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Terremoto: cresce il bilancio delle vittime

Il terremoto è stato uno dei più devastanti nella regione negli ultimi 100 anni Keystone

Sono decine di migliaia i morti causati dal sisma che ha investito sabato il Pakistan e l'India. La zona più colpita è il Kashmir pakistano.

La Svizzera ha inviato ad Islamabad tre esperti incaricati di valutare i bisogni più urgenti della popolazione. Altri esperti partiranno per l’Asia domenica.

Ha fatto decine di migliaia di morti – ma le cifre non sono ancora definitive – il violento terremoto che ha colpito sabato mattina Pakistan, India e Afghanistan, avvertito anche in Bangladesh.

Erano circa le 8:50 ad Islamabad (mezz’ora più tardi in India e le 5:50 in Svizzera) quando un terremoto di magnitudo 7,6 della scala Richter ha scosso i paesi della valle dell’Indo. L’epicentro è stato individuato nella zona contesa del Kashmir, a 80 km a nord est dalla capitale pachistana Islamabad.

La regione interessata dal terremoto – avvenuto secondo gli esperti a dieci chilometri di profondità e seguito da centinaia di scosse di assestamento, alcune molto forti – è montuosa e presenta molti remoti villaggi sparsi nell’area, difficili da raggiungere.

Diverse migliaia i feriti, molti in gravi condizioni. I senza teto sarebbero centinaia di migliaia, secondo l’agenzia ONU per l’Infanzia UNICEF. Il terremoto attuale è considerato il più devastante nell’area in 100 anni.

Devastazioni nel Kashmir

«La nostra stima provvisoria è che oltre 30’000 persone siano morte nel sisma in Kashmir», ha affermato domenica il ministro il ministro delle comunicazioni pachistano Tariq Faruq. «Ci sono città e villaggi che sono stati totalmente distrutti. Muzaffarabad, la capitale della regione (125’000 abitanti), è devastata».

Il maggior numero di vittime – ha proseguito il ministro – è stato registrato nel distretto di Bagh», 40 chilometri a sudest di Muzaffarabad. «Non ci sono superstiti – ha aggiunto – in villaggi come Jaglari, Kufalgarh, Harigal e Baniyali». Nel distretto la popolazione globale era di circa 150’000 persone.

In precedenza il generale Shaukat Sultan, portavoce del presidente Pervez Musharraf e delle forze armate pakistane, aveva parlato di oltre 18’000 vittime e circa 41’000 feriti in tutto il paese. In molte aree, aveva aggiunto Sultan, non sarà possibile arrivare per mesi.

Esperti svizzeri in Pakistan

La Svizzera ha sbloccato complessivamente un milione di franchi in favore del Pakistan, Inoltre altri sei esperti di catastrofi decolleranno domenica sera alla volta della capitale Islamabad: tre specialisti svizzeri erano già partiti sabato sera e stanno ora valutando sul posto quali siano le necessità più urgenti.

«Impegniamo 500’000 franchi per le operazioni di soccorso, mentre altri 500’000 franchi sono ancora a disposizione», ha dichiarato all’agenzia ats Jean-Philippe Jutzi, portavoce della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) alla fine di una riunione d’emergenza della DSC svoltasi domenica mattina a Berna.

Il team di sei esperti è composto di medici, un responsabile dell’operazione e specialisti in costruzione e dell’approvvigionamento dell’acqua. Partirà domenica sera, insieme a un collaboratore della Croce rossa, a bordo di un aereo prestato dalla Svizzera all’UNDAC (United Nations Disaster Assessment Coordination), e giungerà a destinazione domani.

I tre esperti svizzeri già sul posto, impegnati nel quadro di una missione ricognitiva dell’UNDAC, erano partiti sabato in serata dopo che la Confederazione aveva ricevuto il via libera di Islamabad. Insieme a quattro specialisti dell’Onu stanno valutando quali siano le necessità più urgenti.

Offerta di materiale di soccorso

Jutzi ha spiegato che per ora non è previsto l’invio di squadre di soccorso e cani, dato che se ne occupa già la Germania. La DSC intende invece mandare in Pakistan due specialisti per la prevenzione di catastrofi, che andrebbero a rafforzare l’ufficio di cooperazione della DSC a Islamabad.

La Svizzera ha inoltre proposto al Pakistan di mettere a disposizione materiale di soccorso, che in parte potrà essere acquistato in loco e in parte proverrà dalla Svizzera. «Abbiamo già riservato una capacità di quaranta tonnellate su aerei cargo», ha spiegato il portavoce.

Al Pakistan servono soprattutto tende, coperte, sacchi a pelo e attrezzatura da cucina. Il materiale potrà essere trasportato martedì verso il paese asiatico, «nel caso in cui le autorità pachistane lo richiederanno», ha proseguito Jutzi. Per l’India la Svizzera non prevede alcun aiuto urgente; New Dehli non ha infatti lanciato appelli alla solidarietà internazionale.

Aiuti non governativi

Anche le organizzazioni umanitarie si stanno intanto mobilitando. L’Aiuto delle chiese evangeliche della Svizzera (ACES) ha fatto sapere sabato sera che un collaboratore del suo partner Anatolian Development Foundation (ADF), specialista in sismi, dovrebbe giungere domenica nel paese asiatico. L’ACES ha stanziato 100’000 franchi quale aiuto urgente per Pakistan, India e Afghanistan e aperto un conto per le donazioni.

Caritas Svizzera ha sbloccato 150’000 franchi per aiuti urgenti a favore delle regioni colpite dal sisma. I partner locali in Pakistan e in India hanno già allestito i primi alloggi di fortuna, ha comunicato domenica l’organizzazione cattolica. Anche quest’ultima ha aperto un conto per donazioni.

Pure la Catena della solidarietà ha messo a disposizione 100’000 franchi, che giungeranno nelle zone sinistrate attraverso le organizzazioni partner che già operano sul posto, si legge in una nota odierna. Anche la Catena della solidarietà lancia un appello a effettuare donazioni.

La Croce Rossa svizzera (CRS) ha deciso di mettere a disposizione 250’000 franchi per le vittime del terremoto in Pakistan. I fondi saranno impiegati per acquistare beni di prima necessità sul posto, indica un comunicato odierno. La CRS ha anche inviato a Islamabad un suo esperto in logistica che valuterà il bisogno di aiuti supplementari.

swissinfo e agenzie

Il sisma che ha colpito il nord-est del subcontinente indiano non ha sorpreso gli specialisti. Nella regione la placca continentale indiana si muove verso nord, esercitando un’enorme pressione sulla placca euro-asiatica. È il movimento che ha provocato il sollevamento della catena dell’Himalaya.

I terremoti sono perciò frequenti in questa zona. A memoria d’uomo uno dei più violenti risale al 31 maggio 1935. Una scossa di 7,5 gradi sulla scala Richter aveva distrutto Quetta, nell’ovest del Pakistan, uccidendo tra le 30’000 e le 60’000 persone.

Il terremoto di sabato è stato ancora più potente: 7,6 gradi sulla scala Richter.

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