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Sì popolare in due cantoni: un segnale per la politica federale

Tre parlamentari consegnano a rappresentanti della Cancelleria le scatole contenenti le firme dell iniziativa sulla trasparenza.
La consegna delle firme di un'iniziativa popolare - qui quella sulla trasparenza - alla Cancelleria federale è sempre un momento forte della democrazia diretta svizzera. Keystone

Spirano venti favorevoli a riforme per far luce sul finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali in Svizzera. L'approvazione di due iniziative in tal senso nei cantoni di Friburgo e Svitto "rimette in discussione i rapporti di forza", afferma Oscar MazzoleniCollegamento esterno, direttore dell'Osservatorio della vita politica regionale e professore all'università di Losanna.

I successi delle due iniziative sulla trasparenza conseguiti il 4 marzo alle urne friburghesi e svittesi hanno colto tutti di sorpresa. Quello friburghese soprattutto per le dimensioni – il 68,5% di sì –. Quello svittese benché con una maggioranza risicata del 50,28%, per la portata simbolica: per la prima volta un’iniziativa di questo tipo, è stata accettata in un cantone della Svizzera tedesca. Per di più si tratta di un’iniziativa lanciata dalla Gioventù socialistaCollegamento esterno (GISO), profilata chiaramente a sinistra, che ha fatto breccia in un feudo conservatore.

Finora tre cantoni latini – Ginevra, Ticino e Neuchâtel – avevano introdotto disposizioni sulla trasparenza. Due iniziative popolari di questo genere, lanciate dalla GISO, invece, erano state bocciate nei cantoni di Basilea Campagna, nel 2013, e di Argovia, nel 2014.

Nel frattempo, a livello federale, un gruppo di esponenti di vari partiti ha lanciato l’iniziativa popolare “Per più trasparenza nel finanziamento della politicaCollegamento esterno“. Il testo munito di quasi 110mila firme (per la riuscita ne occorrevano 100mila) è stato depositato nell’ottobre 2017. Il governo elvetico ha annunciatoCollegamento esterno che proporrà al parlamento di respingerlo. Il popolo sarà chiamato ad esprimersi verosimilmente l’anno prossimo.

Oscar Mazzoleni, a mezzo busto, davanti a un microfono.
Il politologo Oscar Mazzoleni dirige l’Osservatorio della vita politica regionale ed insegna all’università di Losanna. RSI-SWI

swissinfo.ch: Il doppio successo nei cantoni di Friburgo e di Svitto è il segnale che il vento è girato e che darà slancio all’iniziativa federale nella votazione popolare?

Oscar Mazzoleni: Occorre dapprima precisare che queste iniziative non sono identiche; anche quella proposta sul piano federale ha aspetti giuridici specifici.

Nel contempo, tutte queste iniziative evidenziano una crescente tensione tra due modi di far politica in Svizzera. Da un lato, un modo, più tradizionale, fondato sul principio secondo l’azione dei partiti, in quanto libere associazioni, rientra nella sfera del privato e lo Stato non deve quindi intervenire. È questo un orientamento che è difeso soprattutto dai partiti di centro-destra. Dall’altro, negli ultimi anni si è assistito ad un nuovo modo di intendere la politica: essa chiede invece un intervento dello stato nel regolare le fonti di finanziamento dei partiti e delle campagne; una nuova tendenza che sta prendendo piede, sotto la pressione internazionale e quella dei media, ed è difesa, anche nel parlamento federale, soprattutto dallo schieramento rosso-verde.

Il voto di Friburgo e Svitto è stato un significativo doppio banco di prova popolare, che in parte rimette in discussione i rapporti di forza. È perciò evidente che il Consiglio federale e la maggioranza di centro-destra del parlamento, che finora hanno sempre difeso il modo tradizionale di fare politica, dovranno tenere presente il recente voto nei due cantoni, uno della Svizzera tedesca e uno romando, dove peraltro le forze di centro-destra sono piuttosto forti.

swissinfo.ch: Il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d’Europa, che da diversi anni chiede alla Svizzera di conformarsi ai suoi standard di trasparenza del finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali, ha raccomandatoCollegamento esterno alle autorità elvetiche di sostenere l’iniziativa sulla trasparenza. Il governo ha fatto esattamente il contrario. A che gioco sta giocando?

O. M.: Il governo difende delle posizioni che finora sono state maggioritarie all’interno del parlamento federale. Esse contemplano anche la difesa di un principio federalista, secondo cui le campagne elettorali e i partiti sono di competenza dei cantoni piuttosto che della Confederazione. Il Consiglio federale ha più volte ribadito al GRECO queste argomentazioni.

swissinfo.ch: Degli oppositori della trasparenza vedono nei risultati di Friburgo e Svitto dei casi isolati, legati alle vicende, emerse nelle ultime settimane, di presunti imbrogli fiscali di un paio di politici e dei trucchi contabili di AutoPostale. È un’interpretazione plausibile?

La questione della moralità in politica è sempre più presente nell’opinione pubblica. Emerge in occasione di presunti scandali politici, che coinvolgono i partiti o i loro rappresentanti nelle istituzioni. È un fenomeno internazionale piuttosto diffuso anche in Svizzera.

Nel dare enfasi a questi temi, giocano un ruolo determinante media che spesso tendono a spettacolarizzare il rapporto fra soldi, morale e politica e a valorizzare il principio della trasparenza.

Proprio perché è un tema ricorrente, è difficile dire in che misura i casi che hanno fatto discutere in queste settimane abbiano influenzato i votanti dei due cantoni.

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