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Coronavirus: CF, aiutare indipendenti, no a risarcimenti

Il consigliere federale Guy Parmelin durante la conferenza stampa odierna. KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE sda-ats

(Keystone-ATS) Il Consiglio federale si sta muovendo per studiare come aiutare i lavoratori indipendenti colpiti dalla crisi legata al coronavirus e una risposta dovrebbe arrivare a breve.

Ha inoltre deciso che valuterà un’estensione mirata delle prestazioni di sostegno all’economia, escludendo tuttavia aiuti a fondo perso, e adottato alcuni provvedimenti precauzionali per garantire l’approvvigionamento della popolazione durante l’emergenza.

“Ci troviamo nel mezzo della peggiore crisi dai tempi dalla Seconda guerra mondiale”, ha esordito il ministro dell’economia Guy Parmelin, presentatosi davanti ai media riuniti a Berna al termine della seduta odierna dell’esecutivo. La strategia seguita finora nella lotta al Coivd-19 è confermata, ha proseguito il consigliere federale.

Indipendenti: soluzione in una settimana

Riguardo agli indipendenti, come per esempio i tassisti, per ora in 270’000 sono esclusi dagli aiuti annunciati dalla Confederazione. Parmelin ha però assicurato che “l’obiettivo è quello di trovare una soluzione entro mercoledì prossimo”. Pur non essendo colpita dal divieto di esercitare le proprie attività, anche questa categoria sta infatti comprensibilmente subendo perdite di fatturato.

In generale, il Consiglio federale si dice convinto che la sua tattica permette di garantire i salari ed evitare casi di insolvenza per mancanza di liquidità e perciò non intende effettuare cambi di rotta. Entro venerdì il Dipartimento federale delle finanze (DFF) è incaricato di sottoporre un credito aggiuntivo per aumentare il volume delle fideiussioni e venire incontro alla forte domanda di crediti transitori da parte delle imprese. Verrà anche sviluppata una procedura per prevenire eventuali abusi nelle richieste.

Stando a Parmelin si stanno analizzando pure strumenti per tutelare le start-up più giovani e promettenti. Altri mandati sono stati conferiti oggi per esaminare il sostegno ad agenzie di viaggio, mondo della cultura e dello sport. Per quanto riguarda il lavoro ridotto, potrebbe venire esteso ad altri settori, come il lavoro su chiamata e gli aiuti a domicilio. Al momento, un dipendente su cinque in Svizzera ne è interessato.

Nessuna sorta di risarcimento danni

Ad ogni modo, il governo non ritiene praticabile la copertura delle richieste mediante contributi a fondo perso, ovvero da non rimborsare. Per Parmelin, così facendo, si rischierebbe “di minare la stabilità delle finanze e l’attrattiva della Svizzera se la crisi dovesse perdurare”. Inoltre, le capacità degli organi di esecuzione federali e cantonali non basterebbero.

Per di più, il versamento di un indennizzo mirato presuppone di comprovare e quantificare il danno economico subito: un’ipotesi che per il governo è praticamente irrealizzabile di fronte all’eventualità di centinaia di migliaia di richieste. Un risarcimento a tutto campo, senza prove del danno, comporterebbe enormi pericoli finanziari, ha ribadito Parmelin.

Approvvigionamento non è in pericolo

Nel frattempo, il Consiglio federale ha preso dei provvedimenti precauzionali per stabilizzare il mercato agroalimentare e assicurare l’approvvigionamento del Paese, che comunque “non è assolutamente minacciato”, ha detto Parmelin. L’obiettivo è anche di scongiurare un crollo dei prezzi, con ricadute sull’intera catena di creazione del valore.

Il settore della carne viene sostenuto prorogando le scadenze per i pagamenti e allentando provvisoriamente le disposizioni relative a determinate attività di controllo. Soprattutto la vendita di vitello, capretto e parti pregiate del manzo è comprensibilmente crollata con la chiusura dei ristoranti, si legge in un comunicato del Dipartimento federale dell’economia (DEFR).

Messi sul piatto tre milioni

Il governo ha sbloccato oltre tre milioni di franchi per sovvenzionare le operazioni di stoccaggio di questi tipi di carne e vuole rendere flessibili le possibilità di importazione, in modo da poter reagire repentinamente a ipotetiche situazioni di penuria. Questi fondi aggiuntivi sostengono sia la filiera agricola che i macelli, dove si vogliono preservare posti di lavoro.

Infine, per soddisfare la domanda nel commercio al dettaglio, è stato deciso di aumentare il contingente doganale parziale per le uova da consumo. Anche per il burro nostrano, per la per la prima volta dopo anni, si registrano provviste insufficienti.

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