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Corte Suprema non si pronuncia su uso bagni transgender

La Corte Suprema americana non si pronuncia sul caso dei diritti sull'uso dei bagni per i transgender. KEYSTONE/AP/ELAINE THOMPSON sda-ats

(Keystone-ATS) La Corte Suprema americana non si pronuncia sul caso dei diritti sull’uso dei bagni per i transgender.

I saggi hanno deciso di non pronunciarsi sul caso di Gavin Grimm, transgender nato donna che si identifica come uomo, che ha fatto causa alla Glouchester Country Board School della Virginia, che ha vietato a Grimm di usare il bagno che corrisponde alla sua identità di genere.

La decisione della Corte Suprema è legata alle nuove linee guida dell’amministrazione Trump, che hanno abolito le precedenti di Barack Obama con cui veniva indicato il diritto a usare i bagni per l’identità di genere. La Corte Suprema rimanda così la decisione sul caso Grimm a un tribunale della Virginia.

La Corte Suprema non ascolterà il caso Grimm in seguito alle nuove linee guida dell’amministrazione Trump. I saggi avevano infatti deciso di pronunciarsi sul caso in ottobre, quando erano ancora in vigore le indicazioni dell’ex presidente Barack Obama, e l’udienza era in programma per il 28 marzo. Per la Corte Suprema si sarebbe trattato del primo caso sui diritti dei transgender.

Il caso di Grimm riguardava l’interpretazione delle regole federali in base alla legge del 1972, che vieta la discriminazione in base al sesso nelle scuole che ricevono fondi federali. Nel 2015 il Dipartimento dell’istruzione aveva stabilito che le scuole dovevano trattare gli studenti transgender in linea con la loro identità di genere.

Lo scorso anno il Dipartimento si era spinto oltre, mettendo in evidenza che le scuole che rispettavano i diritti dei transgender avrebbero potuto perdere i fondi federali. L’amministrazione Trump ha però abolito le indicazioni di Obama, spingendo la Corte Suprema a rimandare il caso Grimm a una corte statale della Virginia alla luce delle nuove linee guida.

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