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Brexit: la Gran Bretagna lascia l’Ue, panico sui mercati

Secondo le stime della Bbc vince la Brexit al referendum (foto d'archivio). Keystone/EPA/HANNAH MCKAY sda-ats

(Keystone-ATS) Quando non ci sono più circoscrizioni da scrutinare, il ‘Leave’ ha ottenuto il 51,9% dei voti e il ‘Remain’ il 48,1%, riferisce il sito della Bbc.

Per la Brexit hanno votato 17’410.742 elettori mentre per restare nell’Ue i voti sono stati 16’141.241. L’affluenza al referendum viene fissata al 72,2%.

La Gran Bretagna rompe gli ormeggi e veleggia verso la Brexit. Una giornata d’incognite si apre sull’Europa dopo una notte drammatica in cui l’opinion poll che alla chiusura dei seggi del referendum concesso dal premier David Cameron dava il fronte filo-Ue in vantaggio è stato ribaltato. Fino a portare i Leave, sostenitori del divorzio, a quasi un milione di voti in più.

Il leader storico degli euroscettici dell’Ukip, Nigel Farage, l’unico a sbilanciarsi in una raffica di dichiarazioni durante lo spoglio, canta apertamente vittoria: “Questa è l’alba di un Regno Unito indipendente, oggi è il nostro Independence Day, è arrivato il momento di liberarci da Bruxelles”.

Per la proclamazione formale ci sarà d’attendere, ma in effetti i giochi sono fatti, come conferma la Bbc. Londra e la Scozia non sono riuscite a compensare la valanga dell’Inghilterra profonda, ma anche del Galles. Forse un ruolo lo ha giocato anche il maltempo, con l’impatto che la pioggia torrenziale di ieri ha avuto sull’affluenza alle urne nella capitale. In ogni modo la partita appare chiusa. E la reazione dei mercati – euforica dopo il primo opinion poll che aveva dato Remain al 52% – ne è una conferma: sterlina ai minimi storici sul dollaro dopo una discesa a precipizio peggiore di quella del Venerdì Nero del 1992, panico nelle borse di mezzo mondo, futures a -9% a Londra.

Terremoti finanziari a parte, è la stessa Unione Europea a dover affrontare ora un contraccolpo pesantissimo, che le cancellerie occidentali – rimaste tutta la notte con il fiato sospeso – ancora ieri sera speravano di evitare.

A Londra, poi, la crisi politica rischia di essere questione di ore. Skynews cita già fonti vicine a Downing Street che ipotizzano come imminenti le dimissioni di Cameron. Il primo ministro conservatore, sconfessato in primo luogo dall’elettorato del suo partito e sfidato in casa in particolare dal rampante ex sindaco di Londra Boris Johnson, capofila non ufficiale dello schieramento dei Leave, non sembra avere più vie d’uscita. Quel referendum che lui stesso aveva promesso e poi convocato credendo di poter dare un contentino sul fronte interno lo sta travolgendo. “Il genio dell’euroscetticismo è uscito dalla lampada”, ha tuonato il tribuno Farage. E forse non solo in Gran Bretagna.

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