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Se non c’è volontà parlamentare, ci si appella a quella popolare

Hall dell aeroporto di Zurigo
L'aeroporto di Zurigo è continuamente sovraffollato: gli svizzeri volano sempre di più. Secondo i sondaggi, la maggioranza della popolazione elvetica è favorevole all'introduzione di una tassa sui biglietti aerei per la lotta contro le emissioni di CO2. Keystone

È così che funziona la democrazia diretta: la Camera del popolo a metà dicembre ha bocciato l'introduzione di una tassa sui biglietti aerei per la lotta contro le emissioni di CO2. Ma in un sondaggio è risultato che il 70% della popolazione la vorrebbe. I verdi hanno colto la palla al balzo e annunciato un'iniziativa popolare se il parlamento non correggerà il tiro.

Tre punti sono indiscussi: il riscaldamento globale provocato da attività umane è in crescita più o meno costante; volare è più economico che mai; la Svizzera è una democrazia diretta per eccellenza. Mescolati insieme, ecco cosa danno nella fattispecie questi tre ingredienti.

Ma procediamo per ordine: i jet sono notoriamente dei killer del clima, benché non i primi. E gli svizzeri volano sempre di più: tra il 2000 e il 2017, il numero di passeggeri elvetici è cresciuto del 60%.

Il traffico aereo è all’origine del 10% delle emissioni di gas ad effetto serra in Svizzera. Nell’Unione europea questa quota è solo del 3%. Nella maggior parte dei paesi UE è stata introdotta una tassa climatica sul traffico aereo.

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Allinearsi o scostarsi?

Proponendo al parlamento di introdurre una tassa sui biglietti aerei nell’ambito della revisione totale della Legge federale sulla riduzione delle emissioni di CO2 (Legge sul CO2), socialisti e verdi volevano seguire l’esempio dei paesi circostanti. La Svizzera non agirebbe dunque da sola. Ma i rappresentanti di destra e centro-destra non ne hanno voluto sapere.

Risultato: al Consiglio nazionale (Camera del popolo) l’intera revisione della Legge sul CO2 è naufragata. Piuttosto che dare il beneplacito a una normativa priva della tassa sui biglietti aerei, i deputati socialisti ed ecologisti hanno infatti preferito votare contro o astenersi. I loro voti sommati a quelli dei deputati dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), contrari perché a loro avviso si va invece verso troppi balzelli a carico dei cittadini, non hanno lasciato scampo alla revisione.

Nel frattempo, è entrato in gioco il popolo: da un sondaggio condotto da Tamedia, il più grande gruppo editoriale privato della Svizzera, è risultato che il 70% degli elettori è d’accordo di rincarare i biglietti aerei con una tassa sulle emissioni di CO2 di 12-50 franchi. Secondo l’inchiesta demoscopica pubblicata alla fine del 2018, la maggioranza è persino favorevole a un moderato aumento del prezzo della benzina.

Pressione con la democrazia diretta

I Verdi hanno esultato e sono immediatamente partiti al contrattacco: hanno avvertito che se non la spunteranno in parlamento, perseguiranno l’introduzione della tassa sui biglietti aerei tramite un’iniziativa popolare.

Altri sviluppi

Il Partito ecologista svizzero attende ora le deliberazioni della Camera dei Cantoni sulla revisione della Legge sul CO2 nella prossima sessione in marzo. “Se il Consiglio degli Stati non includerà la tassa sui biglietti aerei nella legge sul CO2, dovremo introdurla attraverso la via costituzionale”, ha dichiarato la presidente dei Verdi Regula Rytz al tabloid Blick.

Regula Rytz e il suo partito esercitano dunque pressioni sul parlamento con l’iniziativa popolare, il principale strumento della democrazia diretta elvetica. Nel caso in cui ‘iniziativa fosse lanciata, raccogliesse il numero di firme necessarie per portarla alle urne e i votanti l’approvassero, la tassa sul CO2 sarebbe iscritta nella Costituzione federale. Il parlamento sarebbe così costretto ad attuare il mandato costituzionale, con l’elaborazione di una legge corrispondente.

Far leva sui punti dolenti per strategia elettorale

Qui entra in gioco un quarto elemento: nel 2019, più precisamente il 20 ottobre, si terranno le elezioni parlamentari federaliCollegamento esterno. E negli anni elettorali, i partiti utilizzano volentieri le iniziative popolari come mezzo di propaganda per ottenere voti.

La ricetta: si prende in mano una rivendicazione popolare, cioè che ha il potenziale di ottenere il sostegno della maggioranza. In altre parole, si propone una risposta a una pressante lamentela socio-politica collettiva.

Ad esempio, riguardo ai premi elevati dell’assicurazione sanitaria di base. Un tema sul quale il Partito popolare democratico (PPD, centro) ha lanciato l’iniziativa denominata “Per premi più bassi – Freno ai costi nel settore sanitario (Iniziativa per un freno ai costi)Collegamento esterno“. Anche il Partito socialista ha deciso di seguire la strada della democrazia diretta in questo campo: nella prossima primavera lancerà un’iniziativa che chiede di fissare un limite massimo per i premi dell’assicurazione malattie obbligatoria pari al 10% del reddito delle economie domestiche.

Un altro esempio è il “salvataggio dell’AVS”, ovvero il primo pilastro del sistema pensionistico svizzero, per il quale occorre una riforma per poter continuare a garantirne il finanziamento. In merito l’UDC sta riflettendo sul lancio di un’iniziativa, ha annunciato il suo presidente Albert Rösti, precisando che il passo sarà compiuto se il parlamento ritarderà la riforma su questa assicurazione sociale.

Quanto a un’eventuale iniziativa popolare dei Verdi per una tassa sul CO2 sui biglietti, essa rientrerebbe certo nelle tradizionali priorità della loro politica ambientalista. Ma in ogni caso, se la prossima estate dovesse rivelarsi calda e secca come quella dell’anno scorso, questo potrebbe giocare in loro favore sul fronte della raccolta delle firme e della campagna elettorale.

(Traduzione dal tedesco e adattamento: Sonia Fenazzi)

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