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Bilancia commerciale: eccedenza di 9,6 miliardi di franchi

(Keystone-ATS) Le esportazioni svizzere sono cresciute nei primi tre mesi dell’anno del 2,5%, in termini nominali e a parità di giorni lavorativi, a 51,8 miliardi di franchi, mentre le importazioni hanno segnato una diminuzione dell’1,1% a 42,1 miliardi.

Tra le merci in uscita, indica l’Amministrazione federale della dogane, hanno avuto un ruolo preponderante i prodotti chimico-farmaceutici. Nella direzione opposto hanno pesato sul risultato globale i vettori energetici e l’orologeria.

In termini reali, le statistiche indicano cifre in calo dell’1,4% per l’export e dell’1,7% per l’import. La bilancia commerciale chiude con un’eccedenza di 9,6 miliardi di franchi.

Durante il primo trimestre, sei dei dieci gruppi di merci considerati hanno fatto registrare un aumento delle vendite all’estero. I prodotti della chimica e della farmaceutica hanno segnato la progressione maggiore (+8,3%), seguiti dal settore tessile, abbigliamento e calzature (+7,5%), gioielleria (+6,9%) e derrate alimentare, bibite e tabacchi (+5,4%). Più modesta la crescita di materie plastiche (+1,2%) e strumenti di precisione (+1,0%).

In decisa controtendenza invece il settore orologiero, le cui esportazioni sono calate per il quarto trimestre consecutivo, facendo segnare la più forte contrazione dal 2009. Le vendite di orologi sono così scese dell’8,9%.

Risultati negativi anche per macchine e elettronica (-2,1%), carta e arti grafiche (-1,7%) nonché industria metallurgica (-1,0%).

Per zona geografica, l’America Latina (-3%) è l’unica che ha fatto segnare una contrazione delle vendite. In Asia le vendite sono state praticamente invariate, con risultati diversi per i singoli Paesi: se Hong Kong (-20%) – soprattutto a causa dell’orologeria – e Corea del Sud (-14%) hanno fatto segnare un forte calo, Singapore (+17%), Cina (+9%) e Giappone (+8%) hanno dato risultati positivi.

La forte crescita in Nord America (+9%) – +10% negli USA – è dovuta principalmente ai prodotti farmaceutici. Da parte loro, le vendite in Europa sono cresciute del 2%, del 3% se si considera solo l’UE.

Sul fronte delle importazioni, il calo complessivo è dovuto principalmente alla diminuzione dei prezzi del settore energetico (che scende del 33%). In flessione anche il settore dei gioielli (-12%). Il settore veicoli ha invece fatto registrare un forte aumento (+13%), in particolare grazie all’acquisto di due aerei di linea.

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