 settembre.

A Santa Maria Maggiore si trova anche il museo dello spazzacamino.

Il raduno annuale onora la memoria dei tanti piccoli schiavi che dalle valli ticinesi e dalla Val Vigezzo venivano portati a Torino e Milano per fare gli spazzacamini.

Tra le manifestazioni in programma, una mostra dei disegni di Hannes Binder, per l’edizione italiana del romanzo illustrato «I Fratelli Neri».

Lunedì 5 settembre gli spazzacamini visitano le Centovalli e la Val Verzasca.

Prive di industrie, per secoli le valli ticinesi vissero una profonda miseria, che costrinse tanti suoi abitanti ad emigrare.

Dalla metà Ottocento fino agli anni ’50 del XX secolo i ragazzi del Canton Ticino venivano appaltati per andare a lavorare come spazzacamini in Nord Italia.

Molti non sopravvissero al pericoloso lavoro.

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