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I resti di Neruda tornano nella Isla Negra

(Keystone-ATS) La salma di Pablo Neruda è stata sepolta nel giardino della sua amata casa-museo dell’Isla Negra, ultimo atto del lungo addio che il Cile ha voluto dare al Nobel della letteratura morto nel 1973, dodici giorni dopo il golpe sferrato da Pinochet.

I resti di Neruda erano stati riesumati tre anni fa, in modo da poter portare a termine gli esami tossicologici per verificare se il poeta fosse stato ucciso oppure fosse morto per un cancro: se fosse stato cioè vittima degli agenti dello Stato della dittatura, forse con un’iniezione letale, oppure se fosse morto per un cancro alla prostata.

L’enigma non è ancora risolto e i risultati definitivi di tali esami saranno resi noti a maggio.

Il parlamento gli ha intanto reso onore con una cerimonia nella quale il presidente del Senato, Ricardo Lagos Weber, ha definito Neruda “parte della nostra storia: con le sue parole ci ha aiutato a capire meglio chi, e come, siamo i cileni”.

Alcuni media locali parlano in questi giorni di quelli che hanno definito “i quattro funerali di Neruda”.

Subito dopo il decesso, avvenuto nella clinica Santa Maria di Santiago, l’autore dei ‘Cento sonetti d’amore e una canzone disperata’ venne seppellito nel ‘Cementerio general’ di Santiago il 26 settembre del ’73, in un clima di paura a seguito del golpe dell’11 settembre.

Otto mesi dopo i resti vennero portati in un’altra area del cimitero. Lì Neruda trovò riposo fino al 1992, quando i resti vennero nuovamente traslati, in quello che è stato il terzo funerale, questa volta nella Isla Negra. Da dove vennero appunto riesumati nel 2013, fino all’ultima cerimonia, quella di oggi nella sua casa davanti al Pacifico.

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