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CSt: casellario, nessun oblio per criminali violenti

Nessun oblio per chi, in futuro, dovesse essere condannato per reati gravi a sfondo violento o sessuale. KEYSTONE/LUKAS LEHMANN sda-ats

(Keystone-ATS) Nessun oblio per chi, in futuro, dovesse essere condannato per reati gravi a sfondo violento o sessuale.

Lo ha deciso oggi – con 29 voti contro 14 – il Consiglio degli Stati, allineandosi così al Nazionale su questo punto della nuova legge sul casellario giudiziale elettronico (VOSTRA). Il dossier torna comunque alla Camera dei cantoni per appianare una divergenza minore.

La maggioranza dei “senatori” ha voluto oggi smarcarsi dalla sua commissione preparatoria. A suo parere, finché in vita, i dati del condannato per reati gravi non dovrebbero mai essere cancellati. Lo scorso giugno, durante il primo dibattito su VOSTRA, la Camera dei cantoni aveva invece seguito il Consiglio federale, che era a favore dello stralcio dei reati trascorso un certo lasso di tempo (12-25 anni a seconda della gravità del crimine).

Durante la scorsa sessione primaverile, il Nazionale aveva tuttavia deciso che gli autori di reati particolarmente gravi, come l’omicidio intenzionale, lo stupro, la presa di ostaggi o atti di natura sessuale su bambini non dovrebbero aver diritto all’oblio. Le sentenze dovrebbero restare iscritte nel casellario elettronico fino alla morte del condannato.

Oggi il “senatore” Daniel Jositsch (PS/ZH) è riuscito a convincere la maggioranza dei colleghi di pronunciarsi per un giro di vite su questo aspetto della legge. “Non si tratta di cadere nel populismo, né di condannare doppiamente una persona. Ma in caso di recidiva per delitti gravi, sarà difficile spiegare alla popolazione che l’autorità penale o giudiziaria non ha potuto prendere conoscenza dei precedenti”, ha sottolineato il socialista zurighese.

“Il catalogo dei reati contemplerà da una parte tutti i crimini gravi, detti ‘qualificati’, e dall’altra i crimini a sfondo sessuale”, ha aggiunto Jositsch, secondo il quale i “pedocriminali hanno una predisposizione più importante alla recidiva”.

Diversi “senatori” lo hanno seguito, facendo riferimento in aula ai precedenti dibattiti sulle iniziative concernenti l’internamento a vita e l’imprescrittibilità dei reati pedofili. “Ho constatato personalmente a più riprese, durante un’inchiesta o un processo, che le autorità non sapevano di avere a che fare con un recidivo condannato per crimini gravi. E questo non deve succedere”, ha rilevato Karin Keller-Sutter (PLR/SG).

Dal canto suo, la ministra della giustizia Simonetta Sommaruga ha tentato invano di convincere il plenum, dicendosi d’accordo con la proposta di iscrizione fino alla morte in caso di condanna alla prigione a vita, ma a favore dello stralcio per gli altri reati dopo un certo lasso di tempo.

Ma solo Robert Cramer (Verdi/GE) l’ha sostenuta in aula. “Occorre diffidare dei casi particolari. Non viviamo in un regime totalitario. Altrimenti rischiamo di sacrificare i principi di una società liberale e di instaurare una spirale di sospetto permanente”, ha deplorato l’ecologista. Cramer si è anche detto sorpreso che su questo punto non vi sono stati dibattiti in commissione.

Ma questi argomenti – come detto – non hanno convinto la maggioranza che alla fine ha optato per il giro di vite proposto dal Nazionale.

Le altri parti della legge non sono state contestate e sono state adottate tacitamente. Il dossier ritorna al Nazionale per adattamenti formali del testo di legge.

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