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Esplosione razzo Space X, cause ancora incerte

Il fumo sprigionato dall'esplosione KEYSTONE/EPA INSTAGRAM / runswithwine/TIA GRANT sda-ats

(Keystone-ATS) Restano ancora sconosciute le cause dell’esplosione del razzo Falcon 9, dell’azienda privata americana Space X, avvenuta ieri durante dei test nella base di Cape Canaveral con a bordo un satellite per telecomunicazioni israeliano.

L’analisi dell’esplosione dalle poche immagini disponibili rivelerebbe che sia stata una deflagrazione ‘lenta’ sviluppatasi durate le fasi di caricamento dell’ossigeno liquido.

“Incidenti di questo tipo sono molto rari – ha spiegato Filippo Maggi, esperto do propulsione aerospaziale del Politecnico di Milano – si trattava infatti di un test, una procedura che si esegue proprio per evitare problemi, in cui si cercano eventuali malfunzionamenti prima del lancio”.

Cosa sia andato storto non è stato ancora reso noto e alcuni siti specializzati stanno cercando di capire qualcosa di più dall’analisi delle poche immagini disponibili, grazie al video realizzato dalla società specializzata in riprese video, Us Launch Reports. Il razzo avrebbe dovuto portare sabato in orbita il satellite Amos-6, da circa 200 milioni di dollari e finanziato anche da Facebook in quanto parte del progetto Internet.org di Mark Zuckerberg, di rendere accessibile Internet nei Paesi in via di sviluppo. L’esplosione è avvenuta durante le fasi finali di carico del combustibile liquido, tra cui ossigeno liquido sottoraffreddato (a temperatura inferiore a -180 gradi), a 3 minuti dall’inizio del test di accensione per verificare il corretto funzionamento dei motori.

“Si vede facilmente come l’esplosione avvenga nella parte alta, al di sotto di dove sono alloggiati i satelliti, all’altezza del serbatoio di ossigeno liquido”, ha commentato Maggi. A conferma di questo dato c’è anche l’unica comunicazione ufficiale data finora da Space X, e il tweet di Elon Musk (fondatore anche di PayPal e Tesla). A partire dai fotogrammi alcuni siti specializzati sono giunti alla conclusione che ciò che è avvenuto sia una deflagrazione e non una detonazione. “Affermano che l’esplosione sia stata ‘lenta’, mentre una detonazione avviene a velocità supersonica”, ha spiegato Maggi. “In altra parole – ha aggiunto – non si assiste allo sbriciolamento del razzo che si avrebbe avuto in caso di detonazione, quella che si sarebbe avuta se a esplodere fosse stato il serbatoio con gas ad alta pressione. In ogni caso al momento non ci sono altri dati e ricavare le cause da queste poche foto è impossibile”.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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