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Gaza: al via lavori Israele per barriera sotterranea

(Keystone-ATS) Mentre Israele avvia la costruzione di una barriera sotterranea contro i tunnel di Hamas a Gaza, si fa più concreto l’incontro tra il premier Benyamin Netanyahu e il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) per riavviare i negoziati di pace.

A rendere ancora più fluido uno scenario già in movimento ci ha pensato la Corte di Giustizia palestinese che oggi ha deciso di sospendere per ora le elezioni amministrative in Cisgiordania e a Gaza indette per l’8 ottobre e che avrebbero visto il primo confronto elettorale da anni tra Fatah di Abu Mazen e Hamas.

L’avvio dei lavori della barriera di cemento – che rientra nei piani di Netanyahu per proteggere Israele dalle “belve feroci” da cui è circondato – è partito in questi giorni. Profonda alcuni metri è destinata ad avvolgere l’intero confine tra lo Stato Ebraico e la Striscia, ha lo scopo principale di bloccare i tunnel di Hamas – uno degli obiettivi più inseguiti nella guerra del 2014 – e impedire attacchi ai civili delle comunità israeliane vicine alla frontiera.

Il ministero della difesa ha approvato il piano a luglio scorso che ha un costo di 530 milioni di dollari e che deve essere ancora coperto del tutto. Nel progetto sono previsti sia sopra che sotto terra numerosi depositi di controllo e i primi scavi si possono già notare nella zona di Shaar HaNegev in quella più prossima alla Striscia.

Il capo di stato maggiore Gadi Eisenkot, citato dai media, ha definito l’opera “il più esteso progetto” mai compiuto nella storia dell’esercito. Ma non è mancata la risposta di Hamas: un suo alto esponente, riferito da Ynet in forma anonima, ha minacciato che Israele “capirà che si sta scavando trappole mortali per se stessa”.

La tensione non sembra dunque destinata a scendere, anche se l’annuncio del possibile confronto a Mosca tra Netanyahu e Abu Mazen ha rimesso in moto un quadro diplomatico fermo da tempo. Il premier israeliano ha sempre sostenuto la necessità di un contatto diretto tra le parti e senza precondizioni per riavviare le trattative, opponendosi invece all’iniziativa francese di una Conferenza internazionale come impulso al processo di pace.

Da parte palestinese si era fermamente ancorati alla mossa di Parigi, ma il cappello della mediazione russa appare aver smosso le acque. La conferma dell’incontro è arrivata dalla portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova: Mosca è “soddisfatta” del fatto che “i leader di Palestina e Israele hanno dato, anche pubblicamente, il loro consenso in linea di massima per incontrarsi in Russia”.

“La cosa più importante adesso – ha aggiunto – è scegliere il momento adeguato”. E questo, molto probabilmente si saprà nei prossimi giorni. Abu Mazen andrà tuttavia a Mosca senza che si siano svolte le elezioni amministrative per scegliere in tutto 425 sindaci e consigli comunali (25 nella Striscia). Un voto il cui esito era considerato da molti analisti piuttosto problematico per Fatah nei confronti di Hamas.

La Corte suprema di giustizia palestinese, in base ad alcuni ricorsi che riguardano sia Gaza sia Gerusalemme est, ha per ora sospeso a nuova data tutte le procedure per le urne e la Commissione elettorale non ha potuto che prenderne atto. La settimana scorsa un tribunale di Gaza aveva squalificato 4 liste di candidati pro Fatah e altre ancora, mettendo fuori gioco di fatto il rivale di Hamas. Contro la decisione di oggi – su cui la Corte si pronuncerà di nuovo nelle prossime settimane – Hamas ha alzato la voce accusando la Corte di voler evitare un brutto colpo a Fatah.

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