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Tormenti, desideri e interrogativi dell’adolescenza

Fotografie di Lena Maria Thüring scattate nella periferia di Mulhouse, in Francia Keystone

"Teen City": attraverso le immagini di una ventina di fotografi professionisti e un centinaio di giovani, il Musée de l'Elysée di Losanna invita a scoprire l'adolescenza, tra desideri e smarrimenti, sogni e realtà.

“Per me l’adolescenza vuol dire soprattutto emozioni. Ci si cerca e, a volte, ci si perde. Si lascia una prigione dorata, riempita di spensieratezza e tenerezza, per entrare in quello che è il mondo degli adulti, fatto di lavoro, delusioni, piacere e odio”, una definizione, quella della 15enne Jasmina, in cui è riassunto lo stato d’animo di molti adolescenti che hanno partecipato all’esposizione losannese.

Né bambino né adulto, né uomo né donna, e spesso un po’ androgino, l’adolescente si ritrova in un periodo di vita transitorio, tra una prigione dorata e un orizzonte ancora sconosciuto, tra il tentativo di sfuggire al proprio passato e la ricerca di un proprio futuro.

L’adolescenza diventa così il momento dell’esistenza che suscita il maggior numero di interrogativi, come osserva anche la 16enne Delphine: “Nell’adolescenza ci si cerca una vita. Se dovessi utilizzare una parola per descrivere questo periodo, direi sicuramente ‘cercarsi’. Purtroppo, spesso non arriviamo a trovare quello che cerchiamo”.

Migliore e peggiore momento della vita

Che cosa cercano questi giovani in Svizzera e altrove? E come vivono la loro transizione tra l’infanzia e l’età adulta? Per tentare di rispondere a queste domande, il Musée de l’Elysée ha raccolto i lavori di 19 fotografi di diversi paesi, realizzati nell’ultimo decennio in scuole e case, giardini e parchi pubblici, strade e discoteche.

Passando da momenti di intimità a frammenti di vita in comune, lo sguardo degli adulti si sofferma sui tentativi degli adolescenti di assumere il loro corpo, la continua ricerca di un’identità, la volontà di appartenere ad un gruppo, i rapporti con le altre generazioni. Le fotografie dei professionisti sono completate da immagini e filmati prodotti da un centinaio di giovani della regione di Losanna. Nelle loro opere si ritrovano dubbi e speranze, rivolte e frustrazioni.

Per alcuni – in un video realizzato da una scolaresca – “l’adolescenza è la più bella tappa della vita” o “il migliore e il peggiore momento della vita”. Per altri è sinonimo di solitudine, noia e abbandono. Oppure di violenza, alcol e droghe: “Vogliamo spingerci sempre più lontano, oltrepassare i nostri limiti”. E quasi sempre di incomprensione, da parte di genitori o insegnanti: “Ci prendono ancora per dei bambini, non riescono a capire che qualcosa è cambiato”.

Rappresentazione di se stessi

Ma il malessere che si ritrova più spesso è legato alle difficoltà degli adolescenti di capire se stessi, il loro ruolo nella società, le trasformazioni del loro corpo, la costruzione di una propria sessualità. “Mi faccio tantissime domande, perché non so chi sono”, dichiara una ragazza. “Devo imparare a conoscere questa sconosciuta che ritrovo ogni giorno dinnanzi allo specchio”, gli fa eco un’altra.

Un’incertezza che la fotografa Lena Amuat ha colto in una serie di ritratti della sorella Lili: “Ho cominciato molti anni fa a ritrarre mia sorella. Ma ancora oggi non sono riuscita ad ‘afferrarla’ completamente. Ogni volta sembra un’altra persona. Un giorno sicura di sé, fiduciosa. Il giorno dopo reticente e timida. Si inventa ogni giorno nuove pose”.

La ricerca di identità degli adolescenti si rispecchia in una continua rappresentazione di se stessi – attraverso gesti, vestiti, acconciature, tatuaggi e numerosi altri codici di appartenenza ad un gruppo – e in una frequente imitazione dei modelli veicolati dalla televisione o da internet.

È il caso, nelle fotografie di Lena Maria Thüring, di un gruppo di giovani di colore, muniti di mazze di baseball e vestiti come star della musica “hip hop”. Sembrano uscire da un videoclip americano, realizzato magari nel Bronx, e sono invece ragazzi che abitano nella periferia della cittadina francese di Mulhouse.

Miti e modelli globali

Ancora più impressionanti le immagini scattate da Marco Van Duyvendijk a Ulan Bator. Anche qui, nella lontana capitale della Mongolia – isolata geograficamente, ma inserita virtualmente nella cultura giovanile mondiale – i giovani portano piercing, tatuaggi e simboli che probabilmente non conoscono, come una croce uncinata.

“La cultura urbana è relativamente recente in Mongolia. Fino a pochi anni fa molte famiglie conducevano una vita nomade. La gioventù di Ulan Bator è in qualche modo una generazione che si è fatta da sola, seguendo miti e modelli trasportati dalla televisione o da internet”, spiega il fotografo.

A Losanna, Mulhouse, Parigi, New York o Ulan Bator gli adolescenti sono alla ricerca di se stessi e di un loro spazio nel mondo degli adulti. Uno spazio che molti giovani, come Amélie, desiderano conquistare, senza perdere la loro personalità e la loro autenticità: “Non sono perfetta, come lo siete, forse, voi. Ma sono me stessa! Lasciatemi essere ciò che sono, lasciatemi vivere la mia vita. Non obbligatemi ad essere qualcuno che non sono”.

swissinfo, Armando Mombelli

Situato a Losanna, il Musée de l’Elysée è stato fondato nel 1985 dal canton Vaud.

Dedicato interamente alla fotografia, il museo privilegia in particolare nelle sue esposizioni temporanee la produzione fotografica contemporanea.

L’obbiettivo di questa istituzione culturale è di preservare e restaurare il patrimonio fotografico, come pure di far conoscere il valore estetico e storico della fotografia.

L’esposizione “Teen City” può essere visitata fino al 10 ottobre 2008.

La mostra propone i lavori degli allievi di 4 scuole della regione di Losanna e le immagini realizzate da 19 fotografi di 8 paesi:

Annaïk Lou Pitteloud, Lena Amuat, Jennifer Santschy, Nicolas Savary e Lena Maria Thüring (Svizzera)

Bianca Pilet, Hanne van der Woude, Raimond Wouda e Marco van Duyvendijk (Olanda)

Julia Fullerton-Batten, Moira Lovell e Ewen Spencer (Gran Bretagna)

Marion Poussier (Francia)

Lillian Birnbaum (Austria)

Dana Popa (Romania)

Davina Feinberg e Dona Schwartz (Stati uniti)

Bill Henson (Australia)

Anoush Abrar (Iran)

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