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Il numero delle succursali Raiffeisen deve essere ridotto a 800

Patrik Gisel, presidente della direzione della banca Raiffeisen (foto d'archivio). KEYSTONE/SIGGI BUCHER sda-ats

(Keystone-ATS) Raiffeisen intende ridurre il numero delle succursali da 970 a 800 nell’arco dei prossimi cinque-dieci anni. È quanto annuncia il presidente della direzione Patrik Gisel che respinge peraltro l’introduzione di tassi d’interesse negativi.

Tra cinque anni il gruppo non sarà radicalmente diverso, ha affermato Gisel in un’intervista apparsa oggi sul quotidiano svizzero tedesco “Neuen Zürcher Zeitung” (NZZ). “Continueremo ad essere molto forti nella nostra attività principale, ma con meno succursali di oggi”, ha aggiunto.

In futuro le transazioni verranno effettuate quasi completamente in maniera digitale, ha detto. Nelle succursali Raiffeisen i collaboratori si occuperanno principalmente della consulenza alla clientela, il che significa tra le altre cose che in molti posti la distribuzione di denaro contante avverrà solo mediante i distributori automatici. La digitalizzazione continuerà ad aumentare.

Quanto all’evoluzione della banca privata Notenstein La Roche, acquisita da Raiffeisen, Gisel afferma che non è ancora stato raggiunto il successo sperato. I costi sono stati nettamente ridotti e l’offerta limitata solo a certi tipi di mandati “ma dobbiamo continuare a lavorare a una struttura orientata al futuro. Ciò significa ad esempio che amplieremo i canali digitali e ambiremo ad ancor più efficienza in seno al gruppo Raiffeisen”, precisa Gisel.

L’obiettivo è che la banca privata contribuisca nella misura del 10% ai ricavi del gruppo. A questo scopo Notenstein La Roche deve però evolversi: essa deve in particolare essere a disposizione anche per i clienti Raiffeisen, che nel corso della propria vita hanno conseguito bisogni d’investimento più complessi. Indipendentemente dal successo di Notenstein, il Retailbanking resterà l’attività principale di Raiffeisen, ha precisato il presidente della direzione del terzo gruppo bancario elvetico.

Gisel respinge infine l’idea dei tassi d’interesse negativi. “Prima ancora di pensare di introdurre dei tassi negativi per la clientela privata, cercheremo altre soluzioni”, ha concluso.

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