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Prezzi scontati per riconquistare gli sciatori

Appassionati sciatori sulle piste di Crans-Montana, canton Vallese a inizio dicembre.
Sciatori sugli impianti di risalita di Crans-Montana, canton Vallese, a inizio dicembre. Keystone

Le stazioni turistiche invernali svizzere sperano che la combinazione tra un grande sconto sugli abbonamenti stagionali da un lato e un franco debole dall'altro possa far ritornare gli sciatori sulle piste dopo una serie di inverni davvero deludenti.

Per il secondo anno consecutivo la stazione sciistica di Saas-Fee, in Vallese, offre uno sconto dell’80% sull’abbonamento stagionale (costo: 233 franchi) per incrementare la domanda interna. Sono così state vendute 77mila “WinterCardsCollegamento esterno“. Lo scorso anno ne sono state acquistate 75mila che hanno generato un incremento dei soggiorni del 15%.

“Lo scorso anno tutta la valle ne ha beneficiato”, afferma Claudine Perrothon, responsabile delle relazioni pubbliche di Saas-Fee. “C’è stato un aumento di sciatori e di affari per hotel, appartamenti e negozi.”

La soluzione di Saas-Fee sembra abbia ispirato altre stazioni. In questo momento tutti parlano del Magic PassCollegamento esterno che offre oltre mille chilometri di piste in una ventina di stazioni sciistiche, grandi e piccole, sparse nella Svizzera occidentale e in parte nelle Alpi bernesi. È stato venduto con un grosso sconto (a 359 franchi) al momento della sua presentazione la scorsa primavera. Entro la fine della promozione, le stazioni sciistiche avevano realizzato con la vendita di abbonamenti la cifra d’affari di una normale stagione invernale.

Quest’anno ci sono inoltre molte altre offerte per gli sciatori, comprese giornaliere flessibili, il cui prezzo varia a dipendenza della domanda e delle condizioni meteorologiche, e biglietti speciali per famiglie e ragazzi.

Ad aprile i primi verdetti

Questa valanga d’iniziative al ribasso aiuteranno a far ritornare gli sciatori sulle piste e a creare un importante indotto economico per le stazioni invernali? Oppure la vendita di abbonamenti stagionali a prezzi stracciati comporterà semplicemente la riduzione della vendita di carte giornaliere? È ancora presto per rispondere, ma le opinioni sugli effettivi vantaggi di questo tipo di strategia divergono.

Myriam Scaglione, professoressa alla Scuola Universitaria professionale del Canton Vallese (HES-SO), è convinta che Saas-Fee sia stata innovativa ed è stata premiata con risultati finanziari positivi senza per altro danneggiare le stazioni invernali vicine.

“Ma se portiamo questo stesso modello dei prezzi al ribasso in altre stazioni invernali, il risultato sarebbe lo stesso?” È la domanda che Scaglione si pone sul quotidiano romando 24Heures. “Dobbiamo aspettare la fine della stagione prima di poter rispondere perché è difficile in questo momento misurare l’impatto della strategia sulla vendita di giornaliere e settimanali.”

Anche Laurent VanaCollegamento esternot, esperto di sci ginevrino che pubblica ogni anno un rapporto mondiale sul turismo invernale e sulle stazioni sciistiche, è incerto sull’effetto a lungo termine: “Alcune persone comprano questi pass perché sono a buon mercato, e vanno a sciare cinque-sei volte ovvero il numero minimo per ammortizzare la spesa. Ma penso anche che ci siano persone che acquistano l’abbonamento annuale per poi sciare poche volte.” 

Più critico Peter Furger, esperto vallesano di sport invernali: “Non si possono tagliare i prezzi di tre volte mentre i costi per il personale e il materiale continuano a crescere e non aspettarsi conseguenze negative. Se non si aumenta massicciamente la presenza di sciatori giornalieri, il buco sarà addirittura superiore a quello dello scorso anno.”

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Nelle ultime nove stagioni in Svizzera il numero di sciatori giornalieri è sceso da 29.3 milioni a 21.2 milioni, il livello più basso mai raggiunto negli ultimi 25 anni.

Con la loro strategia aggressiva dei prezzi al ribasso, le stazioni sciistiche sperano di invertire in parte la tendenza negativa, dovuta tra l’altro all’invecchiamento della popolazione svizzera, a una pletora di altre attività invernali, al franco forte e alle condizioni di innevamento sfavorevoli.

A un evento per la stampa organizzato a inizio novembre a Zurigo, il direttore di Svizzera Turismo Jürg Schmid si è forzato di essere positivo sulla stagione invernale incombenteCollegamento esterno. Il suo ottimismo è dovuto principalmente al recente indebolimento del franco svizzero rispetto alla moneta europea. Dopo due stagioni invernali con il franco attestato a 1.10 per un euro, o ancora meno, i turisti europei ora ottengono 1,16 franchi per ogni euro.

Schmid è del parere che con un franco debole la giornaliera per i turisti europei costerà il 6.5% in meno rispetto allo scorso anno. Sebbene il numero di visitatori europei non potrà raggiungere i picchi di prima della crisi economica, il direttore di Svizzera Turismo è però convinto di poter recuperare una buona parte di questi turisti persi nel tempo.

