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Svitto rifiuta di prestare il Patto federale a Lugano

Il Patto federale, documento storico risalente al 1291 (foto d'archivio) KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Svitto non intende separarsi dal Patto federale, neppure per pochi giorni. Il governo cantonale ha respinto una richiesta dell’esecutivo di Lugano che avrebbe voluto organizzare un’esposizione al LAC con il documento che sancisce la nascita della Confederazione.

Il municipale Roberto Badaracco ha informato lunedì sera del rifiuto il Consiglio comunale. L’idea dell’esposizione del documento storico del 1291 era partita da un’interpellanza sottoscritta da oltre 30 consiglieri comunali e la Città aveva poi trasmesso una richiesta formale alla direttrice dei musei dei Patti federali e al Canton Svitto.

“Riteniamo che prestare il Patto federale a musei o centri culturali in Svizzera non sia assennato”, scrive il Consiglio di Stato svittese nella lettera di risposta al municipio di Lugano menzionata dalla Luzerner Zeitung e dal Bote der Urschweiz e confermata all’ats da Erwin Horat, direttore degli archivi cantonali.

Il consigliere di Stato responsabile del dossier Michael Stahl (PPD) non intende creare un precedente. Una risposta positiva avrebbe spinto altre città, cantoni o musei in Svizzera a presentare richieste simili. Il documento “verrebbe esposto sempre più di frequente a influenze esterne” e potrebbe deteriorarsi, ha spiegato il ministro svittese.

Secondo la Luzerner Zeitung e il Bote der Urschweiz, il governo ha però invitato una delegazione della città di Lugano a visitare il Museo del Patto federale a Svitto, dove il documento è esposto dal 1936, di fronte al “Giuramento del Grütli” affrescato da Walter Clénin.

Da allora il museo ha prestato il Patto una sola volta: nel 2006 la preziosa pergamena ha traversato l’Atlantico protetta da rigidissime misure di sicurezza ed è stata esposta per 21 giorni alla mostra “Sister Republics” (Repubbliche sorelle) di Filadelfia. L’esposizione americana – visitata da 5000-6000 persone al giorno – era parte di una campagna di promozione della Svizzera negli USA denominata “Swiss Roots” (“Radici svizzere”), destinata a rinsaldare l’amicizia tra i due paesi e a far riscoprire al milione di americani di origine elvetica il paese dei loro avi. Il Patto aveva viaggiato in una valigetta speciale, ammanettata al polso dell’archivista di Svitto, attorniato dalle guardie del corpo.

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