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Corte d’appello svedese conferma ordine arresto Assange

Il fondatore di WikiLeaks Julian Assange KEYSTONE/AP/FRANK AUGSTEIN sda-ats

(Keystone-ATS) La giustizia svedese ha confermato il mandato di arresto europeo emesso nel 2010 contro il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, sotto inchiesta per stupro.

Secondo quanto si legge in un comunicato, la Corte d’Appello di Stoccolma “rifiuta la richiesta di revoca del mandato d’arresto”, in quanto Assange “è ancora sospettato di stupro” e “c’è il rischio che si sottragga al processo o a un condanna”.

La sentenza conferma la decisione adottata quattro mesi fa da un tribunale di prima istanza.

La difesa di Assange, che due anni fa aveva chiesto, senza successo, che fosse ritirato il mandato d’arresto, aveva presentato una nuovo richiesta dinanzi al tribunale svedese, a febbraio, poco dopo che una commissione Onu aveva concluso in un rapporto che il fermo del giornalista era arbitrario.

Il prossimo 17 ottobre l’attivista australiano dovrà rispondere alle domande della procura svedese presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove è rifugiato dal giugno 2012.

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