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Swatch: punta su produzione in Svizzera anche in tempi difficili

Nick Hayek e Nayla Hayek KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) Swatch continua a puntare sulla produzione svizzera anche nell’attuale difficile momento per il settore orologiero.

“Come anche in passato tagliare il personale in tempi critici, come fanno alcuni dei nostri concorrenti, non è per noi un’ipotesi da considerare”, ha affermato oggi all’assemblea generale a Grenchen (SO) Nayla Hayek, presidente del consiglio di amministrazione (Cda) del numero uno mondiale dell’orologeria.

In tempi di franco forte si parla molto di focalizzazione, di ricerca e sviluppo. Ciò che dà vigore all’industria svizzera è però la produzione su suolo confederato, ha sostenuto Hayek.

Riferendosi poi al 2015 ha affermato con orgoglio che lo scorso anno i marchi di Swatch hanno generato in tutto 200 nuovi brevetti, un record: “I brevetti sono importanti. Ma ancor più importante è che da questi vengono realizzati dei prodotti”.

Il presidente della direzione Nick Hayek ha poi elencato le tecnologie che rappresentano la forza del gruppo. Il savoir-faire di Swatch nell’ambito dell’elettronica non è destinato solamente all’orologeria ma viene utilizzato anche da altre imprese svizzere ed estere, ha sottolineato, precisando che prossimamente verrà firmato un accordo con un grande fabbricante di automobili. Swatch – ha affermato – vorrebbe assumere un ruolo di leader nello sviluppo di batterie autonome economiche e di lunga durata, ad esempio nell’industria automobilistica.

Il Ceo non ha invece parlato degli orologi connessi ma ha presentato lo Swatch Bellamy che permetterà di svolgere pagamenti. Tale prodotto è già in vendita in Cina e verrà lanciato in Svizzera a metà giugno al prezzo di 105 franchi, è stato comunicato ieri in una nota. Si tratta del primo Paese in Europa in cui sarà commercializzato. Bellamy rappresenta un’alternativa veloce ai contanti: basta avvicinare per un attimo l’orologio a un terminale di pagamento contactless e la transazione viene completata in pochi secondi, senza perdite di tempo. Il pagamento non consuma l’energia dell’orologio, quindi la batteria dello Swatch dura anni come di consueto, sottolineava la società.

BNS e franco forte gran parte del problema

Nel corso dell’assemblea un azionista si è detto sorpreso delle ripetute e sistematiche critiche mosse da Swatch nei confronti della politica della Banca Nazionale Svizzera (BNS). Nick Hayek, non si è espresso al riguardo e ha lasciato rispondere alla sorella Nayla. “I nostri rimproveri sono giustificati se guardate le cifre che pubblichiamo”, ha affermato. Lo scorso anno, per la prima volta dal 2009 il gruppo ha visto il suo fatturato ridursi, del 3% a 8,45 miliardi di franchi. A tassi di cambio costanti la flessione avrebbe raggiunto solamente lo 0,9%. L’utile netto è da parte sua diminuito del 21%, a 1,12 miliardi.

Per la Svizzera e per numerose aziende legate al turismo, la forza del franco rende la situazione difficile, ha affermato Nayla Hayek. La BNS e il franco non sono le uniche cause “ma rappresentano gran parte del problema”.

Per la prima volta gli azionisti hanno oggi potuto testare una novità: il voto elettronico che fino ad ora la direzione si rifiutava di utilizzare. La questione ha portato alla messa in pratica di un singolo voto elettronico: la stragrande maggioranza (67%) degli azionisti, tra cui Nayla Hayek, ha però detto no all’orientamento verso tale tecnologia. I voti sono quindi proseguiti per alzata di mano.

Tutti i punti all’ordine del giorno sono stati accettati a larga maggioranza. A 35 anni Daniela Aeschlimann-Schneider, figlia del presidente della Confederazione Johann Schneider-Ammann, è stata eletta nel Consiglio d’amministrazione. Segue così le orme del padre che è stato in seno all’organo di sorveglianza di Swatch dal 1998 al 2010.

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