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Svizzera – Cina: relazioni in una fase di idillio

Doris Leuthard durante la conferenza stampa tenuta all'ambasciata svizzera a Pechino Keystone

Approfittando del volo inaugurale del nuovo collegamento di Swiss tra Zurigo e Pechino, la consigliera federale Doris Leuthard ha incontrato recentemente cinque ministri cinesi. Una visita di cortesia all’insegna di una collaborazione che sta diventando sempre più fruttuosa.

Due giorni a Pechino sono bastati per permettere alla responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni di ripartire con le tasche piene di nuovi progetti di cooperazione.

Da alcuni anni, le relazioni tra i due paesi si trovano in una fase di stabile serenità. Il commercio bilaterale è fiorente, il progetto per la conclusione di un accordo di libero scambio procede bene e cresce di anno in anno il numero di turisti cinesi che visitano la Svizzera.

Legame storico

Ma in che modo la minuscola Svizzera è riuscita a sedurre il gigante asiatico? Per diverse ragioni. Innanzitutto tramite investimenti mirati, come quelli appena effettuati da Swiss.

La compagnia aerea ha investito quasi 300 milioni di franchi per il suo ritorno a Pechino, la terza destinazione cinese dopo Shanghai e Hong Kong, indica Harry Hohmeister, amministratore delegato di Swiss. Oltre ad un chiaro interesse economico, il nuovo collegamento riveste anche un’evidente dimensione politica.

Nel 1975, Swissair era stata una delle una prime compagnie nazionali europee a collegare l’Occidente con Pechino. Nel 2003, dopo il grounding di Swissair, la neonata Swiss era stata costretta per ragioni finanziarie a rinunciare a questa importante destinazione asiatica. La ripresa dei collegamenti diretti rappresenta “una tappa importante per la nostra azienda”, ha dichiarato Bruno Gehrig, presidente del consiglio d’amministrazione di Swiss. “Vogliamo contribuire ad avvicinare la Cina e la Svizzera”.

Ma si tratta anche di guadagnare dei soldi, ha ammesso Harry Hohmeister, rammaricandosi del fatto che la compagnia aerea, assorbita dalla Lufthansa, abbia ricevuto uno slot di tempo sfavorevole dai partner cinesi (decollo da Pechino alle 6:45 del mattino). A detta del Ceo di Swiss, “miglioramenti dovrebbero intervenire molto presto”.

La compagnia concorrente, Hainan Airlines, una società cinese che offre dei voli tra Pechino e Zurigo già dal giugno 2011, non desterebbe preoccupazione, secondo Oliver Evans, direttore della divisione cargo di Swiss. “Vi è spazio per la concorrenza, la Cina sta diventando il primo mercato mondiale”.

Attrazione della Svizzera

A sedurre i cinesi vi sono inoltre alcuni cliché della Svizzera. Nel corso di una conferenza stampa per l’inaugurazione del nuovo collegamento, il vicedirettore di Svizzera Turismo Urs Eberhard ha elencato ai giornalisti cinesi 5 motivi principali per visitare la Svizzera: montagne, shopping, cioccolato, qualità dell’acqua e trasporti eccellenti.

A suo avviso, il nuovo volo dovrebbe incrementare di un altro 7 – 10% l’afflusso di turisti dalla Cina. Il numero di pernottamenti da parte degli ospiti cinesi in Svizzera è già aumentato del 40,6% tra gennaio a novembre del 2011, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le spiegazioni di Eberhard non hanno attirato molto l’attenzione dei media cinesi, i quali hanno poco evocato nei giorni seguenti il ritorno di Swiss a Pechino e la visita di Doris Leuthard.

I cinesi sono forse attratti dalla qualità svizzera? Nel campo della gestione delle risorse idriche, “la Germania e altri paesi europei stanno cercando di accedere al mercato cinese. Ma il ministero delle risorse idriche di Pechino vuole lavorare con Svizzera”, ha dichiarato Doris Leuthard.

La consigliera federale ha evocato alcuni esempi di tecnologia svizzera impiegata in Cina, come la costruzione del muro della diga delle Tre Gole o i sistemi di allarme in caso di alluvioni. Secondo Doris Leuthard, vi è un “effetto economico”, che continua a rafforzarsi. Lo dimostra la crescita degli scambi economici tra i due paesi, con una bilancia commerciale ampiamente favorevole alla Svizzera.

Discrezione o convenienza?

Ma il motivo principale dell’ottima intesa sino-elvetica è senza dubbio legato alla discrezione svizzera. “Non siamo pericolosi”, ha affermato Doris Leuthard. Di fronte ai temi più sensibili – come i diritti umani o gli spostamenti forzati di popolazione – “non protestiamo meno degli altri paesi, ma con maggiore discrezione”.

A detta della ministra elvetica, la Svizzera non è avara di critiche, ma preferisce non esporre il suo disappunto sulla piazza pubblica. “Ricordatevi delle critiche rivolte ai dirigenti di Pechino dal presidente francese Sarkozy prima delle Olimpiadi in Cina. Non era il modo migliore per favore le relazioni bilaterali”, dichiara Doris Leuthard.

Discrezione o compiacenza? La questione si pone, ovviamente, nel momento in cui i due paesi stanno negoziando i termini per la firma di un accordo di libero scambio. In Svizzera, alcuni temono che i diritti umani e l’ambiente vengono sacrificati sull’altare dell’economia trionfante.

A Pechino, nel suo discorso alla cena di gala offerta da Swiss, Doris Leuthard ha affascinato il pubblico sottolineando le “affinità” tra i due Paesi. “La Cina e la Svizzera sono paradisi di stabilità economica e politica”, ha osservato. Alcuni ospiti si sono detti che in Svizzera, “la stabilità passa però attraverso il rispetto dei diritti umani”.

Dal 2002, la Cina è diventata, assieme ad Hong Kong, il primo partner economico della Svizzera in Asia.

Le esportazioni svizzere in Cina hanno raggiunto nel 2010 un importo di 7,5 miliardi di franchi, con una crescita del 27% rispetto all’anno precedente.

Nei primi 9 mesi del 2011 le esportazioni elvetiche nel paese asiatico hanno registrato un nuovo incremento pari al 18%, rispetto allo stesso periodo del 2010.

Anche le importazioni dalla Cina segnano una continua crescita: nel 2010 sono salite del 29%, attestandosi a 6,7 miliardi di franchi.

Nei primi 9 mesi dell’anno scorso hanno invece registrato un calo del 2,6%, scendendo a 4,5 miliardi.

Nel 2010, Berna e Pechino hanno dato avvio a negoziati per la conclusione di un accordo di libero scambio.

Dopo quasi 10 anni di assenza, i velivoli con la croce bianca sono tornati sulla pista dell’aeroporto di Pechino.

Da febbraio Swiss offre cinque voli alla settimana da Zurigo a Pechino e ritorno su un Airbus A 340. Da giugno i collegamenti dovrebbero diventare quotidiani.

La compagnia elvetica, di proprietà della Lufthansa, dovrà affrontare la concorrenza della cinese Hainan Airlines, che già dall’anno scorso collega direttamente le due città.

Swiss punta in particolare sul crescente afflusso di turisti cinesi, il cui numero ha superato per la prima volta nel 2011 quello dei turisti provenienti dal Giappone.

Traduzione di Armando Mombelli

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