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Corea Nord: ‘Kim Jong-nam non incontrò mai il fratellastro’

Kim Jong Nam KEYSTONE/AP/SHIZUO KAMBAYASHI sda-ats

(Keystone-ATS) Kim Jong-nam, morto lunedì mattina per avvelenamento all’aeroporto di Kuala Lumpur, non incontrò mai il fratellastro e leader nordocoreano Kim Jong-un almeno fino al 2012.

A dirlo è il giornalista giapponese del Tokyo Shimbun, Yoji Gomi, nel corso di una conferenza organizzata dal Circolo del corrispondenti esteri di Tokyo.

Gomi ha parlato con Kim Jong-nam in diverse occasioni nel corso degli anni, la prima volta nel 2004, per un totale di sette ore di conversazione e uno scambio di almeno 150 mail, e i dettagli di questi colloqui sono pubblicati in un libro.

L’ultimo incontro tra i due risale al gennaio 2012, quando Kim Jong-nam non sembrava preoccupato di un possibile tentativo di assassinio, ha spiegato Gomi.

L’ex figlio primogenito di Kim Jong-il viveva a Macao sotto la protezione di una scorta cinese, che riteneva ‘ingombrante’ – rivela Gomi – e il fatto che Pechino non abbia ancora preso una posizione dopo l’uccisione, afferma il giornalista, è un segnale che i rapporti tra la Cina e la Corea del Nord possano deteriorarsi.

Kim Jong-nam era stato in Giappone almeno cinque volte, sempre con passaporti falsi. In una di queste circostanze, nel maggio del 2001, venne fermato all’aeroporto di Tokyo Narita mentre accompagnato da due donne e un bambino di 4 anni tentava di raggiungere il parco giochi di Disneyland.

Da quella data, venne spiegato a Gomi, Pyongyang si decise di usare solo passaporti nordcoreani con nomi falsi e non più stranieri.

Alle domande del giornalista su che tipo di attività svolgesse a Macao, Kim Jong-nam era sempre molto evasivo, dicendo che ‘si occupava di investimenti’. L’ex delfino del ‘Caro leader’ a cavallo tra il 1994 e il 2001, aveva studiato a Ginevra dall’età di 9 anni, e parlava correntemente il francese, nota il giornalista, con una buona conoscenza dell’inglese e russo, e un livello colloquiale di giapponese, sicuramente più avanzato della lingua cinese.

Kim Jong-nam, inoltre non credeva nel passaggio dei poteri per forma ereditaria ma solo attraverso un processo democratico, con l’aiuto di riforme accompagnate da un programma di liberalizzazione sull’esempio della Cina. Della sua esperienza di studio in Svizzera Kim Jong-nam parlava spesso, spiegando che in quel paese aveva avuto modo di conoscere diverse nazionalità e allargare la propria conoscenza tramite i viaggi in Europa.

‘La prima volta che lo incontrai – ha raccontato Gomi – mi descrivevano Kim Jong-nam esclusivamente come un individuo amante delle belle donne e dedito alle scommesse, ma in realtà ebbi l’impressione di avere davanti una persona preparata intellettualmente e soprattutto un uomo molto educato”.

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