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AIDS: ex n. 1 programma ONU, irrealistico stop virus entro 2030

L'Aids è ancora "uno dei più grandi mali killer del mondo", sostiene l'ex direttore del programma dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per Hiv e Aids (Unaids) Peter Piot. Keystone/EPA/JAGADEESH NV sda-ats

(Keystone-ATS) L’Aids è ancora “uno dei più grandi mali killer del mondo” e l’obiettivo di porre fine all’epidemia entro il 2030 sembra del tutto irrealistico: a lanciare l’allarme è l’ex direttore del programma dell’Onu per Hiv e Aids (Unaids) Peter Piot.

“Non credo che lo slogan ‘fine all’Aids entro il 2030’ sia realistico, anzi potrebbe essere controproducente suggerendo che va tutto bene – ha spiegato – e invece il virus è ancora una delle maggiori cause di morte nel mondo”.

Ogni anno ci sono quasi 2 milioni di nuove infezioni, il 60% delle quali tra donne e ragazze, e l’Hiv sta diventando resistente ai farmaci attualmente utilizzati per mantenere le persone ammalate in buona salute.

“Non si può porre fine all’epidemia dell’Hiv solo con mezzi medici, le persone non sono robot, il sesso avviene in un contesto”, ha aggiunto Piot, ricordando per esempio che le giovani donne africane spesso sono infettate da uomini molto più vecchi e che i gay devono affrontare ancora gravi discriminazioni in tanti Paesi.

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