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FNS: migliorare protesi alla mano con movimento sguardo

In futuro si potranno avere protesi più sviluppate anche grazie al movimento dello sguardo (foto Fondo Nazionale Svizzero) Sito web Fondo Nazionale Svizzero sda-ats

(Keystone-ATS) Uno studio di ricercatori svizzeri e italiani ritiene che combinando il segnale elettrico emanato dai muscoli dell’avambraccio con altre fonti di informazioni, ad esempio la vista, è possibile migliorare il controllo delle protesi alla mano.

I movimenti della mano sono realizzati da 34 muscoli e 20 articolazioni. Le protesi di arto superiore a comando mioelettrico – che funzionano registrando i segnali muscolari elettrici sulla pelle – permettono alle persone che hanno perso una mano di riacquistare determinate funzioni perdute in seguito all’amputazione.

Tuttavia, la manualità di questo sistema è spesso limitata e la variabilità del segnale elettrico dell’avambraccio ne compromette l’affidabilità, indica in una nota odierna il Fondo Nazionale Svizzero (FNS), che ha finanziato lo studio di Henning Müller. Quest’ultimo, professore in informatica di gestione della Scuola universitaria professionale (HES-SO) di Sierre (VS) e professore alla Facoltà di medicina di Ginevra, ha avuto l’idea di combinare i dati provenienti dal segnale mioelettrico con altre fonti di informazioni.

Il processo che monitori i movimento dello sguardo – definito oculometria o “eye tracking” – fornisce informazioni preziose per rilevare sia l’oggetto che una persona intende afferrare, sia il gesto da compiere, sostiene il ricercatore, citato nel comunicato.

Per dimostrare la sua tesi, Müller ha sottoposto 45 persone – delle quali 15 con la mano amputata – a un protocollo identico basato su 10 movimenti comuni, come afferrare una forchetta o giocare con una palla. A ogni partecipante sono stati applicati 12 elettrodi sull’avambraccio, oltre a sensori e occhiali per il tracciamento dello sguardo.

Con i dati raccolti, il ricercatore ha creato una nuova base di dati più completa, che apre prospettive per la produzione di protesi mioelettriche più sviluppate.

La ricerca – pubblicata sulla rivista “Nature Scientific” – è stata effettuata in collaborazione con l’università italiana di Padova e rientra nel programma “Sinergia” del FNS che coinvolge la HES-SO, l’ospedale universitario di Zurigo e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Milano.

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