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Ticino: è tempo di castagne

La ricerca del prezioso frutto è già iniziata... www.oasinweb.com

L'autunno ticinese è sinonimo di castagne e castagnate.

Con la raccolta centralizzata iniziata il 23 settembre e che si concluderà il 18 ottobre, l’Associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana ha dato il via ufficiale alla stagione 2003.

Due le novità presentate dall’associazione in quest’inizio di stagione: la sua nuova rivista, “Il Castagno”, appena uscita di stampa in 15mila esemplari e l’introduzione di divieti di raccolta nelle selve castanili gestite dai loro proprietari.

La precedenza ai “maronatt”

“Verranno piazzati dei cartelli nei castagneti privati” ci spiega Giorgio Moretti, presidente dell’associazione, “in modo che la raccolta delle castagne spetti unicamente al legittimo proprietario fino all’11 novembre.”

Questo per favorire i “maronatt” che partecipano, dal 1995, alla raccolta centralizzata di quel prodotto ticinese tradizionale.

Le castagne sono vendute ai tre appositi centri specializzati del cantone, a Muzzano nel Luganese, ad Iragna e a Cadenazzo nel Sopraceneri. La Svizzera italiana dispone di un quarto centro, quello di Poschiavo.

La merce è pagata da un minimo di 80 centesimo ad un massimo di tre franchi al chilo, a seconda della qualità e della dimensione del prodotto. Accuratamente scelte, le castagne sono quindi vendute sul mercato.

Maturazione in ritardo

Dall’inizio della raccolta centralizzata, i quantitativi annui raggiunti si sono aggirati tra le 20 e le 40 tonnellate. La scorsa annata, sono stati raggiunti quasi 24’000 chili, quella precedente ha sorpassato i 28’000 chili.

“Per quest’anno non disponiamo ancora di indicazioni precise” dice Giorgio Moretti, “ma siamo in ritardo con la maturazione e quindi la raccolta durerà un po’ più del previsto, fino al 18 ottobre.”

Sua maestà, la castagna

Da alcuni anni a questa parte, le iniziative dell’Associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana, rilanciano la coltivazione e la cultura del castagno a sud delle Alpi.

Attorno al castagno infatti, si era sviluppata un’intera civiltà prealpina, resistita nei secoli fino a pochi decenni fa.

Il castagno significava la sopravvivenza per le comunità rurali delle zone prealpine ticinesi e lombarde e ne determinava l’identità culturale.

Sono stati così riscoperti il ruolo e l’importanza della castagna. Simbolo dell’autunno ticinese è al centro di sagre, feste, fiere, e addirittura conferenze.

Gemma d’Urso, Bellinzona

L’associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana è stata fondata il 12.2.1999;
Il castagno è l’albero più diffuso al sud delle Alpi;
Rappresenta il 21% di tutte le specie arboree, un volume di 4.6 milioni di metri cubi e una superficie di 26mila ettari;
È presente tra i 200 e gli 800-1000 metri di quota;
Anche il suo legno è prezioso, soprattutto per usi esterni.

Negli ultimi dieci anni si è fatto molto in Ticino per la riscoperta del castagno, a fini culturali, gastronomici, didattici e di promozione del territorio.

In collaborazione con gli enti turistici locali, le associazioni forestali e il cantone, l’Associazione dei castanicoltori ha ripristinato ettari ed ettari di selve castanili e ne cura la manutenzione.

Tre le iniziative, citiamo il “Sentiero del castagno”, un percorso turistico-didattico che si snoda da Arosio a Fescoggia nell’alto Malcantone, terra di castagne per eccellenza.

L’itinerario è segnalato con il simbolo della castagna e prevede otto punti didattici.

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