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F/A-18, jet schiantatosi volava troppo basso

Un F/A-18 KEYSTONE/ROLI BURKARD sda-ats

(Keystone-ATS) Dai primi risultati dell’inchiesta l’F/A-18 finito lo scorso 29 agosto contro le pendici dell’Hinter Tierberg, nella regione del Susten tra i cantoni di Uri e Berna, risulta che il pilota 27enne volava troppo basso.

È tuttavia prematuro tirare conclusioni tra quest’ordine e l’incidente, hanno ripetuto invitando alla prudenza i giudici istruttori militari Gionata Carmine e Andreas Lukas Hagi titolari dell’indagine. L’inchiesta, che al momento non è diretta contro persone specifiche ma si limita a determinare i fatti, durerà almeno sino alla fine dell’anno, hanno aggiunto.

Ciò che è stato assodato, ha indicato durante una conferenza stampa a Berna Carmine, è che la torre di controllo dell’aerodromo di Meiringen (BE), gestita da skyguide, da dove il jet era partito dopo un altro velivolo per un’esercitazione di combattimento con un Tiger F-5, aveva indicato al pilota deceduto nello schianto una quota di 10 mila piedi (3’050 metri) invece dell’altezza minima di sicurezza di 14’300 piedi (4’360 metri).

Carmine ha tuttavia tenuto a precisare che è troppo presto per giungere a conclusioni. Mancano ancora tutti i pezzi del puzzle. A prescindere dal fatto che le scatole nere del velivolo andato distrutto, sempre che siano utilizzabili, non sono ancora state trovate, l’inchiesta dovrà determinare come mai, poco dopo il decollo, il secondo pilota abbia perso il contatto radar con il velivolo che l’aveva preceduto.

È proprio in questo momento, pochi minuti dopo il decollo, che il secondo pilota si è rivolto come da regolamento alla torre di controllo di Meiringen che gli ha indicato l’altitudine di 3’050 metri.

Poco dopo aver ricevuto l’ordine, al quale il pilota deve attenersi come indicato da Carmine, tanto più che procedeva col volo strumentale a causa della nebbia, il 27enne ha impostato la frequenza del suo apparecchio radar su quella della sicurezza aerea di Dübendorf (ZH). Tra la torre di controllo di Dübendorf e il pilota vi è stato un contatto radio prima dell’impatto, ha indicato Carmine, senza aggiungere altri particolari.

L’inchiesta dovrà anche appurare se il pilota si è reso conto che l’altitudine indicatagli era troppo bassa, e se ha tentato una manovra d’emergenza prima dell’impatto, ha sottolineato il magistrato. Finora non vi sono indizi che lasciano supporre che il seggiolino eiettabile sia stato azionato.

Rispondendo a varie sollecitazioni, Carmine ha precisato che anche lo stato tecnico della torre di Meiringen è oggetto di indagine. Sino ad oggi non vi sono indizi che suggeriscono un guasto tecnico o una correlazione con l’impianto radar dell’aerodromo militare di Meiringen.

Per il controllore di volo vale al momento la presunzione di innocenza, ha precisato Carmine. Ciò che si sa, è che la persona in questione – di cui Carmine non ha voluto svelare l’età – era attiva all’aerodromo bernese dall’inizio del 2015 e che in ottobre aveva ottenuto il benestare quale operatore radar.

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