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Grigioni, 60,1% di no alle Olimpiadi

Un seggio anche per strada, a Obersaxen Meierhof. Keystone/BENJAMIN MANSER sda-ats

(Keystone-ATS) Gli elettori grigionesi hanno bocciato con il 60,1% di no (41’633 suffragi contro 27’648) il credito di 25 milioni di franchi per le spese legate alla candidatura retica alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026. La partecipazione ha raggiunto il 50,9%.

Si tratta del secondo rifiuto popolare consecutivo di un progetto per Giochi invernali dopo quello del marzo 2013, quando la proposta di candidatura per le Olimpiadi del 2022 venne respinta dal 52,7% dei votanti.

Anche località con la vocazione del turismo invernale, come Davos e St. Moritz – comune in cui in questi giorni si tengono i Campionati del mondo di sci – hanno bocciato il credito. Davos ha detto no con il 52,9% dei voti e una partecipazione del 51,4%, St. Moritz con il 56,1% e una partecipazione del 57,6%. Le due località erano il cuore del progetto per il 2022.

Dei 25 milioni, destinati a coprire le spese legate alla fase di candidatura fino all’aggiudicazione dei Giochi nell’estate del 2019, nove sarebbero stati a carico del Cantone. Swiss Olympic (ente che è simultaneamente Comitato nazionale olimpico e Associazione delle federazioni sportive svizzere che rappresentano discipline olimpiche e no) e la Confederazione avrebbero versato ciascuno otto milioni di franchi.

Il progetto retico era stato promosso dall’associazione Olympia Graubünden 2026, costituita dagli ambienti economici, in particolare l’unione grigionese delle arti e mestieri, la camera di commercio, l’associazione degli imprenditori dei Grigioni e Hotelleriesuisse Grigioni. A suo avviso la situazione economica del cantone dal 2013 è sensibilmente peggiorata: le Olimpiadi avrebbero consentito di generare impulsi su tutto il territorio cantonale.

Il Governo ha fatto propri questi argomenti e li ha difesi a spada tratta. Anche il Gran Consiglio si è espresso chiaramente a favore del progetto: in dicembre ha accolto il credito di 25 milioni con 97 voti contro 17, quelli dei deputati socialisti che volevano una partecipazione finanziaria di 4,5 milioni da parte dell’economia.

In campagna i promotori, tra cui tutti i partiti borghesi, hanno promesso Giochi lontani dal gigantismo che ha caratterizzato ad esempio Soci (Russia) tre anni or sono. Il budget, rispetto al progetto sottoposto al voto popolare del 2013, è stato ridotto a 1,65 miliardi di franchi. Le competizioni si sarebbero svolte con infrastrutture già esistenti, anche fuori cantone come a Einsiedeln (SZ), Engelberg (OW) e nella regione di Zurigo.

Proprio dalla Città di Zurigo però sono ripetutamente giunti segnali negativi. Il Municipio ha indicato di non voler veder Zurigo associata alla città ospite, né costruire infrastrutture ad hoc, né dover assumere parte del deficit e neppure far parte del comitato d’organizzazione. Alla metà di gennaio il Consiglio comunale ha bocciato una partecipazione alla candidatura retica adducendo il rischio finanziario.

È proprio questo aspetto ad aver catalizzato la campagna degli oppositori, che auspicherebbero piuttosto l’impiego delle ingenti somme destinate ai Giochi per stimolare l’economia del cantone, anche nelle regioni periferiche. A livello politico a combattere il progetto – e non per principio i Giochi – vi erano PS e Verdi. Ma la candidatura in campagna è stata fortemente attaccata anche da Somedia, il gruppo editoriale che tra l’altro pubblica la Südostschweiz.

Nel Grigioni italiano i risultati sono stati contrastati: la Val Poschiavo ha detto sì con il 51,5% dei voti (partecipazione del 51,6%), mentre Bregaglia e Moesano no con rispettivamente il 59,9% e il 67,0% (e partecipazioni del 57,2% e del 43,7%).

Negli ultimi decenni i progetti olimpici nei Grigioni si sono regolarmente scontrati con la volontà popolare. Prima della votazione del marzo 2013, nel 1980 i no avevano raggiunto il 77% dei voti. Stesso risultato nel 1986 in votazioni comunali per una candidatura doppia St. Moritz/Davos.

Il no retico non significa che la Svizzera sarà privata dei Giochi. Il Vallese e la Svizzera occidentale hanno infatti inoltrato la candidatura “Sion 2026 – I Giochi nel cuore della Svizzera”. Il progetto, con un budget stimato di 1,8 miliardi di franchi, prevede competizioni in vari cantoni, soprattutto Vallese, Vaud e Berna. Le gare di slittino e bob sono previste a St. Moritz.

Il progetto vallesano è dunque l’unico che sarà sottoposto il 7 marzo al vaglio di Swiss Olympic. Per il presidente del comitato di candidatura Sion 2026 Jean-Philippe Rochat il no grigionese non è sinonimo di avallo per il Vallese. “Bisogna dimostrare che Sion 2026 ha chance reali a livello internazionale”, ha detto all’ats.

L’eventuale inoltro ufficiale di una candidatura elvetica al Comitato olimpico internazionale (CIO) è prevista all’inizio del 2018 e la scelta del sito si farà nel luglio 2019.

Finora la Svizzera ha ospitato due volte i Giochi olimpici invernali e sempre a St. Moritz, nel 1928 e nel 1948. Sion (VS) ha presentato due candidature senza però riuscire a ottenere la manifestazione: nel 2002 i Giochi erano stati attribuiti a Salt Lake City (Utah, Usa) e nel 2006 a Torino (I). A Losanna nel 1988 gli elettori avevano bocciato un progetto con una maggioranza del 62%.

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