Il Centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo prevede per quest’inverno un aumento del 3.6% dei soggiorni, in parte dovuto alla debolezza del franco e al ritorno atteso di turisti tedeschi, italiani e francesi. Ma questo solo e unicamente se le condizioni meteo e della neve saranno ottimali.

Le condizioni di innevamento restano però imprevedibili. Le ultime due stagioni sono state deludenti per le stazioni sciistiche a basse quota. Uno studio pubblicato lo scorso annoCollegamento esterno mostra come in Svizzera nevichi 40 giorni in meno a stagione rispetto agli anni ’70 del secolo scorso, sia a basse sia ad alte quote. Sulla stessa lunghezza d’onda uno studio di questa settimana di Credit Suisse che ricorda come nel 2035 solamente un terzo delle stazioni turistiche invernali svizzere saranno sufficientemente innevate per poter offrire la pratica dello sci. Oggi solo circa il 60% delle circa 250 stazioni sciistiche possono mantenere questa promessa.  

Ritorneranno i turisti che hanno scelto l’Austria?

Laurent Vanat ritiene che quest’anno vi siano molti “segnali positivi” per le stazioni invernali elvetiche, ma è del parere che le previsioni del direttore di Svizzera Turismo Jürg Schmid siano un po’ troppo ottimistiche. “La giornaliera rappresenta solo il 12-15% del totale dei costi di una vacanza sulla neve – aggiunge- risparmiare il 6% non è nulla.”

“Nelle ultime stagioni i turisti stranieri hanno abbandonato la Svizzera a favore dell’Austria e anche se questa tendenza a un certo punto finirà – aggiunge Venat – ci si chiede se davvero questi turisti ritorneranno in Svizzera. Domanda complicata vista anche l’ottima offerta austriaca. Ora in Austria ci sono diverse stazioni sciistiche che collaborano fra loro e gli impianti di risalita sono buoni. Ma ciò che conta di più sono le strutture ricettive e penso che le stazioni invernali austriache offrano un miglior rapporto qualità-prezzo rispetto a quelle svizzere”.

Una doppia sfida dunque per il turismo invernale elvetico, secondo Venat. “Penso che in parte sia dovuto a fattori demografici ma è anche una questione di convenienza. Lo sci deve ora competere e convivere con diverse altre attività che in principio sono meno care. Ma la buona notizia è che c’è un buon margine di miglioramento”.

Oltre ad offrire migliori sistemazioni, Venat è del parere che le stazioni invernali potrebbero introdurre piccoli cambiamenti che possono fare una grossa differenza. Come centralizzare la vendita dei biglietti e dei servizi, facilitare il noleggio di sci per chi è in appartamento o chalet, o ancora costruire spazi dove poter lasciare sci e scarponi custoditi nelle vicinanze degli impianti di risalita.

“Oggi in diverse stazioni turistiche invernali se vuoi noleggiare degli sci devi andare in un posto, se vuoi acquistare la giornaliera devi andare in un altro posto ancora. A volte i posteggi per le vetture sono parecchio lontani dagli impianti di risalita. Ciò può significare che devi spostarti in cinque posti diversi prima di iniziare a sciare. Se sei solo va anche bene, ma se hai due o tre figli piccoli – conclude Venat – è un incubo.” 

Saas-Fee WinterCard: abbonamento stagionaleCollegamento esterno per 233 franchi, valido per Saas-Fee, Saas-Almagell, Saas-Grund e Saas-Balen. Offerta chiusa il 17 dicembre. 

Magic Pass:abbonamento stagionaleCollegamento esterno per 25 stazioni turistiche (incluse Château d’Oex, Leysin, Les Diablerets, Villars-Gryon, Ovronnaz, Crans-Montana, Vercorin, Grimentz-Zinal). Lanciato in aprile a 359 franchi o 249 franchi (bambini). Offerta chiusa il 13 novembre. 

Mont4Card: per chi ha meno di 25 anni: 400 franchi invece di 1’402 per l’abbonamento annuale delle Quattro valliCollegamento esterno. Offerta chiusa il 30 novembre. 

Bad Ragaz/Wangs: a dipendenza delle previsioni del tempo c’è uno sconto fino al 50% sulla giornaliera per l’area sciistica del PizolCollegamento esterno: più le previsioni del tempo della Televisione svizzera tedesca sono cattive, meno costa la giornaliera. 

Oberland bernese: Abbonamento annuale Top4Collegamento esterno per 666 km di piste il prezzo è di 666 franchi (adulti), 499 franchi (giovani) e 333 franchi (bambini). Valido ad Adelboden-Lenk, Gstaad, Jungfrau e a Meiringen-Hasliberg. Offerta chiusa il 15 dicembre. 

Andermatt/Sedrun: insieme a Ticketcorner, l’area di Andermatt SedrunCollegamento esterno ha introdotto prezzi flessibili per la giornaliera. Il prezzo dipende dalla stagione, dal giorno della settimana, dal giorno in cui si prenota e anche dalle condizioni meteo. 

Portes du Soleil: Abbonamento stagionaleCollegamento esterno per tutto il comprensorio sciistico il costo è di 400 franchi per bambini e giovani fino a 26 anni. 

Tradotto dall’inglese da Riccardo Franciolli

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